Coronavirus a Napoli, altri cinque contagiati ma riaprono scuole e università

Coronavirus a Napoli, altri cinque contagiati ma riaprono scuole e università
di Maria Pirro e Giovanni Chianelli
Lunedì 2 Marzo 2020, 07:01 - Ultimo agg. 11:21
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Si contano altri cinque contagiati in Campania dal coronavirus: tutti di ritorno da viaggi e trasferte nelle zone focolaio, nessuno infettato qui nella regione. Salgono così a 22 i casi positivi al tampone, eseguiti ieri al Cotugno, e si allarga la rete di vigilanza predisposta dalle Asl con l'obiettivo di ridurre la trasmissione della malattia che ha già colpito 1694 italiani; 34 i morti, 83 le guarigioni.

Uno dei pazienti messi in quarantena, a casa sua, a San Giorgio a Cremano, intervistato da Francesco de Sio per «Il Mattino», racconta di essere stato operato in day hospital lo scorso mercoledì ai Pellegrini, quanto basta per far scattare ulteriori accertamenti e misure. In «quarantena precauzionale» due chirurghi, due infermieri e due operatori socio-sanitari dell'ospedale della Pignasecca, e anche due camionisti del Cilento, rientrati dal Lodigiano, però su loro iniziativa.

È alta l'allerta a Napoli, dove si registrano due nuove diagnosi, nel centro storico e al corso Vittorio Emanuele, entrambe non collegate né all'avvocato, il «paziente 1» in città, né agli altri contagiati. Poi, ci sono ulteriori tre «positivi»: a Cesa e a Bellona. Al pronto soccorso della città della Reggia sono arrivati, sempre ieri, due pazienti, poi sistemati in isolamento, e due sono stati trasferiti nel reparto di malattie infettive. Tra loro, una insegnante rientrata dalla Cina. E gli accertamenti sono in corso.
 


Intanto, il giovane militare si scusa in un video su YouTube per la preoccupazione creata nel suo paese, a Guardia Sanframondi, e rassicura tutti sulle sue condizioni di salute. E su WhatsApp circola un altro filmato che mostra il personale del 118 nel capoluogo, totalmente bardato, e una voce fuori campo sostiene sia impegnato nelle operazioni di verifica.

Oggi riaprono scuole e università, ma non tutte come auspicato dal governatore Vincenzo De Luca. A Napoli si temono defezioni tra i banchi: le mamme sono preoccupate, nonostante le pulizie straordinarie. Ieri, vertice tra amministratori comunali e dirigenti Asl per verificare la situazione. Ed è polemica sui certificati medici richiesti da alcuni istituti per ammettere i piccoli alunni. A Pomigliano d'Arco, ad esempio. Nel comune dell'ex vicepremier Luigi di Maio una 29enne è peraltro in quarantena. «E i pediatri e i colleghi di medicina generale sono in rivolta», dice la dottoressa Pina Tommasielli, componente della task-force sul coronavirus istituita da De Luca. Lei mostra una circolare diramata ieri proprio per chiarire che «la richiesta è assolutamente impropria». A San Giorgio a Cremano, invece, la ripresa è posticipata di tre giorni. Ed è ancora in corso la sanificazione al liceo classico Giannone e all'artistico San Leucio di Caserta, da dove proviene la 24enne tra le prime ricoverate: chiuse pure le scuole a Montano Antilia, il paese della biologa 26enne. In Irpinia è scontro tra prefetto e sindaci: a Lauro stop della didattica fino a sabato, a Monteforte e Solofra solo oggi, nonostante le sollecitazioni a revocare l'ordinanza. Ognuno si muove in autonomia. E a Parete Gino Pellegrino con la fascia tricolore fa un passo in più: e, con un medico, oggi va nelle scuole per spiegare ai ragazzi come difendersi dal coronavirus.
 
 

Completata la sanificazione, oggi è aperto il Palazzo di giustizia di Napoli. Funziona a scartamento ridotto solo l'ufficio del Tribunale di Sorveglianza, in attesa delle riunioni in giornata. Sono sospese, invece, domani le udienze a Torre Annunziata per le pulizie sollecitate già l'altro ieri dall'Ordine degli avvocati. E un altro vertice è annunciato a Palazzo Santa Lucia.

Oggetto: «Crisi del comparto produttivo della Campania determinate dall'epidemia provocata dal coronavirus». Partecipano all'incontro «tutte le categorie interessate», fa sapere la Regione, che è pronta a chiedere al governo misure di sostegno mirate. L'obiettivo preliminare è mettere a punto «una piattaforma concreta di richieste e interventi dal sottoporre al ministero dell'Economia». Vincenzo Schiavo, leader di Confesercenti, parla di cento milioni di mancati incassi tra alberghi, agenzie di viaggio, compagnie di trasporto e ristoranti: «20mila lavoratori nel settore turistico sono a rischio licenziamento». «Solo a Napoli abbiamo avuto 30mila disdette», afferma Antonio Izzo, presidente di Federalberghi. Pasquale Russo, numero uno di Confcommercio, teme che tra aprile e maggio il danno complessivo possa superare mezzo miliardo di euro. E un'altra «vittima» del virus è il Salone del libro di Napoli: salta inevitabilmente l'evento con Luis Sepúlveda fissato per il 13 marzo. Lo scrittore 70enne è il primo paziente celebre.

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