Napoli Est: Città dei bambini, riapre il cantiere tra rifiuti speciali e strutture in pezzi

Napoli Est: Città dei bambini, riapre il cantiere tra rifiuti speciali e strutture in pezzi
di Alessandro Bottone
Sabato 30 Maggio 2020, 18:38
4 Minuti di Lettura
Eppur si muove. Dopo anni di abbandono si interviene negli spazi della «Città dei bambini», l'ex scuola ubicata tra via dei Mosaici e via Cleopatra al confine tra i quartieri Ponticelli e Barra nella periferia orientale di Napoli. Resta ancora lontano il sogno di consegnarla interamente a tanti giovanissimi della zona ma qualcosa si sta muovendo proprio in queste settimane. Si tratta di attività propedeutiche all’esecuzione di interventi successivi.

Quella della «Città dei bambini» di Napoli Est è una vicenda lunga e tormentata. Il progetto esecutivo per la riqualificazione dell'enorme complesso è stato approvato dalla giunta del Comune di Napoli nel lontano 2004. Nel 2006 i primi lavori, sospesi per pericoli nell'area della palestra e interrotti definitivamente nel 2010. Nel 2012 è stata approvata una prima perizia di variante che ha previsto una modifica al programma degli interventi prendendo atto «dell'impossibilità di procedere ai lavori per la sistemazione del planetario, conseguenti agli impedimenti emersi con la società fornitrice delle apparecchiature dello stesso».
 
 

Si arriva al 2015 quando l'allora assessore con delega al patrimonio chiede di “rivedere” la vocazione dell'edificio pubblico da «museo-laboratorio» a «laboratorio-teatro»: si immagina un «luogo di formazione e di elaborazione di proposte attive» e, più in particolare, un complesso in cui coinvolgere bambini e ragazzi nella realizzazione di spettacoli. Una “officina”, un luogo di produzione della cultura ma anche luogo di svago e divertimento. Pochi giorni dopo la nota dell'assessore si sospendono totalmente i lavori per redigere una seconda perizia di variante con la quale si intende creare un teatro dalla capienza di duecento posti. La seconda perizia di variante sarà effettivamente approvata solo nel 2018 con un aumento dell'importo dei lavori, circa 293mila euro. Alla ripresa degli interventi, però, ci si rende conto che l'impresa aggiudicataria non aveva più i requisiti per proseguire. Si arriva, quindi, al 2019 quando è stato risolto il contratto «per grave inadempienza e decadenza dei requisiti di qualificazione SOA della impresa esecutrice». Nel frattempo «gli ordini di servizio impartiti al precedente appaltatore [...] sono rimasti inadempiuti»: di qui la necessità della messa in sicurezza del cantiere.

Si tratta, innanzitutto, di rimuovere i rifiuti speciali (anche pericolosi) rinvenuti nell'area e di ripristinare la recinzione danneggiata in più punti. Lavori per oltre 41mila euro affidati a una impresa con sede in Afragola: consegnati a gennaio e poi sospesi in seguito all'emergenza sanitaria per la diffusione del coronavirus, riprenderanno nei prossimi giorni. Agli inizi di maggio il Comune ha chiesto all'impresa di procedere con urgenza alla messa in sicurezza dei varchi di accesso «al fine di scongiurarne l’ingresso all’area di cantiere e alla copertura dell’edificio»: difatti, sono stati continui gli accessi abusivi nell'ex scuola presa di mira da vandali e delinquenti che hanno sottratto il materiale per rivenderlo sul mercato nero e riducendo il complesso a un insieme di «scheletri». Gli altri interventi affidati riguardano: la vagliatura dei rifiuti speciali rinvenuti frammisti; la messa in sicurezza di venti chiusini fognari scoperti; la chiusura dei varchi di accesso all'edificio «laboratorio-teatro»; lo smontaggio delle apparecchiature agganciate al corpo di fabbrica dell'ex palestra e del materiale in ferro sospeso; il trasferimento a discarica e a smaltimento di otto cumuli di detriti da demolizione. La sterpaglia già rimossa in precedenza dall'impresa e gli altri rifiuti speciali, invece, saranno recuperati dalle aziende municipalizzate del Comune (Asìa Napoli e/o a Napoli Servizi): è specificato nella determinazione dirigenziale del 28 maggio 2020 del servizio 'Edilizia residenziale pubblica e nuove centralità'.

Due i progetti in essere. Il primo riguarda la rigenerazione dell'area in cui insiste l'ex palestra e la realizzazione di campetti sportivi scoperti e di una zona all'aperto per attività ludiche e formative da destinare a bambini da zero a sei anni. Progetto non ammesso al finanziamento del Ministero delle Infrastrutture: «Non coerente con la finalità del fondo-Atto programmazione assente/tardivo» si legge nella graduatoria. Il secondo progetto, ammesso nel finanziamento ministeriale per 60mila euro, riguarda il recupero di una parte del complesso, in origine destinata ad aule scolastiche, per realizzare un asilo nido aziendale per bambini da zero a sei anni: si tratterebbe di un servizio da offrire ai dipendenti del vicino ospedale del Mare.

Resta, dunque, da capire il destino di una grossa parte del complesso della periferia orientale che è costituito da più edifici e da ampi spazi all'aperto: parliamo di oltre 10mila metri quadrati. Da tempo si attende la restituzione alle migliaia di persone che vivono nelle palazzine del “Lotto O”, il complesso di edilizia residenziale pubblica che insiste tra il nosocomio e l’antica villa romana, per creare le giuste occasioni aggregative e di crescita in un luogo nel quale al degrado bisogna presto sostituire la bellezza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA