Centro Igea, rapina a mano armata
nello stesso giorno dell'interdittiva

Centro Igea, rapina a mano armata nello stesso giorno dell'interdittiva
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 13 Agosto 2020, 10:13 - Ultimo agg. 13:42
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Avevano il casco da motociclista, gli occhiali da sole e una mascherina anticovid. Si sono presentati alla reception del centro Igea di Sant'Antimo e hanno svaligiato la cassa. Una rapina a mano armata, come ha raccontato una delle impiegate della struttura: «Ho visto che alzava la maglietta e aveva una pistola alla cintola. Mi ha ordinato di non urlare e mi ha obbligato a consegnare gli incassi. Non erano molti, perché la rapina è avvenuta dopo le 13, quando in genere vengono svuotate le casse della prima mattinata di lavoro. La mia collega è rimasta terrorizzata accanto a me».

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IL BLITZ
Una rapina consumata nelle stesse ore in cui prendeva corpo la notizia dell'applicazione di una misura interdittiva a carico della holding di società dei fratelli Cesaro, tra cui anche il centro clinico di viale degli Oleandri a Sant'Antimo. Un episodio che mostra la complessità dell'ambiente in cui hanno operato i fratelli Cesaro e che sembra confermare quanto dichiarato di recente da Antimo Cesaro, al cospetto dei giudici. Difeso dai penalisti Claudio Botti e Fabio Gino Fulgeri, Antimo Cesaro ha ottenuto i domiciliari (dopo qualche giorno di cella), battendo su un punto in particolare: il centro Igea è una eccellenza del territorio, non ci sono cointeressenza del clan Puca. Anzi: abbiamo sempre pagato il pizzo, siamo vittime del racket, anche per evitare di subire rapine, atti vandalici e azioni predatorie». Intanto, l'attenzione resta concentrata sul doppio versante: quello amministrativo e quello penale. Possibile il ricorso contro l'interdittiva (si leva la richiesta di una gestione controllata a tutela dei settanta dipendenti); mentre sotto il profilo penale, lo scorso giugno il gip ha rigettato la richiesta di sequestro. Ora si attendono le nuove mosse del pm.
 
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