Come riconoscere una relazione tossica, il consiglio dello psicoterapeuta alle nuove generazioni

«Qualsiasi sia il tipo di tossicità: asimmetrica, narcisistica o dipendente deve essere affrontata partendo dalla consapevolezza»

Come riconoscere una relazione tossica, il consiglio dello psicoterapeuta alle nuove generazioni
di Clara Lacorte
Lunedì 16 Gennaio 2023, 12:14 - Ultimo agg. 17:25
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Sempre più spesso nella nostra società sentiamo parlare di relazione tossica, definizione con la quale si intende un tipo di rapporto caratterizzato da atteggiamenti da parte di uno dei due partner, o entrambi, di tipo morboso e ossessivo.

Secondo diversi esperti una relazione tossica può avere diverse peculiarità ma tutte portano a conflitti, mancanza di coesione tra i partner e di rispetto reciproco. Tali relazioni non conducono necessariamente ad azioni violente, di molestia o abuso. Spesso, infatti, sono molto difficili da individuare in quanto caratterizzate da comportamenti e azioni ben più sottili che agiscono in maniera lenta ma indelebile sulla psiche di chi li subisce. Alla base di ogni rapporto che si contraddistingue come tossico vi è la mancanza di una comunicazione sana che ha come conseguenza, spesso, la manifestazione di atteggiamenti di eccessivo controllo da parte di uno dei due partner.

A trovarsi invischiati in relazioni tossiche non sono soltanto gli adulti ma anche le nuove generazioni. Pensare, infatti, che la violenza, lo scherno e le manipolazioni siano caratteristiche solo delle coppie mature è un grave errore.

Al contrario, le relazioni tra i giovani, spesso proprio perché ancora immature, sono quelle che più facilmente esprimono atteggiamenti tossici nei confronti del partner, sfociando molte volte in veri e propri atti di violenza e annullamento della personalità altrui.

Contrariamente a quanto si pensi sono tanti i giovani che hanno avuto esperienza di una relazione tossica e quasi sempre vi è una difficoltà da parte degli stessi nel comunicare tale disagio. Il più delle volte non si comprende che gli atteggiamenti di cui si è vittima non sono corretti e non fanno altro che condurre la persona colpita verso una chiusura caratterizzata da un’infelicità persistente e, in alcuni casi, anche forme di depressione.

Come tutti sappiamo, l’età dell’adolescenza è un periodo estremamente delicato durante il quale vi è la formazione della personalità e autostima verso sé stessi. La mancanza, quindi, di un rapporto sano di coppia può condurre chi ne è vittima verso una difficoltà a riconoscere le proprie capacità personali, in quanto costantemente criticati e messi sotto accusa da parte del proprio partner.

«Tutte le relazioni sono relazioni in parte tossiche, in quanto hanno al proprio interno una componente di morte. Nelle relazioni, quindi, vi è sia amore che morte ed in base alla presenza più o meno forte delle due componenti si può parlare di rapporto sano o tossico. Quindi, una relazione tossica è quel tipo di legame in cui il livello distruttivo della psiche è più alto del livello di amore e solo una volta venuti fuori dall’esperienza tossica ci rendiamo conto di ciò che abbiamo veramente vissuto» ha affermato lo psicoterapeuta Michele Mezzanotte.

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Secondo diversi psicologi e psicoterapeuti la primissima causa dei comportamenti insani all’interno di una coppia non sono altro che lo specchio, per chi li pratica, di ciò che si vive nel periodo dell’infanzia. Dunque, la probabilità di manifestare comportanti tossici con il proprio partner, sempre secondo il parere di alcuni studiosi, aumenta in relazione al tipo di tossicità presente nel rapporto tra genitori. L'aver assistito a liti, urla e azioni violente in età infantile può portare l’individuo a emulare gli stessi atteggiamenti con altre persone e all’interno di un rapporto di coppia una volta superata la fase dell'infanzia.

«Non credo che le esperienze pregresse e l’infanzia abbiano una reale conseguenza nei comportamenti. Spesso quando si vive una relazione tossica si ha la tendenza a cercare a tutti i costi un colpevole. Ma non è questo l’atteggiamento giusto. Quando una relazione è tossica non siamo noi ad essere sbagliati ma la relazione. Carl Gustav Jung diceva che i rapporti e le relazioni sono composti da una forte componente chimica. Si tratta di un incontro tra due inconsci, due psiche differenti. L’unione tra queste due “sostanze” può portare ad una vera e propria bomba ma non perché le due sostanze siano sbagliate ma perché è la loro fusione che le porta ad esserlo» spiega lo psicoterapeuta Mezzanotte.

Con l’avvento dei social, la tendenza al controllo dell’altro sembra essere diventato un aspetto tanto ricorrente quanto preoccupante. La possibilità, infatti, di sapere in ogni momento della giornata dove si trova l’altro limita la libertà attraverso una manipolazione quasi sempre incorniciata dalla tipica frase «se mi ami, non devi fare questo».

«L’avvento dei social è un arricchimento di opportunità per la vita di ognuno di noi e proprio per questo è un’opportunità in più anche per le azioni distruttive. Se sono una persona caratterialmente controllante userò i social come mezzo per controllare il partner. Ma non è il social a far sì che si diventi più ossessionati dal controllo, viene solo fornito un mezzo in più alla psiche di esprimersi» afferma lo psicoterapeuta Mezzanotte.

Dunque molto spesso per i ragazzi la difficoltà maggiore risiede proprio nel rendersi conto di essere in una relazione tossica che danneggia la propria personalità ed è necessario qualora si abbia anche un minimo segnale di difficoltà di chiedere aiuto e non lasciarsi trasportare dagli eventi di cui si è vittima. «La prima cosa da fare è rendersi conto, attraverso un’auto analisi, della finalità che quel tipo di tossicità ha nella mia vita. Qualsiasi sia il tipo di tossicità: asimmetrica, narcisistica o dipendente deve essere affrontata partendo dalla consapevolezza» conclude lo psicoterapeuta Mezzanotte. 

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