Casoria, dopo cento giorni riemerge
il camion inghiottito dalla voragine

Casoria, dopo cento giorni riemerge il camion inghiottito dalla voragine
di Domenico Maglione
Giovedì 10 Ottobre 2019, 11:20
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Finalmente fuori dal baratro: dopo cento giorni di permanenza nelle viscere del centro storico di Casoria, stamani sarà tirato fuori il camion portarifiuti precipitato il primo luglio nella mega voragine che si aprì a largo San Mauro, trascinando con sé anche l'autista fortunatamente uscito illeso. C'è voluta tutta l'abilità e l'esperienza di una squadra di tecnici e operai qualificati per arrivare a questo risultato e ultimare un'operazione apparsa ardua e subito piena di pericoli. Il sottosuolo groviera del centro storico, e nella fattispecie anche le dimensioni della voragine e la posizione del mezzo, infatti, hanno reso complicati gli interventi di recupero. «Abbiamo dovuto lavorare con molta cautela e lentamente per diversi giorni - spiegano - per non compiere passi falsi su un terreno pieno di insidie». Ieri il camion, già «bonificato» del carburante che conteneva, degli olii e delle batterie, elementi fortemente inquinanti, è stato imbracato e riportato a poche decine di metri dal selciato: per oggi è previsto l'ultimo passaggio. Da domani poi potranno partire gli interventi di consolidamento e ripristino dell'originario stato dei luoghi della zona non senza prendere però, per il futuro, gli accorgimenti ritenuti necessari per la sicurezza dell'intero quartiere. «Il centro storico dopo questa brutta esperienza dovrà diventare zona a traffico limitato: le strade hanno quasi mille anni e non possono più sostenere il passaggio di mezzi pesanti e di tantissime auto», dicono in Comune. C'è chi propone un'isola «religiosa» per la presenza della basilica minore dedicata la patrono, San Mauro appunto, realizzata alla fine del 1600 e nella quale ci sono tele di enorme valore tra cui quelle del Vaccaro, Mozzillo, Spagnoletto e De Martino.

 

IL SOTTOSUOLO
Il sindaco Raffaele Bene e il suo esecutivo, in carica da qualche mese, hanno preso l'impegno con le associazioni locali e i residenti di predisporre un accurato e costante controllo del territorio della parte antica della città, quella più sottoposta a rischio. Crolli, smottamenti, voragini, dissesti: il terreno ha spesso giocato brutti scherzi a chi abita nella parte vecchia. Non ci è scappato il morto soltanto per una pura casualità o forse per la benedizione dei tanti religiosi importanti, tra santi e beati, chela città annovera. Via Matteotti è stata chiusa un anno e più bloccando di fatto la mobilità in un'ampia parte del centro antico. In quel caso è stata la rete di sottoservizi a finire sotto accusa. Oggi sono off-limits, invece, e già da alcuni mesi, via San Benedetto e via Nicola Rocco: la vetustà mista all'abbandono del vecchio palazzo dei conti Rocco di Torrepadula ha costretto gli attuali proprietari a provvedere ad un puntellamento d'urgenza del fabbricato a tutela della pubblica e privata incolumità. Risultato? Lo spazio occupato dall'impalcatura ha di fatto invaso l'intera carreggiata paralizzando la viabilità in quella stessa area dove la presenza di cunicoli, cavità e grotte sotterranee, formate in seguito all'attività estrattiva e indiscriminata di tufo, e utilizzate come rifugio in occasione della seconda guerra mondiale, tiene spesso con il fiato sospeso i residenti.
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