Castellammare, polveriera San Leonardo: anche il secondo direttore lascia

Castellammare, polveriera San Leonardo: anche il secondo direttore lascia
di Fiorangela d'Amora e Massimiliano D'Esposito
Venerdì 4 Dicembre 2020, 09:14 - Ultimo agg. 18:59
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Tensione e malumori nell'ospedale San Leonardo di Castellammare, il direttore sanitario Rosalba Santarpia lascia, al suo posto arriva Giuseppe Lombardi. Il dirigente già responsabile degli ospedali di Vico Equense e Sorrento sarà in questi giorni a Castellammare per proseguire la riorganizzazione voluta dall'azienda sanitaria. E proprio questa rimodulazione interna è stato terreno di scontro, per i ritardi accumulati nei lavori di adeguamento dei nuovi percorsi e l'istituzione del nuovo pronto soccorso, dedicato ai pazienti non Covid, già da lunedì prossimo. «Sono stanca - commenta l'ex direttrice - la mia decisione è dovuta ad un clima conflittuale che si è creato. Viaggiamo tutti nella stessa direzione ma certi documenti non li ho capiti». Il primo a lanciare l'allarme era stato il primario della Medicina d'Urgenza Pietro Di Cicco che pochi giorni fa ha scritto alla direzione spiegando che «il permanere nelle condizioni attuali espone i pazienti e tutto il personale ad un grave rischio di contagio e non garantisce i livelli minimi di assistenza». La carenza di personale e il blocco momentaneo ai lavori che da un mese circa sono in corso nel Pronto Soccorso sono la goccia che ha fatto traboccare il vaso. «C'è stima e collaborazione con Di Cicco - spiega la Santarpia - ancora oggi abbiamo lavorato assieme per definire i nuovi percorsi». 

Dopo Mauro Muto, un altro direttore decide di lasciare la guida di uno degli ospedali più importanti e critici della Napoli3. Dopo aver affrontato il Covid di petto, attrezzando sale e spazi in meno di 24 ore e aver superato per alcuni anche in prima persona la malattia, ora che la pressione sembra rallentare le polemiche corrono più veloci. Nei reparti il lavoro quotidiano prosegue a ritmo serrato, nonostante i dubbi sul nuovo Pronto Soccorso che sarà aperto accanto all'ingresso dell'ala storica ma che secondo i sindacati non sarebbe ancora a norma per l'assenza di un'area di filtraggio tra pazienti e familiari. Dal primo reparto convertito in Covid, diretto da Carmine Coppola, primario di medicina trasferito momentaneamente da Gragnano a Castellammare, arriva il grido d'allarme perché questa fase non venga sottovalutata. «In reparto abbiamo tempi di permanenza anche di pochi giorni - spiega il primario - rispetto ad un mese fa riusciamo a trasferire nelle strutture Covid, assicurando un paio di posti letto al giorno per il pronto soccorso». Degenze di medio termine che aiutano il buon funzionamento dei reparti anche se resta la paura per chi dovrebbe dirigersi per altre patologie in ospedale. «Sono in tanti i malati cronici che scelgono di non venire in ospedale per paura del Covid - spiega Coppola - per questo motivo dobbiamo fare di più per differenziare i percorsi e rassicurare tutti gli altri malati che fino a ieri accoglievamo in ospedale.

Si muore di Covid, ma anche in casa in attesa di cure».

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Dalla città arrivano le conferme che il Covid non stia affatto arretrando. Un focolaio nella casa di cura Santa Rita ha per ora colpito 12 anziani. Proprio tra i nuovi positivi in città, ieri 44, ci sono anche gli ospiti della casa di cura: almeno cinque gli ultraottantenni nel bollettino comunale. In totale ora a Castellammare ci sono 1474 contagiati e 84 guariti. Intanto a Vico Equense resta chiuso il pronto soccorso dell'ospedale De Luca e Rossano. Il Tar Campania respinge il ricorso presentato dal Comune contro la decisione dell'Asl Napoli 3-Sud di sospendere temporaneamente il servizio, fatta eccezione per le attività di primo soccorso ostetrico e pediatrico, dopo il trasferimento degli operatori al Covid Hospital di Boscotrecase e al pronto soccorso di Sorrento. Il Tar ha ritenuto che i provvedimenti temporanei «rientrano tra le misure eccezionali volte a riorganizzare e potenziare le attività in regime di ricovero in terapia intensiva per fronteggiare l'emergenza sanitaria da SARS-COV 2, in coerenza con quanto precisato dalla delibera della giunta regionale n. 304 del 16 giugno 2020, documento di programmazione peraltro, non oggetto d'impugnazione da parte del Comune che, a sua volta, attua per la Regione Campania le linee di indirizzo organizzative emanate dal ministero della Salute».
 

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