Contromano in Tangenziale, la difesa:
«Frastornato dal tasso alcolemico»

Contromano in Tangenziale, la difesa: «Frastornato dal tasso alcolemico»
di Viviana Lanza
Giovedì 26 Aprile 2018, 18:59 - Ultimo agg. 19:03
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La nuova perizia depositata al processo d’appello apre a un nuovo confronto sulla qualificazione del reato che viene contestato all’imputato Aniello Mormile, il trentenne che era alla guida dell’auto lanciata contromano in Tangenziale nella notte tra il 24 e il 25 luglio 2015: omicidio volontario, come ritenuto dall’accusa che in primo ha ottenuto la condanna dell’imputato, oppure omicidio colposo, come sostenuto dalla difesa. Gli avvocati difensori di Mormile tengono a precisare che i periti nominati dai giudici della terza Corte d’Assise d’Appello concordano con i consulenti di parte sul tasso alcolemico al momento dell’incidente e sui conseguenti effetti.

«Il tasso alcolemico - spiegano i penalisti Stefano Montone e Gaetano Porto del collegio difensivo di Mormile - al momento dell'incidente era di 2,16. Il che colloca il giovane, secondo le tabelle formulate nel rispetto delle leggi scientifiche di copertura, in una condizione oscillante tra il “frastornamento” (che è condizione clinica cui sono ricollegati, tra l’altro, effetti di percezione sensoriale molto ridotta e difficoltà di coordinamento motorio) e lo “stato confusionale” (che è condizione clinica caratterizzata da stato letargico, confusione mentale, riduzione delle percezioni sensoriali)». E replicano così all’ipotesi di una condizione di “non ubriachezza” e alla tesi secondo cui Mormile sarebbe stato lucido al momento dell'incidente che costò la vita a Livia Barbato, la fidanzata del trentenne, e Aniello Miranda, che era alla guida dell’auto coinvolta nel terribile frontale. Una tesi che è stata alla base della sentenza di condanna in primo grado. Secondo la difesa, dunque, «quello che non si potrà più sostenere è proprio che Mormile, al momento dell'incidente, fosse compiutamente lucido, consapevole, non ubriaco: il tasso alcolemico fissato al valore di 2,16 è un dato di valenza scientifica non aggirabile». E sarà questa la questione principale al centro del processo d’appello che da domani entrerà nel vivo.

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