Condono a Ischia, pasticcio decreto: fermi i cantieri della ricostruzione

Condono a Ischia, pasticcio decreto: fermi i cantieri della ricostruzione
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 28 Marzo 2019, 11:30
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Nemmeno un mattone è stato ancora alzato e il decreto per la ricostruzione, salvo proroghe, scade il 16 maggio. Paradossi di Ischia, colpita dal terremoto dell'agosto 2017, ma che non può accedere alle procedure semplificate sui condoni edilizi voluti dalla Regione. Norme che scadono improrogabilmente il prossimo 31 dicembre. «Speriamo che palazzo Santa Lucia ci dia una mano sennò è la fine», dicono i sindaci che solo tra qualche giorno vedranno entrare in servizio nuovo personale per esaminare le procedure di ricostruzione. Richieste di sanatoria comprese.

Il nodo dell'isola colpita dal sisma è sempre quello degli abusi edilizi. Richieste su richieste in base alle sanatorie del 1985, del 1994 e del 2003. Ovvero l'ultimo condono edilizio a cui non ha aderito la Campania ma che è stato previsto, per decreto, per le case dei tre comuni danneggiati. E se esamini una pratica, devi esaminarle tutte se vuoi iniziare a ricostruire. Non puoi, magari in una stessa strada o in uno stesso palazzo, esaminare una domanda e non un'altra. Perché serve un piano armonico per ricostruire. Ma oggi si scopre che le procedure semplificate da una legge regionale del 2004 (i cui termini scadono a dicembre) non valgono per la sanatoria del 2003. Che interessa il 30 per cento delle domande presentate. Sembrano dettagli ma non lo sono perché le procedure semplificate prevedono meno documenti da presentare e meno tempo rispetto alla procedura ordinaria. E il tempo serve se il decreto del governo Conte prevede che «occorre assicurare le istanze di condono entro sei mesi dal presente decreto». Un mese e mezzo da oggi. Una corsa contro il tempo.
 
Per questo ieri è stata depositata in Consiglio regionale una norma per estendere le procedure semplificate anche al condono edilizio del 2003. «Tale procedura consentirebbe agli uffici comunali impegnati nelle attività di ricostruzione di procedere in maniera più celere nella definizione delle domande di sanatoria pendenti in relazione agli immobili colpiti dal sisma, anche in conformità del termine acceleratorio di sei mesi dall'entrata in vigore del decreto», scrivono il capogruppo Fi Armando Cesaro e la consigliera azzurra Maria Grazia Di Scala che hanno firmato la proposta di legge. «È doveroso equiparare anche il terzo condono alle procedure semplificate per armonizzare il tutto. L'unico modo per accelerare perché i tempi sono già molto stretti rispetto alla scadenza di metà maggio», spiega la consigliera regionale Di Scala che è proprio di Casamicciola, il comune più colpito dal sisma del 21 agosto del 2017 («Ma ci tengo a specificare che non ho presentato alcuna domanda di condono»). E alla vigilia della seconda estate in cui tutto è rimasto immutabile, ci si rende conto di come la ricostruzione sia ferma. E i tre comuni solo da lunedì vedranno entrare in servizio tecnici e amministrativi appena assunti proprio per far partire la ricostruzione (12 unità a Casamicciola, 8 a Lacco Ameno e 4 a Forio). «Il primo agosto dell'anno scorso con un ordine del giorno in Consiglio approvato all'unanimità - continua la Di Scala - proposi la creazione a Ischia di un ufficio di coordinamento tra Regione, comuni terremotati ed enti preposti affinché si coordinassero tutte le attività per la ricostruzione. Fui derisa dai grillini che parlarono di un ufficetto sull'isola, non sapendo come sia grave la situazione e come occorra velocizzare la ricostruzione». Attualmente sono oltre un migliaio le pratiche da evadere: 800 a Casamicciola (di cui 400 per il condono dell'85, 230 per il '94 e 170 per il 2003) e 320 a Lacco Ameno (150 per il 1985, 90 per il '94 e poco meno di 60 per il 2003). È il numero degli immobili danneggiati e da ricostruire che hanno fatto domanda di sanatoria. E se passasse l'iter semplificato (voluto da una norma del 2004 e confermato nell'ultima legge regionale di Bilancio), basterebbero semplici autocertificazioni. Fermo restando ispezioni da parte dei tecnici comunali e, in caso di non veridicità, le carte andrebbero direttamente alla Procura.

«La ricostruzione rimane ancora ferma nelle pastoie burocratiche. Si attende lo studio delle microzone e c'è poco tempo per le domande di condono degli edifici da ricostruire», spiega Giacomo Pascale, primo cittadino di Lacco Ameno, che spera in palazzo Santa Lucia: «Accelerare le procedure per andare incontro ai cittadini che da due anni aspettano la casa. Bisogna fare in modo che si possa accedere alle procedure semplificate: speriamo nella sensibilità del Consiglio regionale affinché faccia passare la proposta di legge presentata». Perché c'è la mannaia del 16 maggio per chiudere tutte le domande di sanatoria tuttora inevase. «Spero che il termine sia ordinatorio e non perentorio. Altrimenti - conclude il sindaco - è la fine».
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