Si erano detti stanchi di promesse disattese e preoccupati di un silenzio delle istituzioni che, a loro dire, sembrava sempre più assordante. Per questo i residenti del rione San Mauro di Casoria l'altro giorno avevano dato vita pure ad una manifestazione di protesta al grido Fate presto, la voragine chiede vendetta. I cittadini del rione ferito dal dissesto idrogeologico dello scorso primo luglio, non avevano alcuna intenzione, infatti, di arrendersi alla burocrazia e avevano fatto sentire la loro voce perfino in consiglio comunale. Ieri, finalmente, un raggio di luce: la Procura presso il tribunale di Napoli nord ha dissequestrato l'area della megavoragine messa sotto chiave all'indomani del cedimento che per poco non costò la vita all'autista dell'autocompattatore della ditta Casoria ambiente spa, ingoiato in un baleno dal terreno franato all'improvviso. Il conducente, solo per una serie di circostanze fortunate, uscì, infatti, illeso da quel cratere.
«È ora che partano finalmente e con celerità i lavori: bisogna intervenire prima della stagione invernale. Le piogge possono compromettere ulteriormente la staticità dell'area a rischio», dicono i rappresentanti del comitato di cittadini nato per chiedere all'amministrazione comunale di accelerare i tempi per ripristinare largo San Mauro. «E poi ci sono 17 persone sfollate che attendono di rientrare quanto prima in sicurezza nelle loro abitazioni» sottolineano gli abitanti del cuore antico della città. «Effettivamente le preoccupazioni dei residenti non sono infondate: un acquazzone potrebbe creare problemi anche se ci stiamo attrezzando per evitare un simile rischio» dice Antonio Boemio, geologo di fiducia del palazzo di piazza Cirillo. Per il pool di tecnici comunali la voragine, intanto, non ha più segreti. Essa si è formata in seguito ad abbondanti infiltrazioni d'acqua proveniente dai sottoservizi. Le anomalie sarebbero andate avanti per anni senza essere mai notate in superficie, magari anche attraverso semplici sconnessioni del manto stradale che avrebbero potuto allertare i residenti come campanelli d'allarme. Invece nulla. Il recupero del camion ora rappresenta il primo obiettivo da parte degli esperti. «Abbiamo una serie di opzioni, pensiamo di creare una rampa artificiale e di tirarlo fuori con l'aiuto di uno escavatore» dicono i tecnici. Ma prima di ogni strategia era necessario il nulla osta del magistrato della Procura di Napoli Nord che aveva posto l'area sotto sequestro e nominato un gruppo di consulenti tecnici. Questi ultimi, però, non hanno ancora effettuato un accesso ufficiale sul posto della frana: una situazione che di fatto aveva aumentato le perplessità dei residenti circa i tempi per riparare la voragine. Il dissequestro e, quindi, il via libera ai lavori ora apre scenari nuovi e, almeno sulla carta, più veloci. «Questo ci consente sicuramente di incominciare a programmare gli interventi, che dobbiamo sempre concordare con i consulenti tecnici del Tribunale: abbiamo maggiore agibilità ma sicuramente non possiamo agire in autonomia» spiega il sindaco Raffaele Bene. I periti hanno trenta giorni a partire dal 12 luglio scorso per le indagini peritali e ulteriori sessanta giorni per depositare la perizia. Nel frattempo, l'ente locale ha una interlocuzione continua e costante con gli uffici regionali per attingere anche a possibili finanziamenti per i lavori di ripristino.
Casoria, dissequestrato il cratere della voragine: «Intervenite, il suolo può cedere ancora»
di Domenico Maglione
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Mercoledì 24 Luglio 2019, 12:30
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