La Cgil: «Napoli, in 2 anni solo 29 scuole messe in sicurezza. Troppe restano a rischio»

La Cgil: «Napoli, in 2 anni solo 29 scuole messe in sicurezza. Troppe restano a rischio»
Venerdì 5 Giugno 2020, 11:51 - Ultimo agg. 17:22
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«Nell'area metropolitana di Napoli solo 71 edifici scolastici, pari al 17%, sono stati costruiti con criteri antisismici e solo su 112 è stata effettuata la verifica di vulnerabilità antisismica. Negli ultimi due anni, solo su 29 edifici sono stati effettuati interventi di messa in sicurezza. L'insieme del patrimonio necessita quindi di interventi di manutenzione straordinaria e di adeguamenti alle norme in materia di eliminazione rischi, relativamente a impiantistica e prevenzione incendi». È quanto si legge in una nota diffusa dalla Camera del lavoro metropolitana di Napoli in merito alla situazione dell'edilizia scolastica. «Molte aule - precisa la Cgil - hanno banchi e sedie rotte, palestre fatiscenti, spesso i cortili fungono da deposito merci di varia natura ed hanno una recinzione fatiscente- E pensare che tra Fondi Regionale, Pon e Piani periferie sono stati pianificati circa 238 interventi per un totale di 566.600.000 euro».

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«La Cgil Napoli, insieme alle categorie della scuola Flc e dell'edilizia Fillea - prosegue il documento - ritiene necessario attuare un grande progetto di riqualificazione del patrimonio scolastico metropolitano nel quale 'sicurezza e sostenibilità' diventano le parole chiave per garantire la qualità e la vivibilità necessaria per traguardare il successo formativo grazie ad ambienti moderni e edifici sicuri. Un serio e condiviso progetto di riqualificazione del patrimonio scolastico ha in sè enormi potenzialità dal punto di vista sociale, di qualità della vita nei territori, dell'ambiente e della socialità in particolare nelle periferie. Pensiamo che vada costruito insieme alle associazioni, alle categorie produttive ed associazioni professionali, ai genitori, affinché la qualità e la sostenibilità degli interventi siano oggetto di attenzione». «Questa pandemia - secondo la Camera del lavoro metropolitana di Napoli - può essere un'occasione unica per poter finalmente cambiare registro e non va sprecata. Come non va sprecata la possibilità di ripensare la scuola che deve essere sempre più legata al territorio come comunità educante. La crisi educativa e sociale prodotta da questo anno scolastico spezzato va in-serita fra le emergenze da affrontare con maggiore coraggio e decisione. Se l'assembramento sarà un ulteriore problema da risolvere allora occorrerà ripensare a nuovi luoghi fuori la scuola così come sarà necessario il tempo scuola fuori della scuola stessa. Riconsiderare gli spazi fuori la scuola vuol dire utilizzare luoghi diversi, accessibili a tutti, come beni confiscati o realtà dismesse, teatri o parchi archeologici. Per la ripresa del Paese, la scuola e i servizi educativi per la prima infanzia sono temi che vanno affrontati al pari delle attività produttive, non perché rispondono a problemi di conciliazione famiglia-lavoro per i genitori, ma perché diritti costituzionali dei bambini e ragazzi a ricevere un'istruzione e ad avere accesso alle risorse per il pieno sviluppo delle proprie capacità e creare le condizioni affinché nessuno resti indietro». «La scuola - conclude la nota - è un luogo di uguaglianza e nello stesso tempo di rispetto delle diversità, in cui tutti possano sentirsi ciò che sono. E deve concorrere a formare una generazione di donne e uomini autonomi e liberi. La Cgil Napoli vuole contribuire con un nuovo protagonismo sociale a far sì che il diritto allo studio non venga più negato».
 

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