La centrale del 118 «blindata»
a Napoli: misure anti aggressione

La centrale del 118 «blindata» a Napoli: misure anti aggressione
di Melina Chiapparino
Mercoledì 7 Agosto 2019, 12:08
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Più sicurezza e controlli maggiori nella centrale operativa del 118 che diventa "blindata" con una nuova disposizione. Nel documento a firma del direttore del servizio di emergenza territoriale, Giuseppe Galano, viene sottolineato che i locali ed il personale sono da considerare un "obiettivo sensibile" dunque, chiunque voglia accedere alla centrale dovrà essere necessariamente identificato dalla guardia giurata all’ingresso ed eventualmente autorizzato.

«La disposizione non è solo una misura anti-aggressioni ma si tratta della dovuta tutela di dati e informazioni sensibili che vengono quotidianamente utilizzate per lo svolgimento del nostro servizio - spiega Galano - i locali si trovano al piano terra di una struttura che compone l'ospedale del Mare e che risulta facilmente accessibile». Il servizio che si occupa del trasporto e del primo soccorso in città, effettua anche il coordinamento del trasporto ambulanze per le emergenze neonatali e del trasporto materno, per i dializzati, i detenuti e il trasporto cosiddetto secondario che riguarda anche sangue ed organi.

«I nostri luoghi sono al pari di un'ambasciata o un commissariato perciò è dovuta la massima tutela per gli operatori e l'intero servizio» aggiunge Galano. «Per noi che vigiliamo non solo la centrale operativa del 118 ma l'intero ospedale e' da considerarsi sito sensibile come previsto dalle norme antiterrorismo - ha dichiarato Giuseppe Alviti presidente dell'Associazione Nazionale Guardie Particolari Giurate - abbiamo richiesto assieme al generale Antonio Pappalardo un un incontro con i vertici Asl per implementare la sicurezza della collettività e siamo a disposizione per offrire la massima collaborazione».

Al momento le ambulanze sul territorio per il 118 in città sono 19 diurne e 13 notturne ma per i prossimi mesi Galano auspica più risorse «soprattutto operatori socio sanitari, infermieri e autisti perché seppure garantiamo un servizio al massimo delle nostre forze dobbiamo ammettere di essere in sofferenza ». 
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