Coronavirus a Napoli, il piano dell'istituto Galvani: «Le stampanti 3D per rendere utili maschere da sub»

Coronavirus a Napoli, il piano dell'istituto Galvani: «Le stampanti 3D per rendere utili maschere da sub»
di Emanuela Sorrentino
Martedì 31 Marzo 2020, 10:00
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Le maschere da snorkeling Easybreath di Decathlon possono diventare maschere respiratorie in questa emergenza Coronavirus, grazie all'aiuto anche delle stampanti 3D in possesso di tante scuole italiane. E tra queste c'è l'Istituto Tecnico, Elettronica ed Elettrotecnica Luigi Galvani di Giugliano guidato dal dirigente Giuseppe Pezza, che ha partecipato alla manifestazione di interesse lanciata dall'azienda Isinnova, che è progettista, brevettatore e sviluppatore delle valvole di raccordo che occorrono per questo nuovo uso delle maschere. Da ieri l'istituto Galvani è impegnato nella produzione, in particolare, di due pezzi: un raccordo e un bypass per consentire di collegare più maschere all'erogatore di ossigeno. Anche altri istituti in Campania si stanno attrezzando per produrre questi particolari pezzi. «L'idea di poter convertire i dispositivi in vendita da Decathlon in maschere di emergenza e per la terapia sub-intensiva è stata della Isinnova - spiega l'ingegnere Luca Tufari, docente al Galvani di Sistemi automatici -. Noi abbiamo visto i file e abbiamo pensato che con le due stampanti 3D di ultima generazione in dotazione all'istituto avremmo potuto realizzare i pezzi necessari. Abbiamo risposto a un bando internazionale e quindi siamo nell'elenco dei makers. L'iniziativa è partita dalla sezione sperimentale di Robotica, dove insegno con altri colleghi, che si occupa di Stems, in cui si uniscono teoria e pratica. Si studia, oltre alla programmazione, anche la realizzazione di pezzi, dal disegno alla stampa, che servono in robotica quali ingranaggi e scocche, e si usa una didattica basata sul cooperative learning e sulla flipped classroom».
 

Le scuole sono chiuse, ma i ragazzi, che continuano a studiare a distanza e a incontrarsi nelle aule virtuali e in video conferencing, sono entusiasti di questa iniziativa al servizio dell'emergenza Covid-19. In loro assenza saranno i docenti a occuparsi, a turno, della realizzazione dei pezzi. Circa tre ore di stampa occorrono per realizzare ciascun pezzo «che - ricorda il professore Tufari - non è un dispositivo medico ma in questo momento di grande necessità potrebbe essere utile per riadattare queste maschere da snorkeling, che coprono l'intero volto dal mento alla fronte consentendo quindi piena ossigenazione. Negli ospedali italiani potranno esserne messe a disposizione circa 40mila». Isinnova attraverso il suo sito web spiega di essere stata contattata dal dottor Renato Favero, ex primario dell'ospedale di Gardone Valtrompia, nel bresciano, «che ha condiviso con noi un'idea per far fronte alla possibile penuria di maschere C-Pap ospedaliere per terapia sub-intensiva. Decathlon, in quanto ideatore, produttore e distributore della maschera Easybreath da snorkeling - aggiunge l'azienda - si è resa immediatamente disponibile a collaborare fornendo il disegno Cad della maschera individuata. Il prodotto è stato smontato, studiato e sono state valutate le modifiche da fare. È stato poi disegnato il nuovo componente per il raccordo al respiratore, che abbiamo chiamato valvola Charlotte, e che abbiamo stampato tramite stampa 3D. Il prototipo nel suo insieme è stato testato». In pratica il dispositivo è rivolto «a strutture sanitarie e vuole aiutare a realizzare una maschera d'emergenza nel caso di una conclamata situazione di difficoltà nel reperimento di fornitura sanitaria ufficiale solitamente impiegata».
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