«Da 20 giorni facciamo coperti zero. Ognuno di noi ha dipendenti con famiglie da pagare, a cui abbiamo anticipato la cassa integrazione mai arrivata dallo Stato. A che serve rimanere aperti, se dobbiamo morire con una lenta agonia?». A parlare è Vincenzo Capasso, titolare della trattoria Casa Capasso in via Tribunali. Insieme con lui alcuni tra i nomi storici di ristoratori e pizzaioli di una delle strade simbolo di Spaccanapoli, come Di Matteo, Dal Presidente, I Masanielli, Donna Sofia e Gerolomini, pronti a gettare la spugna di fronte al collasso della categoria a causa delle nuove restrizioni di Regione e Governo. Già da ieri gli imprenditori hanno incrociato le braccia, lanciando una provocazione: «Se non potremo più pagare neanche i nostri lavoratori, a chi andremo a chiedere soldi indebitandoci, se le istituzioni non ci sostengono?».
Sedie vuote, coperti sui tavoli, menu in esposizione all'esterno e clienti zero. Vincenzo Capasso, proprietario del ristorante Casa Capasso in via Tribunali ha inaugurato un anno fa. «Facemmo il boom di clienti - spiega - oggi i numeri sono agghiaccianti. Dopo la Ztl in via Duomo e la nuova emergenza Covid ora queste nuove restrizioni ci hanno affossato. Ormai ogni giorno da circa un mese i coperti sono pari a zero. Ad agosto c'era stata una minima ripresa. Ma lo Stato continua a dimenticarsi di noi. I miei 12 dipendenti attendono ancora la cassa integrazione, che io ho anticipato loro e ho l'obbligo di non poterli licenziare. Non ho più solo una moglie e un figlio, ma 12 mariti, 12 mogli e altri 20 e più figli da mantenere». Gli fa eco Massimiliano Di Caprio, titolare della storica pizzeria Dal Presidente: «Stavamo arrancando per combattere la crisi contro il Covid e ora questa nuova ondata. L'assurdo è che la politica ci ha sbattuti al muro, non comprendendo che un imprenditore ha dipendenti e le loro famiglie da sfamare. Io ho 40 dipendenti, di cui 10 in cassa integrazione e 30 che ruotano a settimane alterne. Molti si stanno indebitando o vendendo oggetti preziosi. Inoltre ho dovuto chiudere il locale a Capri, dato che nessuno si imbarcava da Napoli. De Luca ci ha terrorizzati e de Magistris ci ha penalizzati con le due Ztl a via Duomo. Potenziali clienti che non trovano parcheggio per venire qui e in più c'è il coprifuoco dalle 23, ci pensano due volte prima di uscire». Non va meglio per la pizzeria di Salvatore Di Matteo: «Con questa ordinanza regionale che va in contrasto con quella del Governo, ci hanno definitivamente uccisi. Ho un altro locale a Roma, dove il presidente della Regione Nicola Zingaretti non fa terrorismo ai cittadini. Noi possiamo anche rimanere a casa, ma chiediamo aiuto. Ad oggi registriamo il 30 per cento in meno di incassi. Se prima sfornavamo 120 pizze in un'ora adesso lo facciamo a stento in un giorno». Il titolare della trattoria I Masanielli parla di «danni enormi, dopo la chiusura che ci hanno imposto 10 giorni fa per un tavolo da 12 clienti e ora dobbiamo subire anche questo?». Poi l'appello corale: «Vogliamo un sostegno concreto dallo Stato, perché continuiamo a pagare le utenze e i fitti e a indebitarci. Qui arrivavano milioni di turisti, che oggi sono un lontano ricordo», conclude Capasso.