Caso De Luca, il giudice avvisò il marito. Ecco le telefonate dello scandalo. Manna: voglio la nomina a manager. Lei: «È fatta»

Caso De Luca, il giudice avvisò il marito. Ecco le telefonate dello scandalo. Manna: voglio la nomina a manager. Lei: «È fatta»
di Giuseppe Crimaldi, Leandro Del Gaudio
Sabato 21 Novembre 2015, 11:12 - Ultimo agg. 12 Novembre, 20:23
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Si mostra rassicurante, la donna, quando parla al telefono con il marito. Caldo rovente in Tribunale a Napoli, è il 17 luglio scorso, quando il magistrato Anna Scognamiglio telefona al marito Guglielmo Manna. E dà inizio a una sorta di triangolazione che ha uno dei suoi vertici nello staff politico di De Luca. Ma proviamo a ripercorrere lo scambio di battute: «Abbiamo finito. È fatta», dice il magistrato. Lui, quasi tirando un sospiro di sollievo, le risponde: «Credi di essere furba solo tu. Ohh, mica sono fesso io? Che sono fesso io?». Eccola una delle intercettazioni finite in un'informativa della squadra mobile di Napoli, oggi al centro dell'inchiesta sul caso De Luca. Parole che sarebbero state pronunciate dall'avvocato Guglielmo Manna, immediatamente dopo una sentenza emessa dal Tribunale di Napoli, in un collegio composto dalla moglie di Manna, vale a dire da Anna Scognamiglio. Parole neutre che finiscono comunque al centro di un'inchiesta condotta dalla Procura di Roma, ma anche dalla sezione del Csm che si occupa dei profili disciplinari dei magistrati. Una doppia valutazione, due procedimenti che seguono strade parallele, da cui emergerebbe - condizionale obbligatorio - un'ipotesi di fondo: la consapevolezza da parte della Scognamiglio che il marito stesse brigando con pezzi delle istituzioni in vista di una nomina di peso, magari quella di direttore generale di una Asl o la guida di un commissariato.

L'sms: tutto ok

Valutazioni a parte, agli atti finisce anche un messaggio che proprio il 17 luglio scorso Manna spedisce a uno dei responsabili dello staff di De Luca: «È andata come previsto», recita il testo.

Ma in cosa consiste il cuore delle indagini a carico di De Luca e del magistrato Scognamiglio? Ci sono intercettazioni, ma anche pedinamenti, appostamenti, sequestri di atti. Tanto che proprio questa mattina, la Procura di Pignatone conferirà a un consulente informatico una delega a indagare su computer e supporti informatici sequestrati a carico di Manna e di Vetrano (difesi dagli avvocati Francesco Cedrangolo e Beniamino De Maio), due avvocati finiti sotto i riflettori della Mobile partenopea. Decisive, al momento, le intercettazioni.

Che hai fatto? Rinviato?

Parlano di ogni cosa, marito e moglie, ma si soffermano anche sulle rispettive attività professionali. «Come è andata oggi?», le chiede lui, che insiste su un punto: «Come è andata? Che hai fatto? Hai rinviato la sentenza?». Frasi che non suggeriscono alcun reato, ma che vengono calate dagli inquirenti in un contesto rovente, quello che va da luglio a settembre scorsi, quando la battaglia giuridica (ma anche politica) sulla Severino sta catalizzando l'attenzione dell'opinione pubblica. Insomma, il marito premuroso si sarebbe informato del lavoro della moglie, che - dal canto suo - si sarebbe dimostrata cordiale e disponibile a rendere informazioni al telefono al marito.

L’astio per la Minicucci

A seguire brogliacci e sintesi di polizia giudiziaria, sembra che ci fosse una doppia consapevolezza da parte degli interlocutori: da un lato, infatti, Manna brigava per diventare manager di una grande azienda, dall’altro sembra mostrasse astio o scarsa considerazione per la manager del Santobono Annamaria Minicucci, direttore genereale del Santobono dove lo stesso Manna era consulente. E pare che le aspirazioni di carriera di Manna fossero ben chiare ad Anna Scognamiglio, come - per altro - è logico pensare in una coppia di coniugi. Decisiva a questo punto la valutazione da parte degli inquirenti, per capire se fossero chiaro da parte della donna le presunte trame del marito nei rapporti con soggetti legati allo staff di De Luca.

In barca a Ponza

È il 2 agosto scorso quando Manna telefona alla moglie, in barca a Ponza. «Novità?». E lui: «Sono stato chiamato in Regione. Ora vediamo, sto partendo da solo. Sono in viaggio». Lei si mostra premurosa: «Se dovesse essere quello vai in ferie e te ne parti. A questo punto, speriamo bene». L’avvocato ha il pallino delle Asl: «Senti, ma dice che sta pure la Napoli 1. Ma è sicuro?». E la giudice: «Sai quale?». Lui: «No, ma gira voce». E informa la moglie di non aver chiesto un posto fuori Napoli, tipo «Caserta, Avellino o Benevento».

Gli altri intercettati

Ma a parlare della giudice, in alcune conversazioni intercettate, ci sono anche alcuni collaboratori o conoscenti di Manna. È il caso di tale Angrisani, che viene intercettato mentre è al telefono con l’infermiere Giorgio Poziello, a sua volta accusato di essere parte dell’affare per aver mediato il rapporto tra Manna e Mastursi. È Angrisani a chiedere: «Mi pare che dovevano fare quella cosa il 17». Poziello: «Esatto, bravo, hai capito bene». Angrisani: «Sai qualcosa?». Poziello: «No, perché la moglie di quello non mi ha detto niente».

Il giallo dell’incontro

Quello di Mastursi è stato il primo nome al centro delle indagini a finire nel tritacarne mediatico. Era il capo della segreteria politica di De Luca, l’uomo che - con le sue dimissioni - ha aperto la caccia al retroscena oggi al centro del dibattito politico. A leggere l’informativa della Digos, pare che ci sia stato un incontro, o un tentativo di incontro, tra Manna e Mastursi. Materiale grezzo, c’è uno spaccato lobbistico che sembra prendere forma, ovviamente al netto di quanto emergerà dagli atti nei prossimi mesi. Eppure, nell’ambito delle conversazioni captate dalla Mobile, si fa spesso riferimento a un appuntamento «con quello della Regione», a «un incontro con Nello», a un possibile avvicinamento. Ovviamente non è chiaro se l’incontro possa aver dato seguito a possibili tentativi di accordi tra il marito del giudice civile e il braccio operativo dello staff di De Luca. Non c’è prova neppure del fatto che l’incontro sia realmente accaduto, quanto basta comunque ad annotare quanto emerge dalle intercettazioni in un paragrafo ad hoc della informativa.

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