Il carabiniere pestato dal branco a Castellammare: «Il peggio è passato, sto meglio. Ho fatto soltanto il mio dovere»

Il carabiniere pestato dal branco a Castellammare: «Il peggio è passato, sto meglio. Ho fatto soltanto il mio dovere»
di Dario Sautto
Martedì 4 Agosto 2020, 23:31 - Ultimo agg. 5 Agosto, 15:52
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«Appena ho visto che stava succedendo qualcosa, non ci ho pensato due volte e sono intervenuto. Adesso il peggio è passato e sto molto meglio». Giovanni Ballarò è l’appuntato dei carabinieri pestato tra piazza Principe Umberto e la Villa comunale, a Castellammare di Stabia. Ieri mattina ha parlato al telefono con il sindaco stabiese Gaetano Cimmino, poco prima di essere dimesso dall’ospedale, e gli ha raccontato ciò che è accaduto intorno all’una della notte tra venerdì e sabato. Finalmente è tornato a casa: dopo alcuni giorni di ricovero al San Leonardo di Castellammare era stato trasferito per una visita neurologica all’ospedale del Mare, dove i medici hanno escluso ulteriori problemi, confermando la prognosi di 25 giorni. Da oggi sarà a riposo per altre tre settimane, per recuperare la commozione cerebrale riportata a causa dei colpi di casco alla testa e di un tavolino di alluminio che gli è stato scagliato dietro la nuca. Tra i capelli rimarrà una cicatrice, proprio lì dove adesso ha una ferita da medicare con cura. 
 

 

In servizio a Gragnano ma in ferie, il 36enne originario di Messina ha provato a intervenire per sedare una lite scoppiata per motivi di viabilità, dopo un leggero tamponamento tra scooter. Il suo intervento è terminato mentre documentava il luogo dei fatti, riprendendo con il telefonino. Tre balordi sono spuntati alle sue spalle e l’hanno investito in scooter, per poi aggredirlo. Ai primi tre si sono aggiunte almeno altre sette persone, tra cui un uomo che gli ha addirittura rubato il portafogli. Tra calci, pugni e spintoni, non sono mancati i colpi proibiti con caschi e un tavolino. Tutti i partecipanti all’aggressione sono residenti tra i rioni Savorito e Santa Caterina, quartieri dello spaccio controllati dal clan D’Alessandro. Ieri, però, il ritorno a casa dalla moglie Luisa e dal figlio piccolo ha permesso a Giovanni Ballarò di poter tornare per un attimo alla normalità. Nessuna festa, né striscioni per il suo rientro a casa, ma solo tanta tranquillità per dimenticare al più presto l’accaduto e poter tornare al suo lavoro. Ad attenderlo all’esterno dell’ospedale c’erano il tenente Andrea Riccio, il comandante della stazione gragnanese Giovanni Russo e altri colleghi che l’hanno accompagnato nella sua abitazione di Sant’Antonio Abate. 
 

Poco prima, Ballarò aveva scambiato due chiacchiere con il sindaco di Castellammare, Gaetano Cimmino: «Gli ho espresso la mia solidarietà, sincerandomi delle sue condizioni dopo il vile agguato da parte di un branco di criminali. Non vedo l’ora di incontrarlo di persona e di accoglierlo al Comune, per ringraziarlo per l’impegno e la passione con cui si batte ogni giorno, al pari di tutta l’Arma dei Carabinieri e delle altre forze dell’ordine, per tutelare la salute dei cittadini, mettendo a rischio persino la propria vita», spiega Cimmino. «Castellammare - gli ha risposto Ballarò - è una città bellissima e popolata da gente perbene, che non ha nulla a che vedere con quei criminali che ne hanno infangato l’immagine». 

Tutti gli arrestati saranno oggi dinanzi al gip di Torre Annunziata, con la Procura che sosterrà l’accusa durante l’interrogatorio per la convalida del fermo. Con la città ancora scossa per le violente immagini dell’aggressione, venerdì alle 18.30 in Villa comunale ci sarà una manifestazione di solidarietà al carabiniere e contro chi vuole trascinare la città delle acque in una deriva di delinquenza. Ieri invece davanti alla Caserma Pastrengo, a Napoli, flash mob organizzato dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli.
 

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