La Circumvesuviana raddoppia,
ma scoppia lo scontro sui lavori

La Circumvesuviana raddoppia, ma scoppia lo scontro sui lavori
di Fiorangela d'Amora
Giovedì 16 Luglio 2020, 09:42
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Tre chilometri, una fermata, due passaggi a livello e una galleria. Tra le stazioni di Pioppaino e Castellammare Centro il treno della Circumvesuviana impiega circa dieci minuti percorrendo l'unico binario che attraversa il cuore della città, segnando una linea di confine tra il centro e il quartiere San Marco. Ma presto quel binario che scandisce le giornate degli stabiesi potrebbe raddoppiare incontrando una nuova galleria che, dopo 800 metri, sfocia nella stazione centrale stabiese.

PROGETTO A METÀ
I lavori rientrano nel raddoppio della tratta Torre Annunziata-Castellammare, quella che prosegue fino a Sorrento. Il punto è che fino al capolinea della costiera la linea continuerà ad essere a binario unico, con tutti i rallentamenti e i disagi del caso. Insomma, un progetto a metà. Tanto che lo stesso presidente della Regione Vincenzo De Luca non nasconde le proprie perplessità. «Un'opera che non ha senso se non riusciremo a portare il doppio binario fino a Sorrento - ha detto il governatore facendosi portavoce involontario delle rimostranze degli stabiesi -. Fermarsi a Castellammare non serve. Dirò all'Eav che vanno trovati 100 milioni per finanziare l'intera tratta. Intanto si ferma tutto». Le parole sino ad ora non si sono tradotte in fatti, ovvero nella sospensione dei lavori, ma aprono un'altra crepa in un progetto che divide la città e presenta molti punti interrogativi.

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In questi giorni gli occhi sono puntati sulla fermata di via Nocera, quella che spacca in due Castellammare, e sulla collina di Varano che la sovrasta. L'Eav ha già eseguito gli espropri e disboscato la collina sotto la quale sarà scavata la seconda galleria. Da un mese Castellammare vive una quotidianità fatta di proteste, esposti in Procura, sopralluoghi e indignazione per un progetto che era stato approvato dal consiglio comunale un anno fa. Era il 14 maggio 2019. Con quindici voti favorevoli, sei astenuti e l'unico voto contrario di Tonino Scala di Leu fu dato il via libera al raddoppio della linea e alle opere accessorie. Un progetto frutto di una mediazione lunga tre anni, portato avanti da due sindaci (prima il democrat Antonio Pannullo, poi il forzista Gaetano Cimmino), che prevede la soppressione della fermata di Via Nocera e la nuova stazione di Castellammare Scavi che nascerà all'ingresso della città (quest'opera già approvata nel 2016, e il cantiere è stato aperto nel 2017). All'interno del nuovo terminal sono previsti un parcheggio sotterraneo e collegamenti pedonali con le ville romane che compongono gli scavi archeologici di Stabia. Lo stesso progetto prevede la riqualificazione della stazione di Castellammare Centro (con un ascensore che collegherà piazza Unità D'Italia con la parte alta della città). L'intera opera, compreso il raddoppio della linea tra Torre Annunziata e Castellammare Centro, è stata già finanziata per un importo complessivo di 135 milioni tra fondi europei e regionali.

REPERTI
In conferenza dei servizi, assieme a Comune ed Eav, c'erano anche la Città Metropolitana e il Parco archeologico di Pompei. E proprio quest'ultimo ha avuto un ruolo di rilievo nella scelta delle opere da portare avanti. Un primo no che la Soprintendenza ha espresso è stato relativo all'ascensore che si pensava di realizzare anche tra l'ex fermata di via Nocera e le ville romane perchè ritenuto troppo invasivo. La Soprintendenza non ha invece posto veti, almeno fino ad oggi, sul traforo della collina di Varano. Ieri c'è stato un ultimo sopralluogo. «Tutte le operazioni di pulizia e diserbo sono state eseguite sotto la supervisione di archeologi, in stretto contatto con il Parco archeologico di Pompei e previe istruzioni formalizzate con una perizia da un agronomo forestale a cui ci si è strettamente attenuti», chiarisce il presidente dell'Eav Umberto De Gregorio. «Nel corso dei precedenti sopralluoghi - aggiunge - era stata rinvenuta una cavità terranea di ignota natura. Stamane (ieri ndr) è stato verificato che non si stratta di un ritrovamento archeologico finora sconosciuto ma di una grotta di origine recente utilizzata da contadini o operai per il ricovero di attrezzi».

In attesa che il Parco archeologico presenti una propria relazione, per l'Eav non c'è nulla da eccepire. Ma il sindaco di Castellammare Cimmino non ci sta e promette azioni legali. «Denuncerò in Procura quello che sta accadendo nel cantiere messo in piedi da Eav in via Grotta San Biagio. Quei lavori erano stati sospesi lo scorso 24 giugno dal Comune perché manca il parere della Città Metropolitana. In consiglio comunale - precisa Cimmino - è stata approvata esclusivamente una variante a un progetto che risale al 2003, e per l'avvio dei lavori è necessaria un'ulteriore approvazione dell'aula».
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