Centro storico di Napoli e altri siti
dell'Unesco a rischio entro il 2100

Centro storico di Napoli e altri siti dell'Unesco a rischio entro il 2100
Martedì 16 Ottobre 2018, 17:56
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Venezia, Ferrara e il delta del Po, Ravenna, e ancora le Cinque Terre, il centro storico di Napoli e le città barocche della Val di Noto: sono 13 le località italiane patrimonio dell'Unesco, che entro la fine del secolo potrebbero essere cancellate dall'erosione delle coste o dalle inondazioni dovute dell'innalzamento del livello del mare. Lo indica la simulazione secondo la quale sono 49, in tutto il Mediterraneo, le meraviglie dell'Unesco minacciate, con l'Italia che ospita il numero più alto. Pubblicata su Nature Communications, la ricerca è coordinata da Lena Reimann, dell'università tedesca di Kiel.

La simulazione si è concentrata su 49 località patrimonio dell'Unesco che si trovano sulle coste di 16 Paesi del Mediterraneo e ha mostrato che ben 37 di esse rischiano di essere colpite da un alluvione nei prossimi 100 anni, mentre 42 sono minacciate già oggi dall'erosione costiera. Questo significa che alcuni siti sono minacciati da entrambi gli eventi. La ricerca indica inoltre che entro il 2100 in tutto il bacino del Mediterraneo il rischio di inondazioni potrebbe aumentare del 50% e il rischio di erosione del 13%. Di conseguenza, tutti questi tesori dell'Unesco tranne due (Medina in Tunisia e Xanthos-Letoon in Turchia) rischieranno di essere colpiti da uno di questi eventi. L'Italia ospita il numero più alto di queste meraviglie a rischio, ben 13, seguita da Croazia (6) e Grecia (3). Fra tutti i siti, inoltre, Venezia è fra i luoghi più minacciati. Tuttavia, scrivono i ricercatori «una volta che il Mose sarà completato, il rischio si ridurrà notevolmente perché il sistema di barriere mobili proteggerà la città e la laguna dall'acqua alta fino a 3 metri».

Dalla ricerca emerge anche che Venezia è l'unico sito Unesco del Mediterraneo in cui siano state adottate misure per proteggerlo dall'acqua alta, ma in base a queste previsioni, avvertono gli autori, bisognerebbe adottare con urgenza sistemi per proteggere tutti questi luoghi minacciati.
Tra le possibili soluzioni, barriere artificiali, che non abbiamo però un impatto sull'aspetto estetico del sito, oppure barriere naturali. Queste ultime potrebbero essere realizzate conservando o ripristinando gli ecosistemi costieri, basati su flora, fauna e dune, che sono in grado sia di attenuare i livelli dell'acqua, sia di evitare che la costa venga 'mangiatà dal mare. Tuttavia, concludono gli esperti, l'entità della minaccia dipenderà in gran parte dagli sforzi globali per mitigare questi rischi nei prossimi anni e che dovrebbero perseguire l'obiettivo previsto dall'accordo di Parigi sul clima di limitare l'aumento della temperatura a 1,5 gradi.
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