Casandrino città discarica:
un foto-dossier per il commissario

Casandrino città discarica: un foto-dossier per il commissario
di Giuseppe Maiello
Mercoledì 27 Maggio 2020, 08:25
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Lockdown ed ambiente: è bastato il liberi tutti perché riprendesse lo sversamento selvaggio ed abusivo dei rifiuti. La chiusura delle aziende, anche di quelle sommerse, e l'intensificazione dei controlli, hanno prodotto in questi due mesi di quarantena, un calo degli scarti di lavorazione. Soprattutto da parte di quegli opifici che operano nell'illegalità e che hanno quindi la necessità di smaltire i propri scarti, abusivamente. Non appena la ripresa delle attività è stata autorizzata, le periferie cittadine, si sono di nuovo trasformate in discariche a perdita d'occhio. Con rifiuti di ogni genere, anche pericolosi o quanto meno sospetti.

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LA SITUAZIONE
Segnalazioni arrivano da via Reverendo don Antonio Migliaccio, da via Lavinaio, da via Marinaro, ed anche da via Semprevive, una traversa del corso principale della città. Vere e proprie bombe ecologiche che hanno spinto l'associazione No biocidio a scrivere una lettera al commissario prefettizio Giovanni Lucchese, molto sensibile ai temi ambientali. Documento che è stato protocollato ieri mattina, accompagnato da una quindicina di foto, molto eloquenti. Accanto a lastre di amianto, alcune abbandonate nel periodo pre Covid 19, (le aree sono state delimitate con nastro rosso ma il pericoloso materiale non è stato rimosso) sono spuntati sacchi contenenti scarti di lavorazione tessile. «Sui bustoni ci sono delle precise indicazioni, dalle quali si può risalire all'opificio o quanto meno alla ditta o alle persone a cui l'azienda si è affidata per lo smaltimento, basta solo un po' di buona volontà per arrivare agli autori» spiega Rosaria D'Angelo, presidente di No Biocidio. L'associazione fa notare che in questi due mesi c'è stata una sensibile diminuzione dell'abbandono dei rifiuti, legati in parte alla sospensione delle attività, in parte dovuti al presidio del territorio da parte delle forze dell'ordine. Dall'inizio del mese però i killer dell'ambiente come li definisce l'associazione ambientalista, stanno recuperando il tempo perduto. Sacchi con scarti tessili, lastre di amianto, contenitori di vernici, pneumatici, ingombranti, sversati nelle strade periferiche, anche a ridosso di una scuola, sotto gli obiettivi di telecamere.

PAURA
La preoccupazione è forte: «qui si muore di tumore, altro che Covid» dice l'associazione: questi rifiuti sono destinati, infatti, ad essere inceneriti per far sparire tracce. Via don Migliaccio e via Marinaro sono strade periferiche ma ad alta densità abitativa, ma questo non scoraggia chi sversa abusivamente. Via Lavinaio invece è una strada sterrata, con poche abitazioni, sorvegliata da telecamere, che non rappresentano neppure un deterrente. Una vera e propria sfida alle istituzioni. «Siamo preoccupati per le nostre famiglie, per i nostri figli, qui il male oscuro non tiene conto dell'età anagrafica» dice la presidente D'Angelo. Nel documento consegnato al commissario viene posto l'accento anche su via Semprevive (oggetto di altri 2 documenti da parte del comitato cittadino), strada del centro storico chiusa da 7 mesi, per il pericolo di distacco di pietre da un vecchio arco. La strada, che collega via De Angelis con il corso principale, è diventata una discarica. Sulla recinzione, in parte divelta «sono stati affissi decine di cartelli in cartone, come tanti ex voto sottolinea l'associazione». Vergogna, chiusa da 7 mesi, in Cina in 10 giorni hanno costruito un ospedale sono alcuni dei messaggi dei cittadini. «Contiamo sul commissario, già sensibile alle nostre richieste» conclude lìassociazione.

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