Comune di Napoli, ecco il piano per fare cassa: in vendita circoli Tennis e Posillipo

Comune di Napoli, ecco il piano per fare cassa: in vendita circoli Tennis e Posillipo
di Luigi Roano
Martedì 20 Febbraio 2018, 08:56 - Ultimo agg. 10:20
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La parola d’ordine è vendere perché la leva principale per finanziare le rate del Piano di rientro dal debito approvato dal Consiglio comunale è questa. L’unica per fare soldi subito. A seguire un rinnovato impulso alla riscossione e la lotta all’evasione. Il piano è sintetizzato nella relazione dell’assessore competente Enrico Panini: 160 pagine fitte di tabelle e numeri dove spicca la vendita di patrimonio immobiliare anche dei cosiddetti gioielli di famiglia. Prima di approfondire giusto mettere a fuoco di cosa si tratta. Cosa ha messo il Comune sul mercato? Complessivamente 10.907 unità immobiliari così suddivise: 636 cespiti ad uso non residenziale, 1072 a uso residenziale 507 tra suoli e fondi rustici per oltre 1000 particelle catastali; 104 poli artigianali 1398 locali a uso non residenziale del patrimonio Erp (Edilizia pubblica residenziale) e 7190 alloggi sempre Erp. Il valore totale è stimato in 206 milioni, un piano straordinario che dovrebbe essere smaltito entro il 2020 e nel quale si trovano anche il circolo del Tennis e il Circolo Posillipo. Si tratta della fetta di patrimonio non abitativo. Ai due circoli entro marzo verranno inviate le proposte d’acquisto con l’allegato prospetto delle detrazioni previste dal regolamento. In caso di mancata risposta nei successivi tre mesi si procederà a bandire un’asta con prezzo ridotto del 10%, se anche questa volta gli acquirenti non si faranno avanti allora si procederà a trattativa privata con il prezzo non inferiore al 10% stimato.
 
Di questo lotto di vendite fanno parte altri 13 immobili di pregio senza inquilini. Questi 15 cespiti da soli valgono secondo le stime effettuate dal Comune 63 milioni. Palazzo San Giacomo punta nell’anno in corso a incassare 97 milioni e 750mila euro, l’importo della rata da versare allo Stato. L’anno prossimo e nel 2020 Palazzo San Giacomo punta forte sul patrimonio Erp e su alcuni cespiti residui di patrimonio «di pregio» oltre che sui locali commerciali per incassare due rate da 52 milioni e mezzo. Questo il quadro di massima del prossimo determinante triennio. Un piano che deve risultare credibile perché presto ci sarà il primo controllo della Corte dei Conti, senza considerare che il 7 marzo l’intero piano è al vaglio delle Sezioni riunite nell’ultimo round dello scontro tra Comune e Sezione regionale della Corte dei Conti. 

Il Comune non dismette solo beni immobili ma anche mobili come le aziende partecipate. «Sulla base delle norme del Testo Unico delle linee guida fornite dalla Corte dei Conti e dall’Anci - racconta Panini - risultano non più detenibili la quota del 9,86% del Ceinge Biotecnologie Avanzate; la quota del 12,50% presso la Società Gestione Servizi Aeroporti Campani Spa - operazione già ultimata - la quota del 13,24%, per il tramite di Anm, presso City Sightseeing Napoli e la quota del 13,26%, per il tramite della Mostra d’Oltremare, presso Palazzo Canino, e la partecipazione di Terme di Agnano, non più detenibile». Anche il pianeta Abc Acqua pubblica non è immune dai tagli. «Per quanto riguarda la società Net Service - continua l’assessore - l’unica soluzione possibile, sulla base delle norme vigenti che invece ne prevedono la messa in liquidazione, è stata quella di stabilire di escluderla temporaneamente dalla revisione straordinaria, fatto salvo il termine di 12 mesi per individuare misure di razionalizzazione». Poteva mancare Anm in una simile rivisitazione? «Sull’Anm si conferma l’ipotesi di vendita fino al 40% delle azioni, non delle attività, ricordando che si è di fronte ad una decisione confermata dal Consiglio nel 2012 e nel 2016» conclude Panini. Tuttavia è poco probabile che per ora Anm venga messa sul mercato - si parla solo della gestione - e questo per due motivi: servirebbe un ulteriore voto del Consiglio comunale e poi l’Azienda è in fase di concordato preventivo. Nella sostanza dovrebbe esprimersi anche il Tribunale. Non è finita qui. Palazzo San Giacono nel Piano di rientro del debito ha inserito la «rete di distribuzione del gas», materia regolata dall’Autorità per l’energia. La quota del Comune è di circa 60 milioni. E le Terme di Agnano per 32 milioni. Capitolo riscossione. La media dei napoletani che pagano i tributi locali - secondo il Comune - è arrivata a quota 67%, per le contravvenzioni la media rimane sotto al 20. Con il «Progetto Robin» Palazzo San Giacomo ha attaccato i grandi morosi incassando 18 milioni con riferimento all’Imu. Altri 45 sono stati accertati. 
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