Cimitero di Napoli, nuova tegola: si rischiano altri crolli, scatta il maxi sequestro

Cimitero di Napoli, nuova tegola: si rischiano altri crolli, scatta il maxi sequestro
di Paolo Barbuto
Martedì 11 Gennaio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 12 Gennaio, 17:15
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Ieri pomeriggio i carabinieri sono tornati al cimitero monumentale di Poggioreale e hanno notificato un provvedimento di ampliamento del sequestro rispetto all’area già inibita dopo il crollo del cinque di gennaio. Sono bastati i primi sopralluoghi dei tecnici per stabilire che il pericolo di crolli va ben oltre la zona attualmente vietata: i danni prodotti dal cedimento della galleria della Metropolitana, in costruzione sotto la collina di Poggioreale, potrebbero essere ben più estesi. Finché il quadro non sarà definitivamente chiaro, a nessuno sarà consentito l’accesso nelle zone di possibile rischio.

Sulla vicenda indaga il pm Giuseppe Tittaferrante, magistrato in forza al pool coordinato dal procuratore aggiunto Simona Di Monte: l’ipotesi sul tavolo è quella di crollo o disastro colposo.

Le verifiche sono affidate ai carabinieri del comando provinciale di Napoli, agli ordini del generale Enrico Scandone. Quando l’area del crollo sarà messa in sicurezza, interverranno anche i militari del Racis, il raggruppamento delle investigazioni scientifiche dei carabinieri al comando del generale di brigata Riccardo Sciuto: arriverà a Napoli il personale del nucleo speciale “riconoscimento vittime di disastri” che tenterà di dare un nome alle quasi settecento salme crollate assieme alle macerie dall’arciconfraternita che si è sbriciolata nella notte del cinque di gennaio.

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Le indagini sono volte ad accertare le cause del cedimento delle barriere che avrebbero dovuto bloccare la falda acquifera nella quale è in costruzione la seconda canna della galleria di collegamento della Linea 1 della metropolitana fra Poggioreale e Capodichino. Si raccolgono documenti su progetti, permessi e sulle relazioni tecniche ad essi allegate, si ripercorre a ritroso anche ogni singola fase dell’affidamento dei lavori per cercare di ottenere un quadro preciso delle responsabilità sull’evento. La Metropolutana di Napoli Spa, azienda che gestisce la costruzione dell’infrastruttura, fin dal primo momento ha assicurato alla Procura il massimo della collaborazione mettendo a disposizione tutti i documenti disponibili.

Attualmente, però, l’attenzione massima è concentrata sulla definitiva eliminazione di ogni altro pericolo derivante dal cedimento e dall’allagamento della galleria in costruzione. Solo dopo aver messo in sicurezza la parte ipogea, quella dei lavori in corso, sarà possibile dedicarsi alle strutture del cimitero che potrebbero subire (o aver già subìto) danni tali da comprometterne la stabilità, ecco perché l’area del sequestro è stata allargata in attesa di certezze assolute sulla sicurezza. 

 

Proprio ieri erano ripartite, dopo cinque giorni di stop, le operazioni di polizia mortuaria nel cimitero monumentale di Napoli. È stato consentito l’accesso agli operatori che hanno inumato una decina di salme in attesa da giorni, e sistemato altrettante urne cinerarie negli spazi già predisposti all’interno del cimitero.

Da ieri sera, però, c’è stato un nuovo stop alle inumazioni. Gli operatori cimiteriali sono stati informati che per le sepolture bisognerà confrontarsi, giorno per giorno, con i vertici della gestione cimiteriale, per sapere se, quando e in quali aree del monumentale sarà possibile accedere per le sepolture. Si prevedono, insomma, nuovi ritardi e difficoltà per le famiglie dei defunti che hanno uno spazio in quella struttura cimiteriale e sono costrette a protrarre lo strazio del lutto in attesa di chiarimenti burocratici sugli accessi e sulla possibilità di seppellire i loro cari. Il cimitero monumentale, intanto, resterà chiuso alle visite fino al 19 di gennaio. 
 

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