Coronavirus a Napoli, tornano i furbetti dei divieti: cresce l'allarme per Pasqua

Coronavirus a Napoli, tornano i furbetti dei divieti: cresce l'allarme per Pasqua
di Gennaro Di Biase
Venerdì 10 Aprile 2020, 23:00 - Ultimo agg. 11 Aprile, 11:18
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A Napoli si allenta la quarantena. Lo racconta la strada: la gente esce con maggiore frequenza in ogni quartiere, dal centro alla zona collinare, dalle periferie ai vicoli. Se fino a due o tre giorni fa cittadini e veicoli erano avvistati per lo più nelle strettoie dei Quartieri e delle aree dei mercatini, ora sono le vie e le piazze principali a essere tornate a riempirsi. Il tutto a poche ore da Pasqua e Pasquetta, una due giorni si teme l’escalation di uscite e gite. In proposito, come chiesto dalla Regione, sono in arrivo a Napoli rinforzi dall’esercito per i controlli anti-covid. 

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Venerdì tra ore 12 e le 14, il giorno prima della vigilia di Pasqua, il più temuto. A Santa Teresa degli Scalzi, una delle arterie cruciali della città, c’è perfino un po’ di traffico. E lo stesso succede in via Cilea, in piazza Muzii, a Pianura o al semaforo di Salvator Rosa. Veicoli e persone dappertutto, e le macchine in doppia fila non sono più solo un ricordo di inizio anno. Le fermate dell’autobus, tra piazza Dante e Museo Archeologico, sono tornate a riempirsi di gente in attesa. La Napoli di queste ore somiglia più alla città semideserta di inizio agosto che a una metropoli in quarantena da pandemia. Non si esce solo per la spesa o per portare il cane. Le code davanti a supermarket, fruttivendoli, panifici, ferramenta e farmacie sono ben nutrite, ma si avvistano centinaia di passanti senza buste né animali domestici.

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Paradossalmente, il passeggio non è densissimo in Pignasecca, ma in piazza Carità si contano una trentina di persone sulle panchine. Due anziani che chiacchierano sorridenti con le mascherine abbassate, un migrante che chiede elemosina, un gruppo di amici che scherza: «Vabbè – dicono – ormai la nottata sta passando, e poi la tv dice che al Sud i contagi sono pochi. Noi comunque facciamo attenzione». Si scherza a distanza, insomma, e la scena si ripete identica in piazza Mazzini, a due passi da Corso Vittorio Emanuele. Anche in via Toledo si riaffaccia un timido passeggio. Diverse pattuglie di Polizia e Vigili Urbani presidiano gli incroci nevralgici, come a Capodimonte e su via Roma, ma i controlli non sono sistematici sui veicoli (e quasi inesistenti sui pedoni). La quarantena partenopea si è un po’ smorzata, senza distinzione di ceti e quartieri. Se un mese fa si usciva con la sciarpa alta per coprirsi naso e bocca, oggi molti escono - anche reduci dal Cotugno e altri ospedali - e portano la mascherina abbassata, stile «scaldacollo». 
 

 

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Sebbene i divieti non si siano allentati, insomma, si è allentata la quarantena, che è entrata in una fase più «light». La Regione, che ha chiesto e ottenuto l’arrivo di altre 100 unità dall’esercito per rafforzare controlli, ha previsto la chiusura dei supermercati per il 12 e il 13 aprile. Ma l’escalation di gente in strada non si spiega soltanto con la corsa alle «provviste di Pasqua». Pesa in parte il prolungarsi della quarantena, come dimostra la gente in strada a Milano. E pesa anche il fatto che qualcosa sia cambiato nella percezione del rischio dei cittadini: «C’è tanta gente in giro – spiega Valerio Caldovino, informatore medico scientifico in fila al supermercato di via Emilio Scaglione – La percezione del rischio è calata molto, sicuramente, rispetto ai giorni scorsi. Immagino che sull’afflusso di persone in strada abbiano influito anche i dati ufficiali sugli infetti, che delineano una scarsa diffusione del virus in Campania. Ma credo che qui i numeri del contagio vadano presi con “i guanti”, perché al Sud e a Napoli si sono fatti molti meno tamponi che al Nord. Per quanto mi riguarda, farò la spesa di Pasqua e tornerò dritto a casa».
 

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«Male: ci sono troppi vomeresi in strada – racconta Paolo De Luca, presidente della V Municipalità – E non solo al mercato di Antignano. Nelle ultime 48 ore, la percentuale di chi esce di casa per le ragioni più diverse è cresciuta probabilmente del 40%. E tra loro ci sono anche molti anziani. Su questo fenomeno incide il dilungarsi della quarantena, ma anche il fatto che la gente comincia a non avere più paura del virus, viste le notizie che arrivano dalla Protezione Civile. Il pugno duro rischia di essere ormai inefficace. La Regione da un lato ha imposto a tutti di stare a casa, e dall’altro non ha esteso lo screening dei tamponi, che sono aumentati ma non in maniera capillare».
 

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