Racket a Castellammare, sgominata la banda di estorsori terrore dei commercianti

Racket a Castellammare, sgominata la banda di estorsori terrore dei commercianti
Lunedì 2 Novembre 2020, 08:05 - Ultimo agg. 09:17
2 Minuti di Lettura

A Castellammare di Stabia, Pompei, Agerola  e San Fele (Potenza), i militari della Compagnia Carabinieri di Castellammare di Stabia nella notte hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 6 indagati, ritenuti gravemente indiziati del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Il complesso delle attività d'indagine, condotte dai Carabinieri e dirette dalla Procura Distrettuale Antimafia ha consentito di documentare una serie di estorsioni eseguite dagli indagati che, avvalendosi del fatto di essere riconducibili al clan Gentile, hanno costretto diversi commercianti e imprenditori dell'area dei Monti Lattari ad acquistare gadget pubblicitari (quali giubbotti e magliette) dal valore irrisorio a prezzi fuori mercato. 

Video

Le persone di volta in volta rifornite, ben consapevoli dello spessore criminale degli indagati, non potevano rifiutare l'acquisto dei gadget pubblicitari alle condizioni particolarmente gravose imposte, essendo anche costretti a comprare polo, maglie, smanicati ed altro sia nel periodo natalizio che in quello delle successive festività pasquali.  I comportamenti minacciosi incidevano sia quando veniva imposto l'acquisto, sia nella fase di determinazione dei quantitativi di merce e dei prezzi praticati stabiliti unilateralmente dai fornitori al di fuori di qualsivoglia logica di mercato ed anche nella fase finale di incasso dei prezzi imposti, allorquando venivano usate minacce e violenza nei confronti di chi era in ritardo nei pagamenti. È significativo l'acquisto da parte di un imprenditore della zona di 30 magliette al prezzo di 34 euro circa cadauna. Al termine delle formalità di rito due indagati sono stati portati presso la Casa Circondariale di Napoli Secondigliano, uno presso quella di Melfi e i restanti sono arresti domiciliari presso le proprie abitazioni. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA