Colli Aminei, allarme sicurezza: «Colletta per i vigilantes»

Colli Aminei, allarme sicurezza: «Colletta per i vigilantes»
di Gennaro Di Biase
Venerdì 22 Febbraio 2019, 10:30
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Cresce l'allarme criminale ai Colli Aminei. Non si placano scippi, furti e rapine nella zona ospedaliera dopo l'incendio doloso del distributore Q8 che ha atterrito il quartiere la notte del 12 febbraio e su cui indaga l'Antimafia. Non cala la delinquenza, anzi: negli ultimi 10 giorni, 4 furti a commercianti e ben 8 rapine, un boom che si somma alle 40 razzie ai soli negozi in un anno. Più decine di episodi «non denunciati» emersi dal confronto tra i dati della Polizia e quelli della III Municipalità.

Se n'è parlato ieri nella gremita parrocchia di via Nicolardi, in un incontro tra il questore Antonio De Iesu - che ha annunciato «la presenza dei falchi nel quartiere a partire dalla settimana prossima» - forze dell'ordine, residenti e commercianti preoccupati: «Stiamo valutando i preventivi per installare al più presto videosorveglianza e vigilanza notturna private», spiega Aurelio Baiano, gioielliere.
 
Non è un caso il luogo dell'incontro. La parrocchia del Bambin Gesù è a due passi dalla scuola Cavour, recente teatro di una rapina a mano armata ai danni di una mamma: «Approfondiremo la presenza sul territorio - spiega De Iesu - per affrontare l'effervescenza di criminalità predatoria in questa zona. Per ora non abbiamo elementi in un altro senso, se poi emergeranno riferimenti di diversa natura li approfondiremo. I rapinatori, purtroppo, spaziano in tutta la città. Lavoriamo con gli uomini a disposizione: in controtendenza rispetto al ridimensionamento degli ultimi 4 anni, il Governo ha stanziato nuove risorse, e Napoli dovrebbe essere in prima fila per i rinforzi già dall'estate. L'incendio, invece, è un fatto diverso: questo distributore ha subìto un analogo episodio in un'altra parte della città, e ci sono indagini in corso». Racket a parte, la modalità d'azione delle rapine è sempre la stessa: coppie di incappucciati a bordo di Sh e Tmax spesso rubati e con targa farlocca, pistola a volte vera, altre volte giocattolo. Come nel caso dell'altra notte: «Abbiamo fermato e denunciato due uomini a Montagna Spaccata - prosegue De Iesu - e stiamo lavorando per contestargli alcune delle rapine avvenute in questa zona». Alle stesse ore risale un altro fermo in via Saverio Gatto: due uomini di Scampia in possesso di materiale per lo scasso.

Teatro parrocchiale gremito. Residenti e commercianti spaventati in platea. Sul palco le istituzioni: oltre a De Iesu, il presidente della III Municipalità e promotore della riunione Ivo Poggiani, il colonnello dei Carabinieri Vincenzo Pascale, comandante del gruppo Napoli, e il comandante della locale stazione maresciallo Michele Di Mario, la dirigente di Polizia Francesca Fava e l'assessore comunale Alessandra Clemente. «Ognuno deve fare la sua parte - spiega Poggiani - Abbiamo attivato il finanziamento regionale per la videosorveglianza e siamo vicini ai commercianti». «Aspettiamo il via libera dalla Regione - aggiunge Clemente - siamo pronti con i progetti». Nell'attesa si scaldano gli animi: «Sono preoccupata - sospira Monica Eboli, mamma - Scendo senza borsa e non cammino quasi più a piedi. Martedì ho assistito a una rapina mentre tornavo con mio figlio dal calcetto». «Sarebbe stupido non preoccuparsi - spiega Armando Del Giudice, portavoce della nascitura Associazione Proprietari Immobiliari Colli Aminei - Bisogna agire prima che le cose diventino troppo difficili da risolvere».

Dove non c'è protezione, si infila strisciando la camorra. I commercianti temono che l'escalation criminale sia un segno del fatto che qualche mano più «organizzata» prima o poi si allunghi sul quartiere. Per questo stanno facendo «rete» in 100 circa, e sono già diversi gli incontri avvenuti con la Fai antiracket. «Ormai c'è almeno un episodio criminale al giorno ai Colli Aminei. Ci stiamo muovendo per telecamere e videosorveglianza», aggiunge Baiano. «Servirebbe far capire che c'è un maggior controllo sul territorio», aggiunge Enzo Imperatore. «È importante - ammette Fabio Catuogno della Girandola - sensibilizzare commercianti e residenti sul problema».
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