Circum, il 30% dei varchi
è senza passaggio a livello

Circum, il 30% dei varchi è senza passaggio a livello
di Francesco Pacifico
Martedì 14 Agosto 2018, 13:23
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Nella loro freddezza i numeri finiscono per dimostrare quanto è stata casuale la morte di Zhong Jianguo, il 42enne cinese travolto da un treno sul suo motorino mentre attraversava un passaggio a livello non protetto della Circumvesuviana a Somma Vesuviana. Su tutta la rete ferroviaria nazionale gestita da Rfi ci sono soltanto tre passaggi senza barriere ma almeno controllati da un Soa (Segnalatori ottici e acustici) o un addetto alla sicurezza. In teoria il livello di sicurezza dovrebbe essere alto anche in periferia, cioè nelle disastrate compagnie ferroviarie in concessione, gestite dai privati: ma le intersezioni non protette sono almeno venti volte più di quelle nazionali. Su questo versante è preoccupante la situazione dell'Eav, l'ente che gestisce la Circumvesuviana, la Cumana e la Circumflegrea.

PERICOLO SUI BINARI
Soltanto sulle linee flegree ci sono, con la presenza di addetti, quattro Soa senza sbarra. Ma i numeri sono peggiori nei varchi privi di controllori: sempre sulle flegree c'è un Soa privo di barriere, in quelle suburbane verso Benevento e Piedimonte abbiamo ventuno segnalatori semplici, che scendono a dodici sulla Circumvesuviana. In totale, in Campania, ci sono quaranta punti dove è rischioso attraversare. Su un totale di centotrenta attraversamenti, trentaquattro sono senza barriere e due sono addirittura senza segnale acustico. Ovvero quasi il 30 per cento.
Racconta Alfonso Langella, capo della Fit Cisl campana: «Per lo più i passaggi a livello più pericolosi si trovano su linee ferroviarie vecchie, costruite in campagna, dove un tempo c'era scarso traffico automobilistico e pochi pedoni e poteva bastare una campanella. L'Eav deve fare di più, ma ancora di più si devono impegnare i Comuni, che spesso rallentano i progetti. Si dovrebbe fare come a Boscoreale, dove l'azienda ha persino acquisito i terreni vicini ai binari, per evitare l'attraversamento di pedoni e macchine».

In totale sulla rete gestita da Rfi ci sono 4.518 passaggi a livello. Come detto, tre sono senza barriere: sulla Cecina-Volterra, l'unica aperta ai pendolari, nel raccordo industriale di Ravenna e nello scalo merci di Alessandria, aree aperte soltanto agli addetti ai lavori. Ferrovie, racconta un suo dirigente, «da anni spinge per il superamento dei passaggi a livello: interrandoli, costruendo viadotti e ponti, semplicemente chiudendoli». Soltanto dal 90 ne sono stati dismessi 8mila. «Investiamo circa 150 milioni all'anno, ma non è facile, perché ogni opera può partire soltanto dopo un accordo con i Comuni. Che non hanno soldi. Se non si fa la conferenza dei servizi, passano anni».
Stando all'ultima relazione dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle Ferrovie, nel 2017 si sono registrati tredici incidenti mortali presso passaggi pedonali. Due in meno dell'anno precedente. Sempre dall'Ansf si sottolinea che «l'ulteriore incremento della sicurezza passa attraverso l'equipaggiamento con dispositivi tecnologici e il mantenimento di elevati standard professionali del personale». Ma si avverte pure che a «operatori ferroviari regionali è stata rimarcata la necessità di predisporre un piano per l'innalzamento dei livelli tecnologici dei passaggi e la loro soppressione».

SUD SENZA BARRIERE
Appunto, il mondo delle ferrovie in concessione ai privati. Per la stragrande maggioranza i passaggi a livello senza barriere sono al Sud. Nel 2016 la regione Lazio censì circa 60 intersezioni a rischio sulla Ferrovia Roma Nord. Nonostante alcuni stanziamenti della Pisana (9 milioni solo nel 2016) non sono ancora conclusi i lavori per la loro cancellazione. In Puglia, vicino alla stazione Porto di Gallipoli, sulla Zollino-Gallipoli Casarano, il Comune ha dovuto mandare i vigili per evitare incidenti sul passaggio non protetto. Sulla Bari-Matera - come si legge in un accordo del 2017 regione Puglia e ministero delle Infrastrutture - in presenza di «passaggi a livello non adeguatamente protetti e curve limitatrici» si viaggia a venti chilometri all'ora. Perdendosi nei campi, gli attraversamenti quasi abbandonati (alcuni persino cementificati) della Cosenza-Camigliatello-San Giovanni in Fiore, che funziona a scartamento ridotto. Altra intersezione pericolosa è nel Catanese a Bronte, dove passano i convogli della Circumetnea. Qui, nel 2015, è morto un motociclista. Sulla Macomer Nuoro la società di gestione, la Arst, ha messo dei casellanti negli incroci più pericolosi muniti di paletta per far passare automobilisti e pedoni. Mentre i macchinisti devono fermarsi nei passaggi a livello incustoditi.

Ancora più surreale poi la vicenda dei cosiddetti passaggi a livello con «citofono», una trentina dei quali sono in Sardegna. C'è gente che per entrare o uscire in casa o nelle proprie terre deve attraversare i binari. E per avere il permesso bisogna chiamare attraverso un interfono la società di gestione ferroviaria, identificarsi e solo allora superare la barriera.
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