«Ho piena fiducia nelle indagini della commissione d'accesso: con la Prefettura c'è stata sempre massima collaborazione, uno dei nostri progetti è divenuto progetto pilota per il riutilizzo a fini sociali di un immobile confiscato. Stesso discorso con le Procure, con cui c'è dialogo a tutto campo». Gaetano Cimmino, sindaco di Castellammare di Stabia, commenta così la nuova indagine aperta dalla Dda di Napoli che chiede approfondimenti su sei politici candidati alle elezioni del 2018, inchiesta avviata all'indomani dell'insediamento della commissione d'accesso a Palazzo Farnese.
Un'attività a 360 gradi coordinata dal pm Giuseppe Cimmarotta e delegata ai carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata che servirà a sgombrare eventuali dubbi, in particolare su cinque consiglieri comunali eletti: le sole parentele più o meno vicine con alcuni camorristi non rappresentano da sole la prova di un'infiltrazione della malavita organizzata nell'attività amministrativa.
Il riferimento è al processo d'Appello ripartito pochi giorni fa e rinviato a fine mese. Tra i nove imputati spicca sicuramente il nome di Teresa Martone, 73enne vedova del defunto capoclan Michele D'Alessandro e mamma dei boss Pasquale, Luigi e Vincenzo, condannata in primo grado da incensurata a quattro anni e mezzo di reclusione. E ancora l'imprenditore Liberato Paturzo, ritenuto referente del clan anche per alcuni appalti ottenuti dallo stesso Comune stabiese, e i vari esponenti di spicco del clan Cesarano: Giovanni Cesarano (detto Nicola), Aniello Falanga e l'allora reggente Nicola Esposito «o' mostro», catturato nel 2015 dopo una lunga latitanza. «Qualora venissero confermate le condanne in Appello prosegue Cimmino questi esponenti dei clan dovranno risarcire il Comune per i gravi danni d'immagine arrecati alla città. Il Comune si è costituito anche in secondo grado. E su nostra indicazione, Castellammare si sta costituendo come parte civile in diversi processi penali che vedono imputati esponenti della criminalità organizzata dell'area stabiese. Mai prima di questa amministrazione, l'ente comunale si era presentato in tali procedimenti. A chi offende e mortifica la nostra città non faremo mai sconti».