«Case a Napoli, troppe zone grigie: ora servono nuove regole»

La vicesindaca e l'allarme del centro storico che si svuota

Laura Lieto
Laura Lieto
di Luigi Roano
Domenica 14 Maggio 2023, 08:43
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Allora vicesindaco Laura Lieto con delega all'Urbanistica, perché c'è bisogno di un "Piano casa" a Napoli?
«Intanto manca dagli anni '90 una politica per la casa a livello nazionale, una materia delegata alle Regioni ma serve una soluzione strutturale con i fondi che devono andare direttamente alle Città metropolitane. Poi dopo la pandemia c'è stato un impoverimento e non è un caso che in Italia non ci sia crescita demografica».

Vale a dire?
«Oggi l'emergenza casa non riguarda più solo le famiglie a basso reddito, ma riguarda molto il ceto medio che non ha più accesso alla casa e riguarda i giovani, Napoli perde residenti perché in tanti per trovare una soluzione dignitosa e a buon prezzo si spostano fuori città.

In questo senso va registrato il fenomeno dello svuotamento delle aree centrali e del centro storico. È evidente che un piano nazionale e una legge quadro sull'edilizia sociale restituirebbe uniformità territoriale per ridistribuire i pesi sociali».

Ma Napoli ha un vasto patrimonio di edilizia pubblica residenziale, cioè case sociali, che però cade a pezzi.
«C'è grande bisogno di manutenzione, spesso questi quartieri si intrecciano con condizioni di marginalità. Il Piano casa del Comune è partito da una robusta politica di rigenerazione grazie al Pnrr, finanziamenti che ci hanno permesso di mettere mano a tutte le "167" della città».

Andiamo nel concreto
«In questi 18 mesi di consiliatura abbiamo assegnato 152 milioni per le Vele di Scampìa, 106 per l'insediamento di Taverna del ferro, 37 milioni ai Bipiani di Ponticelli, altri 36 milioni sempre a Ponticelli per il lotto 10, 18 a Cupa Perillo le cosiddette "Case dei Puffi". In totale fanno 350 milioni tutti cantieri che devono essere chiusi entro il 2026, con la progettazione siamo molto avanti. Tutti questi progetti stanno nell'accordo quadro con Invitalia. Non è più tempo di costruire ma di rigenerare, questa la parola chiave».

C'è allora una emergenza casa perché non c'è manutenzione?
«Ci sono gli indicatori di vulnerabilità che segnalano grandi difficoltà, ci sono famiglie sotto sfratto che hanno bambini e anziani a carico, per questo abbiamo istituto il "Condominio sociale"».

Questo è quello che già c'è o che il Comune sta attuando, idee per il futuro ce ne sono?
«La rigenerazione delle strutture pubbliche è il nostro obiettivo. Faccio un esempio, purtroppo con il calo demografico c'è meno richiesta di scuole e molte ormai sono abbandonate. Stiamo facendo una ricognizione in tutte le Municipalità per verificare il numero: quelle dismesse potrebbero essere trasformate in Edilizia residenziale pubblica, in residenze universitarie e altro».

Servono soldi, chi li mette?
«Il Comune ha aderito al tavolo con la ministra Bernini. E stiamo lavorando per il nuovo bando. La politica assegna risorse ai privati che farebbero la gestione per conto delle Università garantendo però un prezzo equo e tariffe a misura di studenti».

Il centro storico è gestito da poche persone che hanno acquistato decine e decine di immobili trasformati in case vacanze, una zona grigia dell'economia del turismo che incide sull'identità di Napoli e sui residenti...
«Napoli ha atteso per anni prima di diventare meta turistica globale, il turismo è una ricchezza. Detto questo però i turisti vengono in città per vivere una esperienza anche e soprattutto umana perché il centro storico è abitato. Questa mixitè è vincente. Il turismo va tutelato ma anche l'identità di Napoli e questo processo va governato: dobbiamo tutelare le diverse forme dell'abitare».

Non ha ancora risposta sulla zona grigia e sulle troppe case vacanze.
«Esistono strumenti per mettersi in regola che i nostri uffici comunali garantiscono tutti i giorni. La zona grigia è fortemente sostenuta dalle piattaforme digitali del turismo, molto potenti, che consentono agli operatori di collocarsi sul mercato senza emergere. Il fenomeno del turismo digitale ha incentivato monopoli molto grandi. Servono nuove norme».

Ovvero?
«Il Comune ha aderito assieme ad altre grandi città come Roma, Milano, Bologna, Torino, Parma, Padova e all'Anci ad una proposta di legge nata dalla rete "Alta tensione abitativa". Una coalizione civica che punta con un testo di legge a limitare il numero degli immobili adibiti a locazioni brevi».
 

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