Napoli, spazzini con la laurea: «I sogni aspetteranno, ora ci serve il lavoro»

Napoli, spazzini con la laurea: «I sogni aspetteranno, ora ci serve il lavoro»
di Gennaro Di Biase
Mercoledì 28 Settembre 2022, 23:54 - Ultimo agg. 29 Settembre, 17:51
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C’è tutto l’affresco sociale del 2022, nella folla di aspiranti operatori ecologici assiepata davanti ai cancelli della Mostra d’Oltremare. Giovani laureati, innanzitutto. Poi disoccupati anziani, mamme, zie, neet, padri, single, coppie, uomini e donne diplomati o con licenza media. Il cielo grigio non intacca la speranza «del posto fisso» dipinta sui volti delle migliaia di iscritti al concorso Asia (26.114, per 500 posti) che aspettano in coda per il test da 50 domande, o che si alternano per i due turni quotidiani della prova scritta. 

I “dottori” sono decine, alle 10 del 28 settembre, «anche se basta la licenza media e la laurea non fa punteggio»: sono loro il simbolo dell’impazzito mercato del lavoro contemporaneo, l’emblema della società difficile e stimolante dell’inizio del Terzo Millennio: mobile, precaria, scardinata, liquida. Anzi, a tratti gassosa. 

Tanti i laureati e laureandi nati agli sgoccioli degli anni Novanta: è la generazione Z (’97-’12), che guarda il mondo con occhi nuovi rispetto alle passate generazioni dei baby boomers (’46-‘64), dei millennials (’81-’96) o dei gen X (’65-’80).

Per loro il lavoro non coincide necessariamente con l’interesse intellettuale e, quando erano bambini, il mito della carta sociale vacillava già sotto i colpi di social e realtà virtuale. 

«Sono iscritto al terzo anno di Scienze Motorie alla Partenope – sorride per esempio Francesco Ricci, biondo, 21 anni – Sono a pochi passi dalla laurea e in regola con gli esami. Mi piace portare avanti lavoro e studio, faccio parte della smart generation. Sono uno sportivo: è la mia vera passione, calcio, padel. Praticare sport costa, quindi il posto fisso è importante per coltivare la mia passione. Se passerò il concorso come operatore ecologico, immaginerò questo come un primo lavoro, non certo l’unico ambito della vita in cui riporre la mia energia».

Alessandra Ragno, 23 anni, aggraziata e intelligente, è laureata da pochi mesi alla Federico II in Filologia Moderna. Un percorso di studi non semplicissimo, insomma, e in tempi rapidi. «A parte questo concorso Asia – spiega – Sto cercando di inserirmi nel mondo della scuola mandando qualche mad. Purtroppo non sono riuscita a inserirmi nelle gps, che aprivano prima che mi laureassi, a luglio. Vengo qui solo per mettermi alla prova, ma il mio obiettivo principale è l’insegnamento. Anche se per il momento la situazione lì è statica». 

«Sto studiando Scienze della Formazione – racconta con un sorriso Alessandra Portomeo – e l’università sta andando bene. Certo è che il fascino del “posto fisso” non manca: consente di fare una vita al riparo da eventuali incertezze». 

«Se fossi stato laureato non sarei stato certo qui», mugugna qualche aspirante operatore ecologico poco sotto la cinquantina. Ma per i giovanissimi del Terzo Millenno il gioco del posto fisso può valere la candela. Si trovano anche laureati in Scienze Biologiche. «Lavoro in negozio – racconta una ragazza intorno ai 30, che non dà il nome – Nel mio settore non sono riuscita a trovare stabilità economica. Ecco perché sono qui». 

«Sono laureata in Economia – racconta un’altra donna, della stessa età – ho conseguito il titolo con un istituto online, tra mille sacrifici, dopo essere diventata mamma l’anno scorso. A tentare il concorso c’è anche mio marito: lui ha la licenza media». 

Proprio nel quartiere in cui si è giocata la partita elettorale di rilevanza nazionale tra Di Maio e Costa sul reddito di cittadinanza, fanno tappa fino a domani le speranze dei «laureati-aspiranti-operatori ecologici». I percettori di reddito che spazzano via l’immondizia dal verde sono tanti in città, e molti di loro sperano di «essere assunti con graduatorie a scorrimento». Percettori e dottori uniti, insomma, per posti di lavoro analoghi: sono i paradossi della società più che liquida, anzi gassosa. La società degli opposti, nel bene e nel male. 

«Le domande dei quiz spaziavano dal Festival di Sanremo a chi ha vinto i mondiali del ’94 – conclude Rita Piacente, 33 anni – Nei colloqui, credo, ci faranno domande sul riciclo. Sono laureata in Fashion design all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Ho provato a lavorare nel mio settore, ma sempre in ambito privato. Il privato, purtroppo, non ti dà la sicurezza di ricevere un finanziamento, comprare casa. Il posto fisso ha ancora fascino, anche se si aspira ad altro. Farò anche il concorso per entrare in Comune nel settore della cultura». 

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