Castellammare, la Casa del fascio senza pace: ​ da biblioteca a discarica

Castellammare, la Casa del fascio senza pace: da biblioteca a discarica
di Fiorangela d'Amora
Domenica 3 Ottobre 2021, 12:00
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Da centro culturale a discarica, ecco la parabola discendente dell'ex Palazzo del Fascio. La struttura oggetto di un investimento da 5 milioni di euro di fondi strutturali P.O.Fesr 2007-2013 è diventata la residenza di topi e insetti, deposito di bottiglie vuote, rifiuti ed erbacce. «Il cantiere è diventato ricettacolo di rifiuti di ogni genere sia alimentare che di altra natura. Questo oltre all'incuria delle erbacce che sono cresciute al suo interno. Ultimamente - scrivono i residenti degli edifici vicini - tale situazione ha determinato l'incresciosa fuoriuscita di ratti, che oltre a cibarsi degli scarti alimentari, fuoriescono dall'area transennata, passeggiando sul marciapiede e inoltrandosi in Corso Vittorio Emanuele e Corso Giuseppe Garibaldi, creando notevoli disagi a negozi, bar e ristoranti».

Stanchi di vedere tale degrado nel cuore del centro cittadino, gli abitanti degli edifici adiacenti hanno scritto una lettera al primo cittadino. «Temiamo che i topi, anche di dimensioni non proprio minuscole, possano entrare nel palazzo o arrampicarsi alle tubazioni penetrando negli appartamenti». Per questo, anche dopo una petizione dei negozianti che non ha ricevuto riscontri, i residenti fanno una richiesta chiara: «Chiediamo, essendo il Comune proprietario dell'area, che faccia pulizia e bonifica del sito e che se permane tale stato di abbandono del palazzo, che la pulizia e la bonifica venga fatta regolarmente». In sei anni diversi negozi hanno deciso di abbassare le saracinesche e anche la boutique storica che si trovava accanto al Palazzo del Fascio fu costretta a chiudere per l'incuria e la sporcizia che si trovava tra via Nino Bixio, la stradina parallela e il Corso. «Per la pulizia proveremo ad intervenire quanto prima - spiega l'assessore ai lavori pubblici Fulvio Calì - ma il cantiere deve restare.

Ormai è noto c'è un contenzioso con la ditta che speriamo si chiuda entro novembre».

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La vicenda burocratica legata al Palazzo del Fascio è lunga e articolata. Basti pensare che l'appalto fu assegnato nel 2012, bloccato nel 2015 per inadempienze dell'associazione di imprese (Ati) Valentino e che si aspetta l'ennesima sentenza per rimettere ordine. In questi anni al Comune il Palazzo del Fascio è già costato circa 130mila euro per il servizio di guardiania e sorveglianza, oltre alle perizie e alle verifiche richieste per un totale di circa 40mila euro.

Rispetto al computo delle opere ancora da completare, di poco inferiore ad un milione di euro e quello relativo alle opere non conformi che ammonta a circa 445mila euro, il Comune aveva trovato un accordo nel 2019 con la ditta. «Avevamo lavorato un anno andando incontro a molte richieste dell'Ati e aggiungendo spese a carico nostro di circa 250mila euro - spiega Calì - Invece la ditta fece saltare tutto e ora siamo di nuovo in tribunale». Mentre prima si trattava di sostituire soprattutto nel piano interrato molte piastre di ancoraggio delle travi ossidate e di rivedere coperture e rifiniture, l'ultimo accordo è saltato sugli arredi. «Non possiamo accettare uno standard non all'altezza considerando che si tratta di un piano che sarà su misura e quindi artigianale - prosegue Calì - il consulente del tribunale ci ha già dato in parte ragione in una sua relazione, speriamo ora di mettere la parola fine». Quando e se l'opera dovesse essere portata a termine, dalla Regione dovrebbe arrivare l'ultima tranche del finanziamento da 800mila euro circa. 

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