Cemento in riva al mare di Massa Lubrense, concessioni balneari nel mirino: perquisito anche l'ufficio del sindaco

Cemento in riva al mare di Massa Lubrense, concessioni balneari nel mirino: perquisito anche l'ufficio del sindaco
di Dario Sautto
Martedì 14 Dicembre 2021, 11:00
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Corruzione e abusivismo edilizio in riva al mare: perquisiti uffici comunali e la stanza del sindaco. E due dipendenti comunali, inizialmente, si rifiutano di presenziare all'operazione. Il blitz della capitaneria di porto di Castellammare di Stabia al Comune di Massa Lubrense era volto all'acquisizione di atti sulle concessioni demaniali ai lidi balneari e sui permessi a costruire per alcune strutture ricettive. Coste rocciose, panorami mozzafiato, mare cristallino «bandiera blu» e un'area marina protetta, quella di Punta Campanella, più volte violata negli ultimi anni da pesca di frodo, datterari, scarichi abusivi e cemento selvaggio. Su quelle autorizzazioni la Procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, sostituti Antonio Barba e Ugo Spagna) ipotizzano possano esserci state dazioni di denaro o affidamenti di incarichi sospetti. Per questo, ieri mattina, donne e uomini della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia, guidati dal comandante Achille Selleri, hanno perquisito anche l'ufficio del sindaco Lorenzo Balducelli (che, è bene precisarlo, al momento non risulta indagato). Gli investigatori hanno acquisito atti e documentazione anche negli uffici Tecnico, Demanio, Condono Edilizio e Tutela paesaggistico-ambientale, dove potrebbero celarsi le prove di illeciti consumati su uno dei tratti di costa più belli, suggestivi e apprezzati anche dal punto di vista ambientale. 

Nel mirino degli inquirenti sono finite concessioni balneari e permessi rilasciati ad alcuni imprenditori del comparto turistico della Penisola Sorrentina che gestiscono lidi e locali in riva al mare. Anche nelle sedi di alcune società del settore ricettivo è scattata la perquisizione alla ricerca di documenti che possano essere utili alle indagini. Gli inquirenti passeranno al setaccio le concessioni demaniali stagionali, i permessi urbanistici e le varie autorizzazioni ambientali paesaggistiche che sono state rilasciate prima dell'estate e negli anni scorsi. Un geometra e un dirigente comunale sono stati condotti negli uffici, nonostante si fossero inizialmente rifiutati di presenziare alle operazioni condotte dai militari della guardia costiera. Sotto la lente d'ingrandimento ci sono anche tutti i documenti che avrebbero permesso una serie di abusi edilizi lungo la costa. Il blitz di ieri rappresenta una seconda puntata di ciò che è accaduto a fine agosto proprio a Massa Lubrense, quando è finita sotto sequestro una parte dell'ex Conca Azzurra, ora gestita dalla società «Sea Club srl» della famiglia Giglio. Sotto sigilli era finita una parte dello stabilimento balneare a insegna «Maya Beach Experience», uno dei lidi dei vip.

Secondo quanto ricostruito dai militari della Capitaneria di Porto, colate di cemento fino agli scogli per posizionare lettini e una spiaggia sopraelevata con sabbia bianca per simulare i Caraibi sarebbero state realizzate abusivamente, senza autorizzazioni paesaggistiche, urbanistiche e ambientali. Un vero e proprio scempio ambientale di oltre 700 metri quadrati in un angolo di mare «Bandiera Blu», secondo gli inquirenti realizzato probabilmente con la complicità degli uffici comunali. 

Così, ieri è scattato il blitz per acquisire gli atti che avrebbero permesso una serie di abusi edilizi con vista mare. Su questa seconda parte dell'inchiesta, però, per il momento vige il più stretto riserbo da parte della Procura di Torre Annunziata, che punta ad approfondire con certezza tutta la tematica relativa alle autorizzazioni per comprendere se effettivamente ci siano state irregolarità. Durante la scorsa estate, sequestri avevano riguardato anche il molo ritenuto abusivo e oggetto di una ulteriore colata di cemento per stabilizzarlo che si trova in uno degli stabilimenti balneari di Nerano, utilizzato da alcuni ristoranti vip per far sbarcare i propri clienti. Trovato un pontile non a norma, furono multati anche alcuni proprietari di imbarcazioni che effettuavano servizio di trasbordo dagli yacht alla terraferma.

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