Comitato Sos Sport a Napoli: «Chiediamo di incontrare il sindaco Manfredi»

Comitato SOS Sport a Napoli
Comitato SOS Sport a Napoli
di Diego Scarpitti
Giovedì 27 Gennaio 2022, 17:06 - Ultimo agg. 17:34
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«Solo insieme si può procedere». Al Circolo Ilva di Bagnoli (location non casuale con i suoi 120 anni di storia) si è riunito il Comitato Sos Sport a Napoli, che intende svolgere un lavoro sinergico e di supporto al Comune, per risolvere definitivamente la vexata quaestio degli impianti all’ombra del Vesuvio, il loro affidamento e i rapporti tra associazioni sportive dilettantistiche (Asd), società (Ssd) e associazioni di promozione sociale (Aps), che da 30 anni operano nelle dieci Municipalità, interessando migliaia di cittadini. Si tratta del terzo incontro, dopo il convegno iniziale al Kodokan (già Stella d’oro al merito sportivo), in piazza Carlo III, il 10 dicembre 2021, alla presenza di Edoardo Cosenza, assessore alle Infrastrutture, Mobilità e Protezione civile, ed Emanuela Ferrante, assessore allo Sport e alle Pari Opportunità. Poi il secondo confronto al Circolo Nautico Posillipo in data 20 gennaio 2022. C’è in ballo il futuro dei ragazzi e la sopravvivenza delle strutture che da decenni plasmano talenti, forgiano campioni, preparano gli uomini del domani.

«Ognuno di noi fa grossi sacrifici e dà grandi possibilità alle giovani generazioni. Tutti i ragazzi sono a rischio e lo sport costituisce l’unica ancora di salvezza», spiega il maestro Peppe Marmo. Dal 1960 opera instancabilmente nei locali (vero eufemismo) del Real Albergo dei Poveri, offrendo un ventaglio di discipline alla collettività (ben 8 almeno!). «E’ necessario avere impianti a norma e in sicurezza. Lanciamo un appello e chiediamo un incontro al sindaco Gaetano Manfredi, al presidente del Consiglio comunale, Enza Esposito, all’assessore allo sport Emanuela Ferrante e al presidente della commissione sport, Gennaro Esposito. E’ arrivato il momento di trovare la soluzione al problema. Non vogliamo uscire dagli impianti né abbandonarli», afferma Marmo, interpretando l’idem sentire dei presenti. «Occorre una sede, altrimenti non ci può essere una storia. Le nostre strutture sono fondamentali per la città. Dobbiamo essere tutti insieme nell’articolare progetti, avanzare soluzioni, dialogare con le istituzioni», osserva Marmo.

Intanto ben 31 società hanno già presentato proposta di ristrutturazione degli impianti che utilizzano per un ammontare di 20 milioni di euro. Un investimento complessivo davvero notevole. 

Gli affidatari di tali impianti dovrebbero essere considerati una risorsa sociale ed economica per Palazzo San Giacomo, per il lavoro capillare che svolgono in favore della collettività e per la cura degli impianti medesimi. Le strutture destinate allo sport non devono essere ritenuti impianti di rilevanza economica. Tabelle e tariffe immobiliari hanno generato equivoci di fondo e continui contenziosi. Da qui l’intervento di organi di controllo preposti, senza alcuna considerazione del lavoro sociale, svolto dagli affidatari. Inevitabile ripartire dall’articolo 7 della legge 86 del 2019 e dalla valorizzazione del lavoro sociale svolto dalle associazioni sportive per la cittadinanza.

«Non siete antagonisti della Pubblica Amministrazione, lo sport a Napoli è quasi criminalizzato», ha così esordito nel suo intervento l’ingegnere Andrea Esposito, rappresentante AniTecPa, rivolgendosi agli astanti. «Base di partenza modificare gli errori del passato e semplificare le procedure. Non c'è stata corretta classificazione: gli impianti devono essere classificati come beni non di rilevanza economica, perché servono al benessere dei cittadini. Bisogna applicare la normativa vigente secondo i principi di ragionevolezza e proporzionalità. Non si può bloccare l’attività sociale e comprimere gli interessi del privato», asserisce Esposito, che valuta l’incontro «non un momento di ribellione ma di proposta e collaborazione con le istituzioni». Gli aderenti del Comitato chiedono espressamente alla nuova Amministrazione di «riclassificare i beni in questione».

Messe in moto tante energie. «Invochiamo l’accatastamento e sollecitiamo una rapida classificazione degli impianti di rilevanza sociale. E’ il momento della compattezza e dello snellimento burocratico. Bisogna accelerare e riconoscere l’impegno sociale portato avanti dal mondo dello sport», argomenta convinto Aldo Castaldo, presidente Ginnastica Campania 2000, attiva in via Canzanella Vecchia a Fuorigrotta

Calcio. «Il Comune di Napoli non può essere una controparte ma una parte che classifica in maniera giusta gli impianti. Dopo due anni di pandemia sono i ragazzi e gli sportivi ad aver pagato un prezzo altissimo. Lo sport si connota per la sua valenza sociale. Tutti hanno diritto di praticare sport», ribadisce Antonio Piccolo, presidente Arci Scampia. Dal 1986 tiene fede ad un principio. «Insieme a, e non in contrapposizione. Per il Noi e mai per l'Io: solo così è possibile affermare il diritto allo sport in maniera unita».

Tatami. «Abbiamo fiducia nel sindaco Gaetano Manfredi, che sicuramente ascolterà le nostre sollecitudini e saprà riconoscere sul campo il nostro pluridecennale impegno sociale. Le nostre medaglie incidono nel tessuto sociale», ammette Gianni Maddaloni, padre del campione olimpico Pino, oro alle Olimpiadi di Sydney 2000. La Star Judo Club di Scampia fucina di talenti dal 1991. «Mi auguro che sia l’inizio di una proficua collaborazione tra tutte le società napoletane. Una volta acquisita la consapevolezza del problema, è essenziale più che mai rimboccarsi le maniche», ragiona Lello Parlati. Dal 1994 la Nippon Club di Ponticelli sforna campioni. 

 

Piscine. «Ci mettiamo la faccia. È una battaglia da vincere all’insegna di una collaborazione educata e civile. Ci siamo sobbarcati la gestione degli impianti da 30 anni. Meritiamo un riconoscimento per quanto fatto sotto l’aspetto sociale a sostegno dei giovani e dei ragazzi dei quartieri degradati. Risorse impiegate, manutenzione, guardiania, sicurezza degli impianti è quanto profuso non da oggi», conclude Franco Porzio, presidente dell’Acquachiara, che ha il suo quartier generale al Frullone. Al dibattito tra i numerosi intervenuti anche Osvaldo Cammarota e Vincenzo Semeraro, past president del Circolo Nautico Posillipo.

Provare a vincere l’avvilimento del momento, implementare le reti di socialità, promuovere un clima di convivenza civile e comportamenti coerenti, in un’ottica di compattezza le finalità del Comitato Sos Sport a Napoli, che intende tenere alta l’attenzione suoi 300 impianti sportivi, che coprono di fatto l’80% delle Municipalità. «Solo insieme si può procedere. Non ci arrendiamo», il grido unanime dello sport partenopeo.

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