Case occupate, la resa del Comune:
niente sgomberi, chiesto metà fitto

Case occupate, la resa del Comune: niente sgomberi, chiesto metà fitto
di Luigi Roano
Sabato 14 Luglio 2018, 22:54 - Ultimo agg. 15 Luglio, 10:25
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Via Taverna del Ferro 89, siamo a San Giovanni a Teduccio, qui negli alloggi comunali occupati da 54 famiglie solo 4 sono in regola e hanno titolo per risiedere in queste case, gli altri 50 no, sono abusivi. Ebbene Palazzo San Giacomo, per salvare almeno la faccia con la Corte dei Conti, si è inventata «l’indennità di bollettazione», una specie di indennità diu occupazione. Vale a dire che gli abusivi pagano la metà del fitto che dovrebbero versare ma sempre abusivi restano. Ma quei soldi, per chi li paga, potrebbero essere un passaporto per il paradiso della legalità. Chi paga? Si potrebbe immaginare che una simile opportunità venga sfruttata persino dagli abusivi. Invece, sono solo una ventina gli occupanti a pagare l’indennità, circa 100 euro o poco più. Come dire visto «che nessuno ci caccerà mai per quale motivo sprecare i soldi?».  
E in particolare a Taverna del Ferro ci sono abusivi che da 37 anni non pagano né il fitto né l’indennità. Via Taverna del Ferro è il paradigma, l’algoritmo, la punta dell’iceberg di una situazione, quella del patrimonio di Edilizia pubblica residenziale (Erp) che conta 22mila alloggi sparpagliati nelle periferie. E della gestione del Municipio napoletano dello stesso patrimonio. Più che gestione, l’indennità sembra quasi una resa agli abusivi. Patrimonio - giusto per la cronaca - da qualche anno affidato alla NapoliServizi società che inizia a scricchiolare sotto i colpi dei tagli e del cambio di contratto. 
I BOX
Il paradosso? Nell’ultimo anno l’incasso complessivo dei fitti per gli alloggi pubblici è salito di tre milioni, da 12 a 15. Non è una contraddizione, semplicemente chi ha il titolo legale per stare negli alloggi popolari ed è andato in difficoltà nei pagamenti, ha dovuto fare di necessità virtù e versare il giusto. Pena lo sfratto. E poi c’è stata una anche una effettiva stretta sui fitti passivi in generale con maggiori controlli non solo alle case ma anche ad altri tipi di immobili a iniziare da quelli commerciali. 
Il Comune sa bene come stanno le cose tanto che qualche settimana fa i box adiacenti agli alloggi popolari sono stati ripuliti per «ripristinare condizioni igienico-sanitarie a tutela della salute pubblica». Un faticoso lavoro svolto proprio dalla NapoliServizi. Box ripuliti e ripristinati tanto che appena ultimati i lavori di risanamento sono stati occupati abusivamente anche questi. Una vera e propria assurdità. Box occupati e trasformati in alloggi o in luoghi dove in maniera semiclandestina e «sicura» si consumano traffici di ogni tipo. La pulizia fatta per riportare quei siti gli standard minimi di vita sono diventate un servizio gratis per gli abusivi che subito li hanno trasformati in loro beni. 
Insomma è vero: è difficile sfrattare la gente dalle case popolari. In rioni di frontiera come San Giovanni a Teduccio e in particolare al «Bronx» dell’area orientale. Ma a che titolo gli abusivi pagano e a che titolo il Comune riscuote dagli abusivi? Ci sono sanatorie in vista? Se sì il Comune dovrebbe farlo sapere a tutti. Perché dove il confine tra il pubblico e privato, tra il lecito e l’illecito è molto labile la camorra sguazza e stando a quello che trapela anche dalle forze dell’ordine li, al «Bronx», la presenza dei clan è massiccia nelle case popolari. 
LO SCIVOLONE
Non una novità perché è dal 1998 - Antonio Bassolino era il sindaco - che da quelle parti non si incide contro abusivi e clan. Esattamente 20 anni fa l’operazione fortemente voluta da Bassolino sembrava segnare una inversione di tendenza: ci furono abbattimenti, boss cacciati dalle case, demolizioni dei fortini dei clan. A quattro lustri di distanza tutto è tornato esattamente come prima se non peggio. Palazzo San Giacomo si è avventurato in un territorio gestionale dal quale è difficile venire fuori senza macchia, comunque la si voglia vedere. Perché il risvolto della medaglia di una specie di pax sociale - nella sostanza ottenuta legittimando chi non ha titoli per stare in quelle case incassando comunque un fitto - ha il volto dell’ingiustizia. Intollerabile per chi invece aspetta da anni il suo turno per avere una casa pubblica, e per chi già ci sta dentro avendone il titolo e deve tutti i giorni confrontarsi con persone che hanno occupato stracciando tutte le regole. 
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