Caso Matachione, ora la Procura fa dietrofront: chiesta l'archiviazione

Caso Matachione, ora la Procura fa dietrofront: chiesta l'archiviazione
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 1 Dicembre 2017, 09:14 - Ultimo agg. 09:17
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Non sono emersi riscontri in grado di confermare il racconto di Maria Palomba, la superteste dell'inchiesta a carico dell'ex marito e imprenditore farmaceutico Nazario Matachione. Parte da questa premessa, la Procura di Napoli per avanzare l'archiviazione a carico di tre indagati di una vicenda giudiziaria rimasta per giorni al centro dell'attenzione cittadina. Tre anni dopo arresti e titoli ad effetto, i pm hanno spedito al gip del Tribunale di Napoli una richiesta di archiviazione in favore dell'imprenditore vesuviano (da tre generazioni titolare di farmacie a Torre Annunziata), ma anche dei colonnelli della Finanza Fabrizio Giaccone e Fabio Mendella. Ricordate l'autunno del 2014? Indagini per corruzione: stando all'ipotesi iniziale l'ex comandante Giaccone avrebbe ricevuto in regalo dall'imprenditore un orologio Rolex e due viaggi assieme alla compagna, a New York e a Parigi. Una ricostruzione costata gli arresti in carcere, sia per Matachione, sia per Giaccone (mentre il colonnello Mendella era stato coinvolto in un'altra vicenda per la quale si sta difendendo con determinazione dinanzi a una sezione del Tribunale di Napoli), ma che vennero revocati pochi giorni dopo dai giudici del Riesame. Ed è proprio al provvedimento del Tribunale della Libertà che fanno riferimento ora i pm nel chiedere l'archiviazione del caso. Difesi dai penalisti Elio D'Acquino e Bruno Larosa (Matachione), Gaspare Lo Schiavo e Gianluca Tognozzi (Giaccone), Guido e Alfonso Furgiuele (Mendella), gli indagati riuscirono a dimostrare che non c'era alcun nesso tra le verifiche condotte dalla Guardia di Finanza su due farmacie di Matachione e i presunti regali finiti agli atti dell'inchiesta. Accertamenti che vennero effettuati su due aziende di un gruppo imprenditoriale che negli anni successivi si sarebbe poi ampliato acquisendo altri negozi tra Torre Annunziata e Torre del Greco.

 

All'epoca, siamo nell'autunno di tre anni fa, gli arresti furono una pillola amarissima da ingoiare, dal momento che Giaccone si era distinto nella guida del gruppo oplontino (tra il 2009 e il 2012), prima di passare alla guida di un altro gruppo di lavoro a Fiumicino. Ora si attendono le valutazioni del gip, che dovrà prendere le mosse dalle richieste della Procura e valutare il materiale raccolto nel fascicolo, a partire proprio dalle accuse della ex coniuge dell'imprenditore farmaceutico. Sentita dai pm di Napoli (all'epoca indagavano i pm Carrano, Piscitelli e Woodcock), fu sempre la donna ad allertare gli inquirenti sui ripetuti viaggi fatti da Matachione in Brasile, su investimenti immobiliari nella zona di Fortaleza, insomma su una serie di mosse e operazioni finanziarie che sono state scandagliate in questi anni dalla Procura di Napoli.
Ipotesi, accuse, veleni che non hanno consentito alla Procura di dare una svolta processuale alla ricostruzione emersa da testimonianze ad effetto e intercettazioni telefoniche. Nessuna traccia neppure dell'orologio di valore che sarebbe stato regalato da Matachione a Giaccone, mentre i due viaggi contestati sarebbero arrivati anni dopo le verifiche, quando il rapporto tra ufficiale e imprenditore era ormai scollegato dalla emergenza delle verifiche di polizia giudiziaria. Inchiesta al palo, ora si attende la valutazione del gip su una guerra familiare che ha coinvolto anche posizioni di vertice della Guardia di Finanza, oltre a rappresentare una sorta di terremoto nel sistema imprenditoriale farmaceutico.
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