Il confessionale contro il racket: l'offerta del sacerdote di Torre Annunziata

Il confessionale contro il racket: l'offerta del sacerdote di Torre Annunziata
di Raffaele Perrotta e Dario Sautto
Lunedì 22 Ottobre 2018, 10:30
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TORRE ANNUNZIATA - Terrorismo camorrista, la paura che chiude la bocca a chi vede e subisce. A Torre Annunziata la camorra torna a colpire per l'ennesima volta con una bomba e non risparmia nemmeno i parenti degli affiliati ai clan «storici». La Chiesa, quella che nelle parole di papa Francesco deve essere un «ospedale da campo» per gli oppressi, si fa avanti. Don Antonio Carbone, salesiano, offre la tutela del confessionale alle vittime. Chi non vuole presentarsi dai carabinieri - dice in una lettera aperta ai commercianti - vada da un sacerdote fidato. Racconti l'angheria che subisce e faccia il nome dell'oppressore: «Il sacerdote avviserà i carabinieri - è il ragionamento - e nessuno potrà chiedere all'uomo di Chiesa chi l'ha informato». Ed il sacerdote non tradirebbe il segreto del confessionale. Non riferirebbe, infatti, il peccato assolto ma una circostanza della quale viene a conoscenza.

Anche questo dà l'idea del clima che opprime la città. In settimana, una pescheria di via De Simone nel rione Carceri di Torre Annunziata di proprietà del figlio di un elemento di spicco dei Gionta era stata danneggiata da un'esplosione. E la scorsa notte, poco prima dell'una, in corso Vittorio Emanuele III, è toccata ad un negozio di detersivi che sarà inaugurato a giorni: l'esplosione ha squarciato l'esercizio di un parente di un affiliato ai Gallo-Cavalieri. Su entrambi i casi indagano i carabinieri della compagnia di Torre Annunziata, che stanno cercando di far luce sull'escalation di bombe carta. Il titolare del negozio racconta di non aver subito pressioni o minacce. Non ci sono testimoni, va da sè. Agli inquirenti restano le immagini delle telecamere e una pista che porta ad un avvertimento diretto ai parenti del proprietario.
 
A preoccupare di più, però, è l'inquietante serie di bombe esplose su tutto il territorio, una decina da luglio. Un portone saltato a piazza Ilardi, un altro danneggiato in via XXIV Maggio, e ancora una macelleria in via Poerio (colpita per la seconda volta in due anni), un bar sempre a via De Simone, e altri negozi. Su alcuni casi sta lavorando la polizia che qualche settimana fa è riuscita anche ad arrivare ad uno dei covi proprio in quella strada del quartiere dei Gionta. Manco a dirlo i cittadini non vedono e, spesso, dicono di non sentire neppure le esplosioni che li destano nel cuore del notte.

A destare il mondo politico è stato, ancora una volta, il consigliere di opposizione e rappresentante di Dema Pierpaolo Telese con un netto e non formale post su Facebook. «Martedì mattina proporrò un consiglio comunale straordinario e aperto ad associazioni, sindacati, forze politiche e sociali che sfoci in una grande manifestazione cittadina. Non bisogna sottovalutare quanto sta avvenendo. Tolleranza zero». Il sindaco Pd Vincenzo Ascione ha fatto sapere che «l'amministrazione comunale è pronta a reagire ad atti intimidatori che creano tensione e preoccupazione». Il primo cittadino già per giovedì 25 ottobre ha programmato un incontro «per il ripristino dell'osservatorio per la legalità». Il presidente dell'assise Rocco Manzo ha appoggiato la proposta del consiglio comunale straordinario.
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