Case occupate a Napoli: «Io da Barcellona a Ponticelli, nessuno mi ridà l'alloggio»

Case occupate a Napoli: «Io da Barcellona a Ponticelli, nessuno mi ridà l'alloggio»
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 1 Dicembre 2021, 11:00
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Per qualche ora ha accarezzato il sogno di riavere la casa. Varcando la soglia del Comune, forte di una convocazione uffiale, lì nella stanza dell'assessore alla Legalità Antonio De Iesu, ex questore di Napoli e uomo forte della giunta Manfredi. Per qualche ora ha pensato che l'incubo iniziato due anni fa, con un viaggio a Barcellona per motivi familiari, potesse avere un epilogo positivo. Sognava l'impossibile Luisa Desiderio, la donna diventata protagonista della lotta alle occupazioni abusive, agli sfratti coatti realizzati da soggetti violenti (spesso in odore di camorra) alle spalle di persone sole e indifese. È stata ricevuta ieri in Comune e ha esposto la sua condizione di vita: «Abitavo a Ponticelli dal 1992, sono andata a trovare mia figlia a Barcellona, hanno approfittato della mia assenza, da allora sono senza un tetto sulla testa». Accompagnata in Comune dal suo avvocato di fiducia, il penalista napoletano Luigi Pezzullo, la donna ha ricostruito le violenze subite, il senso di alienazione, ma anche la beffa di vedersi recapitare ordini di pagamento per contributi mai versati a una badante mai assunta (probabilmente impiegata a sua insaputa sotto falso nome in questi mesi). 

Una battaglia di civiltà che ha deciso di condurre fino in fondo, in un contesto decisamente a rischio, come lo spaccato popolare di Ponticelli dal quale è stata allontanata con la forza.

Ma quali sono state le risposte istituzionali di fronte al caso di Luisa Desiderio? In mancanza di un alloggio alternativo, non resta che attendere gli esiti di una denuncia firmata dall'avvocato Pezzullo per occupazione abusiva. La parola alla Procura di Napoli, che ha l'onere di valutare il caso e avanzare - se ci sono gli estremi - un sequestro preventivo per sgomberare l'alloggio. Uno scenario tutt'altro che immobile, come emerge anche da una nota dell'ufficio politiche per la casa del Comune, da cui si evince che al nucleo familiare che occupa l'appartamento in questione è stata notificata una ordinanza di sgombero (a firma del dirigente Vincenzo Acampora), per altro indicata come prioritaria per lo stesso ufficio. 

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Ha spiegato l'assessore De Iesu al Mattino: «Aspettiamo un titolo esecutivo e, nel rispetto della dignità di tutte le persone coinvolte, siamo pronti ad intervenire in questi ed altri casi, ovviamente in piena sinergia con gli altri organi istituzionali». Stesso ragionamento in altre zone calde. È il caso di Pizzofalcone, sollevato dalla denuncia del parroco Michele Pezzella, per altro vibrata al termine dell'omelia domenicale. Anche a Pizzofalcone parliamo di una storia di abusi tollerata da diversi anni, su cui ora la giunta Manfredi punta a invertire la rotta. In che modo? È di questi giorni il blitz della polizia municipale nell'ex palazzo del Demanio, oggi definito Palazzo della camorra: sono cinquanta gli abusivi denunciati, su oltre ottanta inquilini. Anche in questo caso la parola passa alla Procura di Napoli, che potrebbe chiedere un titolo esecutivo per sgomberare l'edificio e ripristinare la legalità. Una vicenda esplosa all'inizio di novembre, quando qualcuno decise di svuotare l'abitazione di una docente in pensione, con una sorta di trasloco forzato. In poche ore sono stati buttati via i mobili, i libri (parliamo di una docente in Letteratura), i ricordi, approfittando della momentanea assenza di una signora che risultava legittima assegnataria da oltre sessanta anni (versando un canone mensile, oltre a pagare le utenze). Cosa si aspetta ora a intervenire? Perché non si prova a ripristinare le regole, anche alla luce delle conseguenze economiche provocate dalle occupazioni abusive? Parliamo della mancata riscossione degli affitti di cinquanta appartamenti, ma anche della necessità di versare un canone di 11mila euro al mese come location degli uffici della municipalità di Chiaia (l'accesso dal portone di via Serra). Contraddizioni destinate ad entrare nel dibattito pubblico, a partire da questa mattina, con il caso del civico 35 di via Egiziaca a Pizzofalcone posto all'ordine del giorno nella prima assemblea del consiglio della municipalità. Sono i Verdi a chiedere un intervento sul caso, in attesa che anche altri organi cittadini facciano le loro mosse. Cosa accadrà dopo le cinquanta denunce della polizia municipale? È possibile immaginare una richiesta di sequestro, come per altro avvenuto di recente a Pozzuoli e in altri contesti metropolitani? Possibile a questo punto un tavolo di confronto tra Prefettura, Comune e Procura (dopo il comitato di venerdì scorso) per dare inizio alla svolta da tutti annunciata.

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