Omicidio di Coroglio, sequestrati tre cellulari: la svolta nella chat «Fantacalcio»

Omicidio di Coroglio, sequestrati tre cellulari: la svolta nella chat «Fantacalcio»
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 15 Giugno 2018, 08:48 - Ultimo agg. 10:07
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Una chat a più voci - si chiama «fantacalcio» - che finisce al centro dell'inchiesta sull'omicidio di Agostino Di Fiore, il 28enne assassinato lunedì mattina a Coroglio. È uno dei punti fermi dell'inchiesta, che vede sotto accusa un minore (presunto esponente di una dinasty criminale del Pallonetto di Santa Lucia) e il 19enne Francesco Esposito. Si cercano testimoni, nel tentativo di capire chi abbia fatto fuoco, chi abbia premuto il grilletto probabilmente al termine di una lite ingaggiata all'esterno di una discoteca della zona.

IL VOCAL
Agli atti c'è un «vocal», un messaggio vocale postato nella chat «fantacalcio», da cui emerge che Di Fiore sarebbe intervenuto per sedare una lite tra Francesco Esposito e la fidanzata. Dalle parole ai fatti, Esposito avrebbe avuto la peggio («venti di loro addosso a me», secondo una intercettazione), fino a chiamare l'amico minorenne. Ed è questa la scena chiave: il 17enne del Pallonetto di Santa Lucia, alle cinque del mattino esce di casa e va a Coroglio. Armato, seguendo un copione definito. E non è un caso che entrambi gli indagati per il delitto di Agostino Di Fiore sono conosciuti alle forze dell'ordine per le cosiddette «stese» (sparatorie in aria, senza un obiettivo dichiarato) consumate negli ultimi anni in centro.

 

Doverosa una premessa: un anno fa, Francesco Esposito ha patteggiato una condanna a un anno di reclusione per la «stesa» di via Toledo, nel corso della quale un paio di proiettili si conficcarono nel soffitto interno di un'abitazione dell'ex direttore del carcere di Poggioreale, a sua volta vittima della barbarie della Nco; mentre il 17enne era sotto intercettazione per un episodio analogo, probabilmente consumato nei pressi di piazza Trieste e Trento. Uno scenario che fa i conti con le indagini sul delitto di Coroglio. Difesi rispettivamente dai penalisti Giuseppe De Gregorio e Giovanni Fusco, il minore e Francesco Esposito si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

LA FRASE
Chiara la strategia difensiva da parte del 17enne: l'avvocato De Gregorio ha puntato l'indice sul gap temporale tra la frase di Esposito («scendi, capisci a me...») che viene pronunciata il nove giugno, rispetto al delitto che è dell'undici giugno; mentre l'avvocato Fusco punta a sottolineare che Esposito è stato circondato e picchiato da almeno una decina di persone. Saranno immagini e testimonianze, in queste ore, a stabilire chi dei due indagati ha premuto il grilletto e in quali circostanze è avvenuto il delitto. Ieri i funerali di Di Fiore a Secondigliano, mentre la famiglia della vittima (difesa dalla penalista Antonella Regine) è pronta a costituirsi parte civile.
 
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