La Colombaia di Ischia, altro allarme: pianta tossica invade il parco

La Colombaia di Ischia, altro allarme: pianta tossica invade il parco
di Massimo Zivelli
Sabato 11 Luglio 2020, 09:36
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La Sovrintendenza che prima annuncia e poi non interviene. Il Comune che prima sottovaluta, poi esita, e solo alla fine spedisce gli addetti dell'ufficio tecnico a chiudere un cancello: per evitare l'ingresso ai curiosi. Le tante segnalazioni riguardanti lo scandaloso stato di degrado ed abbandono della ex dimora ischitana di Luchino Visconti, si diffondono a macchia d'olio e fanno riflettere. Ma nel frattempo nulla viene ancora messo in atto per disinnescare la pericolosa «bomba biologica» che proprio a causa dell'abbandono e dell'incuria di villa La Colombaia, si sta espandendo a ritmi vertiginosi e rischia di travolgere l'intera area verde al promontorio di Zaro a Forio.

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L'ALLARME
La pianta infestante e tossica per ogni essere vivente è l'Ailanto, che in zona prolifera senza più controllo e finirà con l'invadere e distruggere non solo il bosco e la macchia mediterranea insistente sul più bel promontorio dell'isola d'Ischia, ma insidierà e costringerà ad interventi assai costosi anche i siti importanti della zona, come il grande parco botanico della Mortella, meglio noto nel mondo come Giardini Walton, il parco del Mezzatorre e quello del centro termale del Negombo. A denunciare il pericolo di una catastrofe ambientale senza precedenti sull'isola d'Ischia, sono i Verdi con Maria Rosaria Urraro e il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli. «Da tempo la sezione isolana dei Verdi sta denunciando la presenza dell'Ailanto in diverse aree dell'isola, chiedendo l'attuazione di piani per il contenimento e l'eradicazione, come è stato fatto nelle Murge con un progetto europeo che ha visto anche la partecipazione dei carabinieri forestali. Se non adeguatamente contrastato, saremo responsabili di un cambiamento totale del paesaggio, con la sostituzione in vaste aree con questa specie invasiva. Nonostante l'Ailanto è inserito nell'elenco delle specie invasive, a Ischia non solo non viene contrastato con opere di bonifica ma viene addirittura elogiato. Il Pio Monte della Misericordia, la Colombaia, il Maschio e la casa del fanalista al Castello Aragonese, Villa Arbusto, le pinete e la superstrada, sono aree che preoccupano molto in quanto i segni dell'azione invasiva e distruttiva di questa pianta killer sono più evidenti. Lanciamo inascoltati questo allarme da tempo e in particolare con siti come la Colombaia che invece di essere valorizzati, protetti e recuperati vengono abbandonati al loro destino nel disinteresse generale» spiegano Francesco Emilio Borrelli e Mariarosaria Urraro.

GLI ESPERTI
La tossicità di questa pianta originaria del continente asiatico, è certificata anche dai ricercatori e fitopatologi della facoltà di Agraria. «L'Ailanto o pianta puzzona, meglio conosciuta con il nome di Boncazzone - spiegano i ricercatori - è una pianta aliena infestante che non solo mette a rischio la biodiversità ma anche la solidità strutturale di opere in cemento armato come strade, edifici e monumenti ed è tossica per gli altri vegetali, per gli animali e gli esseri umani». Arrivata dalla Cina in Europa verso la metà del 1700 come pianta ornamentale, viene definita anche pianta del paradiso perché raggiunge altezze ragguardevoli di 25-30 metri. Non molto longeva, l'Ailanto raramente raggiunge i 50 anni di vita, ma ha una straordinaria capacità a generare polloni che gli consente rapidamente di colonizzare intere aree. L'Ailanto è dannosa anche per l'uomo perché contiene nei rami, nelle foglie e nelle radici alcaloidi come l'ailantina, glucosidi, tannini e saponine che possono provocare forti irritazioni cutanee e devastanti dermatiti da contatto.

«Il problema principale però - conclude Borrelli - è dato dal fatto che nessuno fra le istituzioni preposte alza un dito per prendere provvedimenti piccoli ma nonostante tutto necessari. Non occorrono grandi spese per fare un po' di pulizia nel parco della villa e per quanto riguarda il resto, se il Comune non ha i soldi per attuare la gestione della Colombaia, allora si decidesse a formulare un bando di affidamento pluriennale, al quale potrebbero partecipare fondazioni, gruppi di associazioni o privati. Basta ovviamente rispettare il vincolo ministeriale del bene ed il mantenimento delle attività artistiche e culturali, perchè la Colombaia non potrà mai ottenere il cambio di destinazione d'uso per diventare una villa privata oppure un residence. Il problema è che il sindaco di Forio da anni afferma che ci sono persone interessate e che vuole fare un bando pubblico, ma poi dall'ufficio tecnico del Comune stranamente non si muove niente».
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