Cimitero di Napoli, crollo a gennaio: le ossa ancora sul selciato

Cimitero di Napoli, crollo a gennaio: le ossa ancora sul selciato
di Paolo Barbuto
Domenica 21 Giugno 2020, 10:30
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Al cimitero di Poggioreale alla fine di gennaio si verificò un crollo. Venne giù un muro dov'erano sovrapposte decine di tombe, così in mezzo alle pietre e al detriti si mescolarono le ossa dei poveri morti.

Al cimitero di Poggioreale siamo tornati l'altro giorno e abbiamo scoperto che, dopo quattro mesi, le ossa mescolate ai resti del crollo di gennaio sono ancora lì, impietosamente esposte, drammatico simbolo dell'immobilismo che trascina quel luogo nel baratro del degrado.

Su una lapide ottocentesca nella zona che sovrasta il quadrato degli uomini illustri, una mano incerta ha lasciato un messaggio con la vernice rossa, le parole, testuali, testimoniano le difficoltà con la lingua italiana, il messaggio certifica un'attenta conoscenza di qualcosa che in tanti immaginano ma nessuno può confermare: «per colpa del camorra anno badonati i morti». Non c'è bisogno di traduzione, nonostante gli errori, il significato è decisamente chiaro anche se, lo ribadiamo, non esiste nessun tipo di conferma e fino a prova contraria non ha nulla di veritiero, è una semplice scritta su una tomba antica.

Simbolo del degrado, quello sì.
 

 

Ecco, senza andare a scomodare lo schifo della malavita organizzata (sulla quale indaga e indagherà chi ne ha facoltà e competenze) noi nel nostro piccolo possiamo testimoniare che i morti al cimitero di Poggioreale sono realmente abbandonati, ma solo perché sono lasciati ad affondare nella melma del degrado che avvolge ogni luogo senza manutenzione.

Ecco perché siamo partiti dall'ultimo evento, quello del crollo di fine gennaio, per iniziare un viaggio che speravamo diverso da quelli che siamo abituati a fare dentro al cimitero. Invece siamo arrivati lassù, nella porzione che confina con via Santa Maria del Pianto, e abbiamo ritrovato la stessa identica scena di quattro mesi fa. Anzi, no, la scena è leggermente peggiorata perché gli eventi atmosferici hanno sparpagliato ancora più in giro residui del crollo e ossa umane regalando uno scenario di definitivo orrore e di manifesta incuria.

Non sarebbe stato opportuno, durante i lunghi giorni di chiusura del cimitero, raccogliere quei poveri resti per evitare lo scempio?
 

Domanda retorica, ovviamente. Chi volete che faccia caso a qualche teschio rotolato sul selciato in un cimitero dove le tombe con i marmi spaccati sono decine e le ossa dei morti sono in bella vista ad ogni angolo?

Senza scivolare in dettagli da filmacci horror possiamo confermarvi che, rispetto all'ultima accurata visita che avevamo effettuato all'inizio del 2020, durante la quale avevamo contato circa 25 tombe completamente aperte e almeno altre 150 con i marmi spaccati in più punti che lasciavano le ossa a vista, ieri abbiamo riscontrato delle novità.

Ci siamo soffermati nella porzione di terrasanta che circonda gli uomini illustri e abbiamo contato altre quattro tombe con i marmi spaccati o divelti e almeno due dalle quali è sparita ogni copertura e i resti sono totalmente a vista.

Vi risparmiamo le fotografie che potrebbero togliervi il sonno, ci limitiamo a spiegarvi che in uno dei due loculi che si sono scoperchiati negli ultimi mesi, c'è un corpo che ha subito una sorta di processo di mummificazione ed è in bella mostra al centro di un vialetto alberato. Stop, nessun altro dettaglio orribile.

Solo il dolore per un luogo che dovrebbe essere di raccoglimento e preghiera ed è invece un posto pericoloso dove c'è il rischio di inciampare in un teschio.

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