Cgil Napoli, proclamato lo sciopero
degli esperti riabilitazione il 18 ottobre

Cgil Napoli, proclamato lo sciopero degli esperti riabilitazione il 18 ottobre
Mercoledì 5 Ottobre 2022, 12:38
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La Cgil area metropolitana di Napoli ha proclamato lo sciopero degli esperti della riabilitazione il 18 ottobre dalle ore 8 alle 20, non garantendo, «seppure a malincuore», i servizi dei lavoratori.

La vertenza riguarda circa 550 lavoratori nell'area metropolitana di Napoli tra fisioterapisti, logopedisti, neuropsicomotricisti, educatori professionali, psicologi, operatori socio sanitari, infermieri ed altro personale che presta complessivamente servizio in più di 10 strutture tra Napoli e l'area a Nordi di Napoli.

I professionisti sanitari incroceranno le braccia nelle aziende attive nel settore della riabilitazione e riconducibili allo stesso gruppo aziendale a seguito della comunicazione del cambio di contratto con l'applicazione di un contratto collettivo nazionale di lavoro al ribasso sia in termini economici che normativi.

«Sul fenomeno del dumping contrattuale», spiegano Marco D'Acunto e Mario Zazzaro della funzione pubblica Cgil «nella riabilitazione in Campania si discute da troppo tempo senza mai giungere a soluzioni concrete ed efficaci, complice la politica che mette in atto azioni di principio che poi, nel concreto, non producono nulla e consentono a imprenditori che fanno impresa esclusivamente con soldi pubblici di fare shopping contrattuale avvantaggiandosi rispetto ad altri».

Per la Fp Cgil non si tratta di una battaglia solo su salario e diritti per coloro i quali saranno assunti in questa aziende all'indomani della eventuale applicazione del nuovo contratto ma, soprattutto, di una battaglia per dare dignità al lavoro per professionisti che hanno lottato 14 anni per avere un rinnovo contrattuale e, adesso, vedono sfumare quelle conquiste.

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«La Fp Cgil non resterà in silenzio», dicono i dirigenti sindacali, «continuerà a sensibilizzare l'opinione pubblica con azioni di mobilitazione volte ad impedire che il cambio contrattuale avvenga ma anche a scalfire le coscienze dei parlamentari regionali.

Non si può continuare a giocare sulla pelle dei lavoratori offrendo salari al ribasso e complessi normativi differenziati, ovviamente in minus, soprattutto in un settore come la sanità dove, peraltro, vengono investite ingenti risorse pubbliche».

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