Coronavirus a Napoli, allarme contagiati al Cardarelli e il manager chiede «tamponi per tutti»

Coronavirus a Napoli, allarme contagiati al Cardarelli e il manager chiede «tamponi per tutti»
di Ettore Mautone
Martedì 12 Maggio 2020, 09:30
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Cardarelli, otto contagiati Covid in 15 giorni tutti in un reparto. La denuncia arriva dall'Anaao Assomed, l'associazione dei medici dirigenti, che punta il dito contro la direzione: «C'è un padiglione che doveva essere riaperto il 28 aprile dopo sanificazione e risultati dei tamponi a personale e pazienti», spiega Franco Verde, segretario provinciale dell'associazione. Per il manager del Cardarelli Giuseppe Longo la fase 2 si snoda invece nel serrato confronto con i sindacati per garantire la massima sicurezza: più spazi per la ripresa di ambulatori e ricoveri, il filtro e i controlli con i tamponi rapidi (eseguibili in meno di un'ora) che dalla prossima settimana saranno praticati agli accessi al pronto soccorso, la restituzione del padiglione H (Ortopedia) alla sua funzione originaria, il mantenimento del padiglione M (ex Intramoenia), per degenze e intensiva multispecialistica per malati conclamati o sospetti (sono tutte stanze singole) e infine il ripristino dell'attività libero professionale dei medici in spazi, stanze e ambulatori.
 


Dopo il vertice di ieri con Cgil, Cils e Fassid - che chiedono funzionalità e distanziamento in pronto soccorso e Obi da attuare con un più rapido turn-over dei ricoveri - oggi è la volta di regolamento e tariffe dell'intramoenia nel confronto con Anaao e Cimo. «Inappropriata la decisione del manager - chiarisce a tal proposito Verde insieme alla segreteria aziendale dell'Anaao - di accendere i fari sulle tariffe dell'attività privata mentre ancora non sono sciolti i nodi della sicurezza da Covid. Sono stati assunti dieci anestesisti: bene, chiediamo che aumentino le sedute operatorie per ridurre le liste d'attesa. L'intramoenia? Deve essere organizzata nell'ospedale in maniera trasparente e corretta in spazi separati e distinti. Prima la riorganizzazione e poi le tariffe». «L'attività libero professionale si fa dopo l'orario di lavoro, è un diritto che discende da un obbligo di legge. Anche le liste di attesa sono un falso problema perché ci sono anche per l'intramoenia. Servono soluzioni alternative ma non si può negare. Servono linee guida regionali» dice Antonio De Falco (Cimo). 

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