Covid Campania, ospedali sotto stress: reparti pieni, posti solo in intensiva

Covid Campania, ospedali sotto stress: reparti pieni, posti solo in intensiva
di Ettore Mautone
Domenica 20 Settembre 2020, 00:00 - Ultimo agg. 16:51
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Campania, pressoché stabili i contagi ma aumentano i ricoveri e avanzano posti solo in rianimazione: sono 327 i malati di Coronavirus in ospedale di cui 19 in terapia intensiva ma non tutti intubati. Sul totale, la maggioranza dei pazienti accusa febbre, tosse e dispnea a causa di polmoniti di vario grado e viene assistita soprattutto in reparti ordinari (non intensivi) di malattie infettive. Una discreta quota di malati, circa un terzo, è sottoposta a ventilazione assistita in terapia sub-intensiva per forme d’infezione polmonare interstiziale bilaterale che necessitano di cure più lunghe e impegnative. 

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Tutti i medici sono concordi nel ritenere le forme di Covid-19 che si vedono oggi meno drammatiche di quelle che giungevano alla loro attenzione a marzo e aprile scorsi con una letalità nettamente inferiore. D’altro canto sono pazienti mediamente più giovani, scovati attraverso procedure di screening molto diverse rispetto a quelle messe in atto in primavera, quando i tamponi di facevano solo ai sintomatici e quando a molti malati con la febbre veniva consigliato di restare a casa. 
 

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Ciononostante il dato saliente è che la fase A, a bassa intensità epidemica, programmata dalla Regione con un’offerta totale di 92 posti letto (49 di degenza ordinaria, 23 di sub intensiva e 20 di rianimazione) è ampiamente sorpassata per le prime due tipologie di malati che hanno quasi esaurito anche la fase B che impegna un totale di 263 posti letto di cui 137 ordinari, 74 di sub intensiva e 52 di rianimazione. L’unico serbatoio ancora realmente capiente è proprio quello delle rianimazioni. Offerta che occorrerà ritarare verso forme di assistenza di sub intensiva che sembra la più richiesta nella attuale situazione epidemiologica. Difficile capire se l’attuale mutato scenario sia frutto di strategie epidemioloigiche più mirate, di cure tempestive e più accurate o della minore età media dei pazienti ma siamo al 20 settembre, le scuole sono ancora chiuse e sebbene si sia esaurita la spinta dei contagi di rientro dai viaggi le braci sparse qua e là hanno innescato fuochi che già segnano qualche stress. 

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Il successivo gradino verso cui la Campania può salire porta a sfiorare le 500 unità di degenza (480 di cui 287 ordinarie, 106 di sub intensiva e 87 di rianimazione). Per ora la saturazione si avverte soprattutto al Cotugno dove sono occupati tutti e 32 i posti ordinari disponibili, i 16 di sub intensiva e 6 su 8 di Terapia intensiva (di cui 2 intubati e 4 in ventilazione meccanica). Ricordiamo che il Cotugno a differenza della fase acuta dell’epidemia in cui curava solo pazienti Covid, con i suoi 250 posti letto e 24 unità di rianimazione (compresi 8 al Monaldi) è tornato a svolgere funzioni assistenziali diversificate nel campo dell’infettivologia.< Per la Asl Napoli 1 centro, al Covid Center dell’Ospedale del Mare (pazienti positivi ma affetti da altre priorità assistenziali chirugiche, ortopediche, ematologiche, oncologiche, nefrologiche e cardiologiche) sono 23 su 24 i posti occupati e ne residuano 6 di sub intensiva e 6 di intensiva da attivare solo se necessario. Al Loreto sono 39 su 40 i pazienti ricoverati restano da attivare 20 posti di sub intensiva e 10 di rianimazione. A Salerno, al Covid center di Scafati, sono 48 i ricoverati su 53 posti disponibili (18 su 19 in malattie infettive, 16 su 16 in sub-intensiva pneumologica di cui 6 ventilati, 12 su 14 in isolamento, 2 su 4 in rianimazione. A Caserta (Maddaloni) i posti occupati sono 53 su 80 di cui 3 in terapia intensiva e 15 in sub intensiva e il resto in regime ordinario. Infine Boscotrecase (Asl Napoli 3 sud) che a fronte dei 38 posti attivati per il Piano A (a bassa intensità) è già passato alla fase B (intermedia) con 50 posti di cui 45 occupati (14 in sub intensiva e 1 in ìintensiva). Vari altri pazienti sono ospitati nei policlinici, al Moscati di Avellino, al san Pio di Benevento, ad Ariano Irpino, in maggioranza in reparti non intensivi.
 

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