Ciro Colonna, un video in memoria
della vittima innocente di Ponticelli

Ciro Colonna, un video in memoria della vittima innocente di Ponticelli
di Alessandro Bottone
Domenica 7 Giugno 2020, 14:15
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Cade oggi il quarto anniversario dalla prematura scomparsa di Ciro Colonna, il 19enne di Ponticelli, quartiere della periferia orientale di Napoli, ucciso dalla camorra. Era il 7 giugno 2016 quando i killer spararono nel circolo ricreativo di via Cleopatra dove Ciro stava giocando a biliardino mentre aspettava un amico.

Il giovane non era l’obiettivo del raid camorristico: una circostanza chiara sin dalle prime ore della tragedia nel “lotto O” di Ponticelli, erroneamente conosciuto come “lotto zero”, complesso residenziale a due passi dall’Ospedale del Mare. A chiedere giustizia per la morte di Ciro, oltre ai famigliari e agli amici, furono sin da subito migliaia di cittadini del quartiere che scesero in strada insieme agli attivisti di Libera per ribadire l’innocenza del 19enne. Il 18 settembre 2019 otto persone sono state condannate all’ergastolo in quanto ritenute mandanti ed esecutrici materiali dell’omicidio di Ciro Colonna e di un’altra persona, ovvero di un uomo ritenuto elemento di spicco di un gruppo camorristico del rione Sanità e poi alleatosi con un clan camorristico di Ponticelli.

Il presidio Libera Ponticelli e il presidio Libera centro storico hanno realizzato un video attraverso il quale raccontano la storia di Ciro Colonna. A parlare sono i volontari delle due realtà insieme a Mary, sorella di Ciro: descrivono la ferita procurata alla famiglia del 19enne, la rabbia dei cittadini per l’ennesimo episodio di violenza per mano della camorra, la mancanza di luoghi ricreativi in zona ma soprattutto la voglia di riscatto dei residenti. Il video, realizzato in collaborazione con Libera Campania e con l’Assessorato ai Giovani del Comune di Napoli, è stato diffuso attraverso i social nella speranza che possa diventare virale.



«Abbiamo pensato di realizzare questo video con l'intento di raccontare la storia di Ciro senza fermarci al racconto della sua morte ma per sottolineare come sia fondamentale che anche fatti terribili come quelli successi alla famiglia Colonna e tanti altri familiari di vittime innocenti possono essere un'occasione per trasformare il dolore e la rabbia in una forza creatrice» dice Lorenzo Bianco, referente del presidio Libera centro storico intitolato alla memoria di Genny Cesarano e di Ciro Colonna. «Quando si spara e viene colpito un innocente, si rischia di assistere ad uno schema che si ferma al dolore e all'indignazione collettive, lasciando un senso di vuoto e che niente possa cambiare. Ebbene, questo non è vero, non è così e lo ripeteremo finché sarà necessario» sottolinea Lorenzo che aggiunge: «Le realtà territoriali di Ponticelli sono un esempio di come se non ci si lascia atterrire dal dolore, l'impegno quotidiano che parte dai piccoli gesti può davvero avere un impatto sul territorio. Richiede impegno perché le cose non cambiano dall'oggi al domani, e non sempre le cose vanno come vorremmo, ma rifiutare il senso d'impotenza è un dovere di noi tutti e tutte. Lo dobbiamo a noi stessi, alla nostra comunità, al nostro territorio, e ai tanti familiari di vittime innocenti» evidenzia Lorenzo.

Il dolore è stato trasformato in voglia di fare. «La mancanza di Ciro ha fatto avvicinare tante persone del vicinato che fino a quel giorno neanche si salutavano, associazioni e realtà che guardavano il proprio orto e che d'improvviso hanno dovuto apprendere che il proprio ruolo nel quartiere aveva un significato più grande, chiese di ogni fede» afferma Giovanna Borrelli, vicepresidente dell’associazione TerradiConfine, una delle realtà del presidio Libera Ponticelli. «Mi piace pensare che quel giorno sia stato piantato un seme, e che ogni anno il 7 giugno ci si renda conto di quanto cresce, sano e colorato come mai prima. Che sia non invano la perdita di Ciro per la famiglia e gli affetti tutti, con la memoria e l'impegno per il quarto anno e sempre» sottolinea Giovanna.

La vicinanza e il riscatto. «Sono passati quattro anni e il ricordo di Ciro è presente tutti i giorni, ci sono giorni che sembra quasi di vederlo uscire dalla cameretta. E giorni dove invece mi rendo conto che non lo vedrò più, e fa male» dice Mary Colonna, sorella di Ciro. «Non so spiegare a parole il dolore che si prova a perdere una parte del proprio cuore, perché lui per me era la parte più grande insieme ai miei genitori. Ma posso dire che ogni giorno mi batto per far sì che il suo ricordo resti vivo e quello che è accaduto a lui non accada più a nessuno. E oggi ci tengo a ringraziare lui che mi da sempre la forza ma anche tutte le persone che dal primo giorno mi sostengono in questo percorso. Grazie perché non mi avete mai lasciata sola» afferma Mary.

Proprio ieri i famigliari di Ciro e gli attivisti di diverse realtà hanno recuperato gli spazi verdi in via Decio Mure anch’essi dedicati alla memoria del giovane. Le piantine, le nuove reti per il campetto di calcio, la voglia di mantenere pulita e fruibile questa piccola area del quartiere sono, in realtà, simboli di un impegno più grande in un quartiere nel quale la camorra ha aperto ferite incredibili negando lo sviluppo e sottraendo energie oltre a procurare violenza e morte. È il senso delle iniziative che le realtà vicine a Libera organizzano costantemente per rinnovare un impegno nato dal dolore.
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