Covid a Castellammare, numeri da zona rossa: in sette giorni 930 positivi su centomila abitanti

Covid a Castellammare, numeri da zona rossa: in sette giorni 930 positivi su centomila abitanti
di Fiorangela d'Amora
Giovedì 4 Marzo 2021, 10:01 - Ultimo agg. 12:35
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Numeri da zona rossa. Il bollettino giornaliero sui contagi fotografa una situazione disastrosa sulla diffusione del Coronavirus che a ieri contava 2.030 residenti attualmente positivi. Castellammare è «rossa» ma solo nell'immaginario collettivo oltre che nei numeri, perchè nessuna decisione ha sancito una restrizione, ritenuta necessaria da cittadini e commercianti.

Il sindaco Gaetano Cimmino fino ad ora non ha chiesto la zona rossa, forse nell'attesa che misure più drastiche siano prese dal governo (magari su scala nazionale) o dalla Regione.

In sette giorni, l'incidenza dei nuovi positivi su 100mila residenti è di 930,72 rispetto alla media regionale di 227,81. Basterebbe questo dato per decretare la zona rossa, ma c'è di più perché la percentuale di positivi è del 20,53%. Sono i dati regionali che fanno riferimento alla settimana dal 22 al 28 febbraio, grafici che raccontano l'andamento del contagio a Castellammare, letteralmente travolta dalla terza ondata. Adulti ma non solo, la fascia d'età più colpita è quella che va tra i 6 e i 10 anni con un'incidenza di 1.174 ad inizio febbraio, salita ancora a 1.269 tra il 15 e il 21 dello stesso mese, dimezzata negli ultimi sette giorni. Castellammare è da zona rossa, anche per i giovani tra i 19 e 25 anni (incidenza 1.091) seguita a ruota dai 60 enni. 

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Quando la curva ha cominciato nuovamente a risalire, tra fine gennaio e inizio febbraio, l'amministrazione di centrodestra guidata da Cimmino ha mantenuto le scuole aperte e chiesto responsabilità ai cittadini. Appelli caduti nel vuoto, con weekend all'aperto e lungomare affollato. A metà febbraio, la scelta inevitabile di chiudere scuole e villa comunale. E infine l'imposizione del coprifuoco alle 20 e la chiusura anticipata dei negozi alle 18. «In queste settimane abbiamo messo in campo misure molto restrittive - spiega Cimmino - rafforzando la zona arancione. Ma sto valutando di applicare misure ancora più stringenti. Il precedente governo non è riuscito a organizzare una campagna vaccinale rapida e efficace. Oggi non servono più gli annunci, occorrono certezze e ho piena fiducia in Draghi. Un lockdown nazionale sicuramente ci aiuterebbe a acquistare un importante vantaggio sul virus, in attesa che le vaccinazioni vadano a pieno regime».

Una linea che non piace a chi lavora in prima linea ogni giorno, come Eutalia Esposito, consigliera comunale di opposizione ma anche primaria di Ostetricia e Ginecologia al San Leonardo. «Le regole si fanno rispettare. Il sindaco ha mai camminato tra le ambulanze in attesa, tra pazienti bisognosi di ossigeno che attendono il loro turno? Un capo governa, non rovescia le colpe sui suoi figli», è lo sfogo del medico dopo le dichiarazioni di Cimmino che aveva imputato l'aumento dei contagi a «un calo di attenzione» da parte dei cittadini. La Esposito non ci sta e chiede «competenza, coraggio e decisione». 

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Il tema dei controlli in effetti ha scatenato la polemica politica. È critico anche il M5s. «Impossibile controllare tutti? Per Cimmino quindi la colpa dei contagi sarebbe dei cittadini stabiesi? Questa è una vera e propria offesa a tutti coloro che sono rispettosi delle restrizioni. Come un moderno Ponzio Pilato, Cimmino se ne lava le mani, ma omette di dire che la città è completamente priva di ogni forma di controllo, così come non vi è alcuna tracciabilità del virus - dice il consigliere comunale Francesco Nappi -. Questo sindaco non perde occasione per dimostrare la sua paura nel prendere decisioni che, seppur impopolari, sono a tutela della salute pubblica».

Scelte impopolari che invece non sono ancora arrivate. Ieri il bollettino giornaliero ha segnato un lieve calo nei contagi con 53 positivi su 205 tamponi. Il giorno precedente erano stati annunciati 151 contagiati. Anche tra gli ultimi positivi ci sono giovanissimi: tre bambini di 4, 6 e 8 anni. Una costante nella lunga lista che ogni giorno arriva dall'Asl Napoli 3 Sud. 

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