Stupro in Circumvesuviana, il racconto choc della ragazza: «Vivo nella paura che accada di nuovo»

Ragazza stuprata in Circumvesuviana: «Mi hanno slacciato i pantaloni, poi...»
Ragazza stuprata in Circumvesuviana: «Mi hanno slacciato i pantaloni, poi...»
di Simone Pierini
Martedì 2 Aprile 2019, 22:16 - Ultimo agg. 22:33
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«Mi ha spinta dentro l'ascensore, mi ha girata e mi ha slacciato i pantaloni». Torna a parlare la ragazza di 24 anni vittima di uno stupro di gruppo stazione della Circum di San Giorgio a Cremano. Il suo racconto choc rilasciato a Quarta Repubblica entra nei dettagli dell'aggressione sessuale subita. «Non riuscivo neanche a urlare. Ero paralizzata dalla paura - racconta la vittima - Sembrava arrabbiato contro il mio corpo»



Poi l'arrivo degli altri due ragazzi quando l'ascensore si è fermato: «Erano già pronti appena si sono aperte le porte - dice ancora la giovane - Avevo i pantaloni abbassati e io ho iniziato a dire "basta". Antonio (il nome di uno dei tre aggressori) mi ha pulito con i miei fazzoletti, forse per sentirsi lui meno sporco».

Infine, in stato di shock, la ragazza ha ammesso di aver addirittura salutato i tre violentatori perché «avevo paura che mi picchiassero». Ora, dopo che due di loro sono stati scarcerati la vittima sta continuano a temere per se stessa: «Vivo nella paura che possa succedere di nuovo».

«Oggi io e le vicepresidenti Donatella Conzatti (Fi) e Cinzia Leone (M5s) abbiamo incontrato in forma privata, in Senato, la giovane che ha denunciato uno stupro di gruppo nella stazione della Circumvesuviana di San Giorgio a Cremano, Napoli. Indipendentemente da quello che sarà il giudizio dei magistrati in merito al caso, abbiamo voluto testimoniarle la vicinanza e il sostegno delle istituzioni e in particolare della Commissione di inchiesta sul fenomeno del femminicidio e la violenza di genere, per la violenza che ha trovato il coraggio di denunciare». Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione sul femminicidio.

«Dopo la scarcerazione anche del suo secondo aggressore, la ragazza aveva confessato di sentirsi profondamente sola e di aver avuto dubbi sulla scelta fatta di denunciare. Poi per fortuna non solo ha trovato la forza di reagire ma soprattutto ha espresso il desiderio di entrare in relazione con altre vittime per dare il suo aiuto ad altre donne. Abbiamo quindi deciso di invitarla a Palazzo Madama, nella sede della Commissione, per darle un segnale semplice e concreto di vicinanza - sottolinea - Pensiamo che la lotta alla violenza si persegua ogni giorno, anche squarciando il silenzio e la solitudine che avvolge le vittime, che dobbiamo invece sostenere e incoraggiare a denunciare sempre. Nessuna donna deve più sentirsi sola di fronte alla violenza».
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