Case a Marina di Stabia,
si riaccende lo scontro

Case a Marina di Stabia, si riaccende lo scontro
di Fiorangela d'Amora
Venerdì 18 Ottobre 2019, 09:45
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Sarà presentato questa mattina al Comune il progetto delle opere a terra di Marina di Stabia. Gli architetti della Od'A Officina d'Architettura spiegheranno le modifiche ad un piano la cui ultima variante risale a tredici anni fa, rispetto ad un progetto approvato ventidue anni fa dal consiglio comunale all'interno del contratto d'area torrese-stabiese.

 

TRE AREE
Il 28 luglio 1997 l'amministrazione di Catello Polito diede il consenso alla nascita del porto turistico prevedendo prima la realizzazione delle opere a mare e poi di quelle a terra che sarebbero servite come servizi a completamento della darsena turistica. «Ma in questi anni - si legge nel progetto che intanto è già arrivato nelle mani dei consiglieri comunali - molte cose sono cambiate». Così rispetto al progetto originario, nei circa 40mila mq da trasformare non ci sono più sport center, centro commerciale e Maximall e i capannoni vengono divisi in tre maxi-aree. La prima è quella ricettiva, che prevede un albergo con 120 stanze, ristoranti, piscina, un residence per 54 miniappartamenti, una spa e un centro fitness. La seconda area è denominata «Mercato del Mare» e nasce dal recupero di un grande capannone industriale dove un tempo si costruivano carrozze ferroviarie per dare vita a un centro commerciale dedicato alla cultura alimentare. Infine la terza area è quella che nel progetto originario non c'era: il complesso residenziale. Due fasce parallele dove vi saranno abitazioni di diversi tagli: dai 40 metri quadrati dei monolocali fino ai 130 degli appartamenti più grandi.
I COMMENTI
«Io ero in aula - ricorda l'ex consigliere Lino Dello Ioio, oggi a capo della civica Agorà - quando votammo sì alla nascita dell'albergo nell'ex Italcementi e di Marina di Stabia. Insediamenti che avrebbero dovuto portare l'occupazione di circa 260 persone. La variante riuscirà a mantenere fede a quel patto?». L'impatto ambientale e urbanistico del progetto, che grazie alla formula del Contratto d'area va in deroga ai piani urbanistici, è un prezzo molto alto che Castellammare è pronta a pagare se assieme al recupero urbanistico vi siano anche opportunità «per i giovani e per tutti i lavoratori usciti dal ciclo produttivo e privi di futuro», conclude Dello Ioio. Contrario a nuove case è anche Giovanni Tito, coordinatore della civica Prima gli Stabiesi. Più cauti invece i consiglieri comunali in carica come Antonio Cimino di Forza Italia: «Aspettiamo che il progetto ci venga mostrato - spiega - credo che in ogni caso se privati vengono ad investire in città sia sempre positivo». Sulla stessa linea anche il presidente del consiglio Vincenzo Ungaro: «Aspetto di conoscere i dati tecnici di un progetto che non conosciamo nella nuova veste».
Eppure proprio la variante che oggi arriva in Comune, a gennaio del 2018 fu pubblicata su YouTube dallo studio di architetti che l'ha realizzata. «Cosa vogliamo fare di questa città? - si chiede Tonino Scala di Leu - È ovvio che le opere a terra si debbano fare, ma siamo certi che faremo turismo creando altre case?». Via De Gasperi oggi è solo sede di ingrossi commerciali e di capannoni che chiudono al mare. «L'area così come si presenta oggi - dice Scala - non è utile per nessuno, è giusto che vi siano funzioni a servizio del porto, vorrei capire se e come le case sono collocabili sul mercato e che impatto ambientale abbiano». Opere che vanno integrate e aperte alla città per il consigliere del M5s Francesco Nappi: «Capisco che alcune opere non siano più attuali, ma al loro posto credo debbano andare spazi aperti alla città visto che oggi quella parte di Castellammare è inibita alla maggior parte degli stabiesi».
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