Cimitero di Poggioreale, dopo i crolli il monito del vescovo: «Ora dignità ai defunti»

Cimitero di Poggioreale, dopo i crolli il monito del vescovo: «Ora dignità ai defunti»
di Luigi Roano
Giovedì 3 Novembre 2022, 07:03 - Ultimo agg. 4 Novembre, 07:25
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I volti contriti dei comitati dei familiari - nati per il recupero delle salme e delle bare dai crolli delle cappelle del 5 gennaio e del 17 ottobre al cimitero di Poggioreale - sono l'immagine del 2 novembre, del giorno dedicato ai defunti. Vogliono che i loro morti ricevano rapidamente una nuova e dignitosa collocazione: e come dargli torto? Purtroppo però nella vita come nella morte le cose non sono mai semplici. Anche qui il tema è capire chi paga. Il sindaco Gaetano Manfredi al riguardo è molto netto: «Il cimitero di Poggioreale ha tanti problemi, stiamo lavorando per dare risposta a problemi che ci sono da decine di anni. Noi oggi abbiamo un cimitero che richiede interventi di manutenzione straordinaria soprattutto da parte dei proprietari delle cappelle private, delle confraternite su cui c'è la necessità di fare manutenzione straordinaria e anche di fare valutazioni di stabilità». L'ex rettore spiega ancora: «Laddove c'è competenza del Comune stiamo accelerando la procedura di recupero delle salme iniziata poche settimane fa dopo il dissequestro dell'area. Ho incontrato i comitati per manifestargli la vicinanze dell'Amministrazione comunale e il massimo impegno da parte nostra per una dignitosa sepoltura. E ho preso l'impegno con loro a farli partecipare a tutte le operazioni». Manfredi rassicura sulla tensostruttura dove sono state sistemate bare e salme già recuperate, ma ce ne sono ancora centinaia da disseppellire dalle macerie: «È sicura» e riguardo al riconoscimento delle salme afferma: «È una procedura complessa, stiamo raccogliendo tutti gli elementi ove non bastassero procederemo con il test del dna». 

Insomma, chi paga è il tema della giornata. E Manfredi ha già scontornato quali sono i confini di Palazzo San Giacomo. L'assessore ai cimiteri Vincenzo Santagada è ancora più preciso: «Il Comune ha dato in concessione per un secolo alla Curia i suoli dove sono state edificate le Congreghe e le Arciconfraternite.

Sono i concessionari che pagano le Arciconfraternite e le Congreghe». 

Il vescovo don Mimmo Battaglia fa il suo mestiere e la butta sulla pietas: «L'immagine di quelle bare sospese nel vuoto - dice nella sua omelia - è una ferita aperta per tutti e mi riporta alle tante vite sospese che abitano questa città: a coloro che sopravvivono sulla strada, a coloro che hanno perso il lavoro, a chi non ce la fa, a chi è precario a vita, a coloro cui la vita è segnata dalla solitudine, a chi ha perso la speranza, alle donne vittime di violenza, ai bambini a cui è rubato il presente. Non possiamo permetterlo, occorre reagire contro ogni logica di indifferenza». Monsignor Battaglia insiste sull'argomento: «Si ha il dovere di seppellire degnamente quei resti perché sono storie di sacrifici. Si ha il dovere di dare risposte chiedendo giustizia e pietà per chi non abbiamo saputo proteggere nel sonno della morte. Quei resti sono la memoria del nostro passato, quelle tombe non sono monumenti lasciati al tempo, ma sono presenza di grandi e di piccoli, di uomini e donne che ancora oggi ci narrano l'amore che hanno avuto per i loro familiari». Il vescovo poi ricorre a una delle sue parabole: «Non possiamo dimenticare l'accaduto - prosegue - tacere le conseguenze e coprirne le responsabilità. La vicinanza sta proprio nel ricercare la verità e difenderla, nel promuovere una collaborazione per chi ha avuto una doppia perdita: la morte e lo scempio dei resti mortali. Accomunati dallo stesso dolore cerchiamo giustizia, perché non accada più una situazione simile. Abbiamo bisogno di creare luoghi sicuri in cui possiamo piangere senza avere la paura di crolli, abbiamo bisogno di dare dignità alle tombe, a tutte le tombe».

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Chiarito il contesto della vicenda e ciò che è contendibile e cosa non lo è, resta il tema di fondo che il cimitero di Poggioreale sta inguaiato e Palazzo San Giacomo deve assumersi la sua quota «di responsabilità» per dirla con le parole del vescovo. Il 2 novembre per i napoletani ha sempre avuto un forte significato, ma quest'anno gente se ne è vista così poca da mettere ancora di più in primo piano lo stato in cui è ridotto il super cimitero di Poggioreale di cui i due crolli sono solo una conseguenza: degrado, abbandono, aiuole non potate, decine e decine di altre cappelle abbandonate con annesso pericolo di crolli e dell'incolumità di chi potrebbe trovarsi nel posto giusto al momento sbagliato. I vialoni disegnati nel secolo illuminato dall'architetto Ferdinando Fuga sono pieni di buche. Il culto dei morti è molto cambiato, e con la cremazione che prende sempre più piede con il via libera della Chiesa, il tema non è più ricercare più spazio per nuovi loculi, ma conservare al meglio e ottimizzare quelli attuali. I tempi delle riffe per avere un loculo sono ormai passati. Rosetta Iervolino con l'assessore ai Cimiteri Paride Caputi - purtroppo scomparso - varò il Piano regolatore dei cimiteri dove quello di Poggioreale doveva diventare «il Parco della memoria». Al riguardo cosa intende fare il Comune. Parola ancora a Santagada: «Oggi - spiega - è un giorno importante perché inizia il recupero delle salme del crollo del 5 gennaio, una operazione che durerà molti mesi. Qui le responsabilità sono chiare sono della Metropolitana perché è dovuto agli scavi per le gallerie e la Metropolitana si è assunta l'onere di recupero delle salme e di fare il resto dei lavori». La sostanza è che per l'assessore la vicenda più complessa è quella del crollo del 17 ottobre: «Una cappella privata dell'800, aspettiamo un progetto per capire cosa fare e chi deve farlo anche per il recupero delle salme. Non è mai stata fatta manutenzione in queste Cappelle, l'ultima risale a 40 anni fa e secondo i tecnici ci sono state speculazioni, i lavori non sono stati fatti a regola d'arte tanto che è aperta una inchiesta della Procura. Il Comune può anche anticipare i fondi, ma poi servirà una sinergia più complessiva per mettere in moto il risanamento del cimitero». Santagada lancia un'idea per il recupero delle cappelle e congreghe abbandonate. «Non c'è più la memoria nessuno che le reclama e sono pericolose. Una idea potrebbe essere quella che il Comune le faccia sue e poi lanciare una manifestazione di interesse verso i privati per la loro ricostruzione o restauro. Una materia complessa perciò servono sinergie. Anche il Prefetto si è reso conto della gravità della situazione, servono fondi e impegno. Ieri abbiamo fatto un giro assieme e gli ho mostrato le tante criticità che ci sono». L'assessore ha anche la delega al verde e su questo a Poggioreale c'è molto da fare. «Stiamo intervenendo - conclude Santagada - a noi il cimitero è stato consegnato solo il 5 luglio. Siamo consapevoli che si tratta di un patrimonio storico, culturale è la storia di Napoli e bisogna salvaguardarla». 

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