Cgil scuola, scontro finale a Napoli:
«Gallo espulso perché scomodo»

Cgil scuola, scontro finale a Napoli: «Gallo espulso perché scomodo»
di Valerio Iuliano
Giovedì 9 Novembre 2017, 12:43
4 Minuti di Lettura
La Flc Cgil di Napoli si spacca. Sono 33 i dirigenti regionali e provinciali del sindacato di categoria che ieri hanno rassegnato le dimissioni dalle loro cariche e revocato l'adesione alla Cgil. Un vero e proprio abbandono di massa con pochi precedenti nella storia recente dell'organizzazione. Le motivazioni delle dimissioni sono state illustrate dagli stessi dirigenti in una missiva indirizzata al neosegretario generale della Flc Cgil di Napoli e della Campania Alessandro Rapezzi ed al segretario nazionale dello stesso sindacato di categoria Francesco Sinopoli. Un documento durissimo in cui i 33 dimissionari bollano come antidemocratici i metodi di un sindacato in cui ciò che non si allinea, si elimina. Il conflitto con i vertici dell'organizzazione si è acuito nello scorso mese di luglio, quando il segretario Norberto Gallo fu espulso dalla Flc per aver partecipato - nella veste di giornalista pubblicista - ad un dibattito con il terrorista nero Stefano Delle Chiaie.

L'espulsione di Gallo fu decretata a soli 9 giorni dalla sua elezione alla carica di segretario. I dimissionari la giudicano ancora pretestuosa e la spiegano come «un modo per far fuori un segretario scomodo e non allineato con la nuova linea filogovernativa del nazionale. L'epurazione delle voci fuori dal coro - si legge nel documento - ha riguardato poi anche la maggioranza che lo aveva espresso». Lo strappo all'interno del sindacato di categoria è divenuto poi insanabile lo scorso 24 ottobre con l'elezione del nuovo segretario Alessandro Rapezzi. «Il compagno eletto - scrivono i firmatari del documento - è un dirigente toscano di lungo corso, fino a ieri in forza al confederale di Firenze, sostanzialmente imposto dai centri regolatori alla votazione di un'assemblea generale provinciale decimata e stremata dal clima e dagli avvenimenti surreali degli ultimi sei mesi. Sei mesi nel corso dei quali abbiamo assistito increduli all'impiego spregiudicato di ogni sorta di strumento utile a ricondurre nel solco della normalizzazione una delle strutture territoriali della Flc più grandi e vitali in termini sia numerici che politici». Le modalità dell'elezione del segretario vengono contestate dagli ex dirigenti che la ritengono un «commissariamento bianco, ovvero un'elezione calata dall'alto». Ovvero un modo per non tenere conto della maggioranza che aveva eletto Gallo.

«Mentre il nuovo segretario - spiega l'ex responsabile della sede di Giugliano, Paolo Bellino - non era nemmeno presente al momento della votazione». Il gruppo dirigente dimissionario rivendica i risultati recenti del sindacato territoriale di categoria, in un momento critico per le organizzazioni dei lavoratori. Sono oltre 8mila i tesserati della Flc di Napoli e provincia. Un numero di iscrizioni che ne fanno attualmente la struttura più numerose sull'intero territorio nazionale, tra quelle dedicate dalla Cgil al comparto scolastico. Ed è proprio sulle scelte del sindacato nel settore della scuola che vertono le contestazioni dei dimissionari. «Quello che sembrava un banale e naturale avvicendamento al vertice della segreteria napoletana - sostengono i transfughi - è stato scientemente trasformato nel massacro del gruppo dirigente di maggioranza della Flc di Napoli e provincia, immolato sull'altare del riallineamento delle posizioni dell'intera Cgil a quelle governative, in particolare del comparto scuola a quelle del Miur. Quel cambiamento sostanziale di linea, mai dichiarato ma di fatto praticato, si era manifestato già dai tempi del boicottaggio della Confederazione nei confronti della raccolta di firme per i referendum contro la legge 107/15».

La legge sulla buona scuola è uno dei principali argomenti dei contestatori che sono tutti lavoratori del settore. Ad ognuno di essi è appartenuta fino a ieri una carica nel sindacato di categoria dedicato alla scuola. Tra i 33 dimissionari, figurano 25 dirigenti regionali e provinciali, 17 responsabili e consulenti delle 28 sedi. Alcuni di essi ricoprivano tanto la carica di dirigente quanto quella di consulente nelle varie sedi dislocate sul territorio provinciale. E molti di essi ricoprivano l'incarico di delegato regionale. «Siamo finiti vittime - si legge ancora nella missiva ai vertici della Flc - di un ribaltone' in piena regola, costruito con la contrattazione di nuovi posizionamenti in nome di percorsi quantomeno opachi e contraddittori, e dall'uso, quello si fascista, di sistemi degni del peggior regime autoritario. Una frattura insanabile, dunque, mentre si ipotizzano altri abbandoni del sindacato di categoria nelle prossime ore. Riteniamo inaccettabile - proseguono gli ex dirigenti- quanto accaduto: i continui rinvii, le mezze verità e le tante bugie, l'azzeramento violento dopo il 19 luglio dell'elezione del segretario non gradito a Roma. Ma riteniamo inaccettabili anzitutto modi e sistemi messi in campo, il cui uso disinvolto tradisce la preoccupante abitudine a manovrare senza alcuno scrupolo, ricorrendo a mezzucci, soprusi e bugie». Le scelte della Cgil vengono considerate dagli ex dirigenti non consone agli interessi dei lavoratori del comparto scolastico. Bocche cucite dai vertici della Cgil di Napoli. «L'unico modo per camminare ancora - concludono i dimissionari - è quello di cambiare strada. Ma continueremo a difendere i lavoratori».