Centro trapianti del Monaldi, arriva
la diffida di Federconsumatori

Centro trapianti del Monaldi, arriva la diffida di Federconsumatori
di Melina Chiapparino
Mercoledì 25 Aprile 2018, 13:09
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Proteste, scioperi della fame e la lettera indirizzata al presidente della Repubblica. Queste sono solo alcune delle azioni messe in campo dal ‘Comitato genitori dei trapiantati’ da quando, nel 2016, furono sospese le procedure di trapianto pediatrico presso il centro specializzato del Monaldi. Uno stop causato da carenze di uomini e mezzi, oltre ai conflitti tra equipe mediche, culminati in un esposto dei genitori dei piccoli pazienti depositato all’autorità giudiziaria per interruzione di pubblico servizio. Lo stato dei fatti è la richiesta ufficiale della ripresa delle attività inviata alla Regione dal commissario Giuseppe Matarazzo e una delibera dell’Azienda dei Colli, che ha impostato un nuovo modello organizzativo, secondo cui l'assistenza ai bambini viene divisa per competenze e fasce di età. Al momento, in vista dell'organizzazione di un reparto unico per i trapianti, i bambini dai 10 anni in su e i vecchi trapiantati, conflusicono nei reparti per gli adulti. Da qui la diffida di Federconsumatori Campania.

L’associazione, che in questo caso agisce in sinergia con il comparto Federconsumatori Nazionale, segue da sempre il ‘Comitato genitori dei trapiantati’ e stavolta ha messo nero su bianco, alcune ombre che potrebbero compromettere seriamente l’assistenza dei piccoli, secondo quanto si legge dalla denuncia. «Federconsumatori evidenzia che presso il Centro Trapianti del Monaldi sono stati recentemente ricoverati soggetti trapiantati pediatrici, non allocati in cardiochirurgia o terapia intensiva pediatrica ma in quella adulti- c’è scritto nella diffida - sistemazione emergenziale che avrebbe necessitato come minimo un previo allestimento con aree, mezzi e personale idonei». In pratica, secondo il nuovo assetto stabilito dalla recente delibera aziendale si esclude dall’accesso ai reparti pediatrici tutti i minori dai 10 anni, che dunque sono assistiti nei reparti degli adulti, dividendo di fatto, l’assistenza dei minori in due fasce. A fronte di questa decisione, Federconsumatori scrive: «non sono menzionate le linee guida di carattere scientifico di supporto di una simile decisione e ci sembra un comportamento di assoluta gravità e dannosità che avviene in mancanza di appositi percorsi assistenziali diagnostico terapeutici pediatrici pubblicati, condivisi e validati dal Centro Regionale Trapianti e dalla Regione Campania, come più volte contestato da Federconsumatori Campania».

Un’altra mancanza, secondo quanto segnalato dall’associazione riguarda «i percorsi per gli accessi in emergenza urgenza, che già avrebbero dovuto essere predisposti e formalizzati, da lunga data, da parte della direzione sanitaria aziendale e del responsabile del team multidisciplinare». Le critiche sono rivolte anche all’audit ministeriale, compiuto lo scorso 13 gennaio, che «non ha esaminato tutti i singoli casi di decesso segnalati, non ha approfondito le modalità di gestione delle liste d’attesa e dell’assegnazione degli organi, ha riconosciuto un esito trapiantologico del tutto insoddisfacente (ovvero 2 decessi su 2 trapianti pediatrici ma anche 7 decessi su 18 trapianti adulti e ha dato indicazione alla sospensione della sola attività pediatrica in ragione di un conflitto relazionale tra i dirigenti interessati». Dunque Federconsumatori punta il dito, dubitando di un «doveroso approfondimento istruttorio aziendale, considerato che ai medesimi dirigenti dovrebbe poi essere affidata l’attività trapiantologica sin qui sospesa». La lista mancanze indicate nel documento è lunga e viene rilevata «l’assenza di percorsi diagnostici – terapeutici assistenziali pediatrici e per adulti, la mancanza di Carta dei Servizi del Centro Trapianti e degli standard di qualità, la mancata pubblicazione delle liste d’attesa del Centro Trapianti e la mancata pubblicazione degli esiti trapiantologici per adulti e pediatrici oltre al ricovero di pazienti pediatrici in reparti adulti».

Secondo la diffida queste condizioni determinerebbero «un’evidente lesione dei livelli essenziali di assistenza in campo trapiantologico di diretta responsabilità dell’azienda ospedaliera, configurando un comportamento gravemente scorretto in danno dell’utenza pediatrica, giuridicamente rilevante». Per questi motivi, Ferconsumatori Campania e Nazionale, sostenuti dal Comitato Sanità Campania, hanno diffidato l’Azienda Ospedaliera dei Colli, «dal proseguire nel comportamento scorretto – si legge nel documento – richiedendo di porre in essere i più opportuni atti e provvedimenti per la ripresa dell’attività trapiantologica pediatrica sospesa da parte dell’azienda, la riattivazione dell’attività trapiantologica sospesa previa riorganizzazione secondo il modello unitario regionale ed aziendale, la redazione immediata di specifici percorsi diagnostici- terapeutici di assistenza pediatrici e per adulti, la redazione immediata di Carta dei Servizi del Centro Trapianti e degli standard di qualità, la pubblicazione immediata delle liste d’attesa del Centro Trapianti, la pubblicazione immediata degli esiti trapiantologici per adulti e pediatrici e il ricovero di tutti i pazienti afferenti alla trapiantologia pediatrica nella Cardiochirurgia e Terapia intensiva pediatrica».

«Dopo la diffida a decorso dei termini di legge di 15 giorni, non esiteremo, in mancanza di immediati provvedimenti a presentare ricorso al Tribunale per ottenere la cessazione del comportamento lesivo- tuona Carlo Spirito avvocato di Federconsumatori, specializzato del comparto Sanità – la nostra azione è duplice perché si tratta di una problematica che riguarda l’assistenza rivolta a tutto il meridione e ci teniamo a ricordare che il referente unico ed essenziale deve essere il piccolo paziente cardiopatico e basta». La diffida non ha precedenti e rappresenta un vero e proprio atto capofila di un’azione legale mai tentata fin’ora. «E’ la prima volta che noi procediamo con un’azione inibitoria nei confronti di un’azienda ospedaliera- sottolinea Sergio Veroli vicepresidente nazionale di Ferderconsumatori - l’intenzione è risolvere un problema che ha conseguenze gravi e questa è un’azione per far si che possano superare velocemente conflitti e mancanze che disturbano l’assistenza, ormai è un anno che Federconsumatori si sta specializzando nell’affiancamento legale all’utenza per questioni di malasanità e inefficienze con sportelli e azioni su tutto il territorio nazionale».

A questo monito si associa anche il presidente di Federconsumatori Campania. «Siamo al fianco delle amamme a chiedere con forza che siano ripristinate le condizioni per assistere i bambini che necessitano di un'assistenza all'altezza del resto del paese- dichiara Rosario Stornaiuolo - abbiamo affiancato il Comitato genitori dei trapiantati nelle varie azioni di protesta intraprese ma ora è giunto il momento di agire legalmente». Sulla vicenda il veritice aziendale, rappresentato dal manager Matarazzo non rilascia dichiarazioni e fa parlare la delibera recentemente approvata, a dimostrazione della presa in carico dell'azienda dell'assistenza pediatrica ora riorganizzata.







 
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