«Città della Scienza, patto tra le istituzioni sulla nuova location»

«Città della Scienza, patto tra le istituzioni sulla nuova location»
di Luigi Roano
Lunedì 6 Giugno 2022, 08:00 - Ultimo agg. 7 Giugno, 08:39
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Riccardo Villari - presidente di Città della Scienza - domani in Cabina di regia per Bagnoli lei dovrà dare una informativa sulla nuova location per la ricostruzione dello Science centre: qual è la sua proposta?
«Intanto diamo atto, parlo a nome di tutto il cda, alla ministra Mara Carfagna che per la prima volta ci ha convocati in Cabina di regia, negli ultimi due anni e mezzo non è stato così».

Più concretamente cosa si sta muovendo?
«Si respira un'aria nuova: il Comune ricordo che è uscito da Città della Scienza e oggi il nuovo sindaco e commissario di Bagnoli Gaetano Manfredi ha manifestato il proposito di rientrarci. Aria nuova perché c'è un riallineamento di tutte le istituzioni che ora parlano la stessa lingua. Per noi è importante dialogare con il sindaco. Ci si rende conto che l'unico presidio di accesso a Bagnoli è la Fondazione Idis - Città della scienza, la Cabina si terrà da noi, siamo sempre più, anche simbolicamente, al centro di Bagnoli».

Ci deve la risposta sulla nuova localizzazione dell'Ente...
«Il tema della localizzazione ci pone ora in un terreno dove non si deve fare la bonifica, si tratta del parcheggio adiacente all'ingresso della Fondazione.

Non necessitando di bonifica significa non perdere più tempo a nove anni dal rogo. E significa anche dovere spendere dei soldi, circa 67 milioni, che se non si mettono in cantiere entro fine anno rischiano di perdersi, sono sul fondo coesione».

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A che punto è la discussione?
«Intanto va detto che c'è stato un lavoro comune con il sindaco commissario, con l'assessore all'Urbanistica Laura Lieto e tutti gli attori istituzionali. Naturalmente con la Regione che ci ha sempre sostenuto. Ora stiamo discutendo di una possibile permuta dei nostri terreni a mare dove prima del rogo sorgeva il sito. C'è questa opportunità e c'è anche uno studio del dipartimento coesione secondo il quale più vicino al punto originario ricostruiamo più si risparmia. C'è già il progetto vincitore del concorso fatto a suo tempo quando si pensava di ricostruire in loco, utilizzarlo ci eviterebbe altri contenziosi. Sono fiducioso che in Cabina di regia questa opzione venga valutata. È una opportunità per non darla vinta a chi ha appiccato il rogo e una occasione di ripartenza per noi. E sarebbe un premio anche ai lavoratori che si sono molto sacrificati».

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Se arrivasse il semaforo verde quali sarebbero i tempi per la ricostruzione?
«Negozieremo subito la permuta con Invitalia che è il soggetto attuatore, per fare la gara entro fine anno. Noi siamo pronti, abbiamo tutte le certificazioni riguardanti i terreni, tutte le carte sono a posto, frutto di un lavoro fatto in sinergia con le Istituzioni. Prima dell'arrivo di Manfredi tutto era impostato ideologicamente. Ora tocca alla Cabina di regia che è sovrana».

Qual è lo stato di salute dello Science centre?
«Dal 15 al 30 aprile abbiamo avuto 15mila visitatori quindi la risposta c'è, ora abbiamo bisogno di ampliare l'offerta e il nuovo Science centre serve a questo. Aggiungo che ci apprestiamo a presentare tra poche settimane il nostro terzo bilancio e i numeri sono buoni, abbiamo invertito la tendenza rispetto al precedente triennio».

Vale a dire?
In due anni e mezzo di lavoro abbiamo ridotto l'esposizione debitoria verso i creditori, le banche e verso i nostri dipendenti. Abbiamo saldato le spettanze del 2011, ci resta ancora qualcosa sul 2017 e 2018 e contestualmente abbiamo ridotto i costi di mezzo milione. Conservando i posti di lavoro, non abbiamo licenziato nessuno. Debiti e sofferenze che c'erano dal 2011 ben prima del rogo che arriva nel 2013. Mi lasci pure dire che alla fiducia concessaci dalla Regione abbiamo risposto nel merito. Abbiamo fatto la nostra parte ed è la risposta a chi ci accusava di essere arrivati qui per fare lottizzazioni. È una grande soddisfazione anche per i lavoratori».

Che futuro immagina per lo Science centre?
«Città della Scienza è un grande strumento di diffusione e di divulgazione scientifica e c'è grande attenzione verso di noi. Abbiamo costruito ponti con tutte le università, con i centri di competenza, recuperato quanto di buono era stato fatto. Il problema era la sostenibilità economica e finanziaria, senza questo parametro non si va da nessuna parte. Ho trovato intuizioni geniali lasciate da Vittorio Silvestrini come il museo diffuso magari nelle periferie, una opportunità per uscire fuori dal recinto di Bagnoli. Abbiamo bisogno di strutture ricettive, penso all'Hotel San Germano in disuso per i convegni: chi viene da noi oggi deve alloggiare in centro, con il San Germano invece sarebbe a quattro passi dal sito. Il futuro va costruito su basi solide e i numeri non solo del bilancio ci incoraggiano ad imboccare questa strada, e su questa ci sono le opportunità che ci dà la Regione».

Per esempio?
«Siamo soggetto attuatore assieme alle Università per la Regione del progetto Manifattura Campania 4.0. Cioè fornire i servizi alle attività manifatturiere. Ricordo che c'è stata la visita dell'ambasciatore cinese in Italia, abbiamo sempre mantenuto la settimana Cina-Italia, ora torneremo a farla in presenza un anno da noi e l'altro da loro. Riprenderemo la tre giorni della scuola e le mostre in tutto il mondo. Abbiamo potenzialità enormi, c'è tanta richiesta crescente di divulgazione scientifica e questo è il nostro mestiere».
 

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