Coprifuoco violato a Napoli, è lite: «Va tolto», «Non si tocca»

Coprifuoco violato a Napoli, è lite: «Va tolto», «Non si tocca»
di Adolfo Pappalardo
Martedì 11 Maggio 2021, 08:30
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Dall'unità di crisi campana arriva uno stop all'idea di spostare il coprifuoco. «Sono molto preoccupato se si toglie il coprifuoco o si fa a mezzanotte», è l'allarme lanciato ieri mattina da Antonio Postiglione, responsabile medico dell'Unità di Crisi della regione Campania. Linea in controtendenza rispetto ai vertici di palazzo Santa Lucia, dell'idea invece di allungare di un paio d'ore il limite. «Dobbiamo consentire l'apertura serale in condizioni protette dei ristoranti ma le attività di ristorazione devono concludersi fra le 23 e le 23.30 e dopo mezzanotte nessuno più per strada», è invece l'idea del governatore Vincenzo De Luca, in scia con i colleghi delle altre regioni, che spiega da almeno 3 settimane. Strada che sognano imprenditori e commercianti: portare la linea del rientro dalle 22 a mezzanotte. Anche se tutti, medici e governatore, sono preoccupati per gli assembramenti serali della movida. Anche ben oltre le 22.

E ieri arriva l'allarme dell'Unità di crisi.

Naturale se il bollettino giornaliero continua raccontare un'epidemia che, in Campania, non è certo dietro l'angolo. Anzi. Perché ieri sono state ben 54 le vittime registrate nell'ultimo bollettino, di cui 30 nelle ultime 48 ore e altri 24 deceduti in precedenza ma registrati solo ieri. «Se preoccupa l'ipotesi di uno slittamento del coprifuoco? Sicuramente sì. Vanno evitati gli assembramenti da movida», spiega proprio ieri il membro dell'Unità di crisi ricordando come occorra «avere comportamenti responsabili». Il riferimento va alla movida che sembra non tenere conto di limiti e restrizioni. «Dalle foto vedo che ancora non sono radicate le regole di distanziamento e l'uso continuo della mascherina. Le fasi pandemiche sono caratterizzate da ondate che si susseguono e noi non vogliamo altre ondate. Io ricordo sempre che - aggiunge il dirigente medico Postiglione - non c'è un liberi tutti, servono comportamenti responsabili con cui si arriverà anche all'allungamento dei tempi del coprifuoco».

I medici insomma sembrano propendere di più per la cautela, almeno per qualche altra settimana.

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Ma il gruppo deluchiano, a partire dal governatore, è per spostare il coprifuoco per andare incontro anche alle esigenze di imprenditori e commercianti dopo mesi di stop.

«Il coprifuoco alle 22 che senso ha? Non lo dico solo io ma i leader di opposizione, ministri e presidente della Regione. Sabato sera - racconta Umberto De Gregorio, presidente dell'Eav legatissimo politicamente all'ex sindaco di Salerno De Luca - sono andato a cena fuori e abbiamo fatto una corsa per tornare a casa alle 22.10. Questa cosa non funziona e mi fa ridere quando si dice che ci vogliono maggiori controlli. È una farsa e chi perde di credibilità è lo Stato». Orientamento su cui è d'accordo anche Stefano Caldoro, capo dell'opposizione in consiglio regionale: «Devono riprendere le attività commerciali, tutte, e bisogna rivedere il coprifuoco alle 22, va superato». 

Orientamento che piace ai commercianti che da settimane chiedono una deroga di almeno un'ora e mezza per prendere una boccata d'ossigeno dopo i mesi di stop.

«Noi da sempre siamo per un atteggiamento rigoroso e ci dispiace che le persone siano in strada ma compete a quella parte dello Stato che si occupa di far rispettare le leggi verificare che non ci siano comportamenti scorretti», spiega Vincenzo Schiavo, numero uno della Confesercenti che racconta il paradosso dei suoi associati: «Come imprenditori dobbiamo chiudere alle 22 e le regole, vedo in giro, le rispettiamo. Eppure per strada si vede gente anche oltre la mezzanotte».

Per questo la Confesercenti chiede di spostare l'orario di rientro. «Anzitutto, come chiediamo da tempo alla politica, non usiamo più la parola coprifuoco che allontana i turisti verso altri paesi. Ma auspichiamo - aggiunge - che l'orario limite sia spostato almeno alle 22.30. In questo modo da un lato facciamo lavorare un po' in più le imprese e dall'altro evitiamo che poco prima delle 22 le strade siano affollate di gente che corre verso casa. Per questo credo che le 23.30 sarebbero un buon compromesso che tiene conto delle regole sanitarie ma anche delle esigenze di noi tutti». 

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