Una vetrina in frantumi e tanto spavento. È questo il bilancio dell’incursione armata avvenuta poco prima dell’alba contro il bar Infinity di via Foria. Al momento del raid, all’interno del locale, c’erano un barista e un cliente, entrambi incensurati. Due, almeno, i colpi di pistola esplosi che hanno colpito i vetri di un frigorifero posizionato all’esterno del bar. A sparare, secondo le prima indicazioni, sarebbe stata una coppia di centauri che, subito dopo, si è dileguata.
Sul posto, pochi minuti dopo l’accaduto, sono arrivate le volanti dei commissariati Vicaria-Mercato e San Carlo Arena i cui equipaggi hanno proceduto, dopo aver cinturato la zona, ai rilievi del caso. Due, almeno, i bossoli ritrovati sul selciato mentre due ogive sono state recuperate dalla struttura del frigorifero.
Al momento l’ipotesi investigativa più accreditata è che, l’incursione, sia stata una ritorsione della criminalità organizzata per questioni di racket. Tuttavia, gli stessi uomini della polizia di Stato che sono intervenuti sul posto, non hanno mancato di rilevare alcune anomalie. Innanzitutto, il proprietario del locale, una volta interrogato, avrebbe riferito di non aver mai subito intimidazioni né, tantomeno, richieste estorsive da parte di emissari della camorra. In secondo luogo, il particolare, non da poco, che il raid è stato messo a segno quando il bar era già in attività e con persone al suo interno con il conseguente rischio di causare delle vittime innocenti. Un dettaglio, questo, che ha fatto sorgere negli investigatori il sospetto che, in realtà, non si sia trattato di un’azione intimidatoria bensì, ma sul punto sono ancora in corso accertamenti, di un agguato fallito nei confronti di un terzo soggetto che, però, dopo lo scampato pericolo, si sarebbe velocemente allontanato prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.
Fondamentali, per ricostruire le fasi dell’incursione e, soprattutto, per spiegarne il movente potrebbero rivelarsi le immagini di eventuali telecamere presenti nell’area.